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venerdì 20 gennaio 2012

IL DIRIGENTE DEL NUOVO PSI CHIEDE LE DIMISSIONI DI SCODITTI


Secondo Raffaele De Punzio dirigente del Nuovo PSI il sindaco Scoditti dovrebbe dimettersi perchè la sua condotta è stata poco trasparente per quanto riguarda la gestione del servizio della raccolta dei rifiuti. Infatti il comune ha cosi speso una grossa cifra oltre 4 milioni di euro e non c'è stata una gara d'appalto, la gestione va direttamente a l'ATI.

Ora per quanto possa essere stato in disaccordo in passato con Depunzio credo che comunque stavolta abbia ragione. Se trasparenza deve esserci, come espresso nel programma, indispensabile sarà fare l'appalto.

Anche se l'Autorità di vigilanza sosterrà che il sindaco abbia fatto le cose in maniera adeguata, non sarà stata un operazione chiara nè per me nè per i cittadini.

venerdì 13 gennaio 2012

Bando per la riqualificazione dell'area mercatale (Comune di Mesagne)

E' iniziato ieri sul sito del Comune di Mesagne il bando di gara per procedura aperta relativo all'appalto dei lavori di riqualificazione e adeguamento igienico funzionale dell’area mercatale di Mesagne

qui il link del bando http://www.comune.mesagne.br.it/downloads/bando_area_mercatale.pdf

mercoledì 11 gennaio 2012

Il Ritorno alla Scrittura (Andrea Colelli)

Controllo questo sito internet. Mi rendo conto che la mia ultima pubblicazione risale all'8 dicembre 2010. Oggi è giovedì 12 gennaio 2012 ed è passato più di un anno.

Voi vi starete chiedendo come mai smisi di scrivere e soprattutto perchè oratorno a postare.
Forse è la possibilità di esprimere liberamente il mio punto di vista su questioni e vicende che riguardano l'Italia, la Puglia e il Salento, ma soprattutto Mesagne.
Forse è un modo per evadere un pò dalla quotidianità della vita, dal fare sempre le stesse cose.
Forse è anche perchè mi piace scrivere, lo ammetto.
Non ho più scritto questo è vero. Il motivo è semplice: la delusione.
Ho cominciato a scrivere su questo blog il 26 novembre 2007 e all'epoca ero ancora minorenne e credevo che qualcosa sarebbe cambiata prima o poi. Pensavo che facendo sentire le mie idee queste avrebbero portato alla riflessione della gente.
Una voce fuori dal coro la chiamavo perchè lontana da quella di tutti gli altri.

Ritorno a scrivere. Ritorno a scrivere e lo faccio per me, non per gli altri.
Certo non sono Ungaretti e questo non è un libro di poesie, non sono nemmeno Montale e questo non è il Quaderno dei quattro anni, non è quindi un diario.
Allora come possiamo definire un blog?
Si tratta di una nuova forma di scrittura, come un sito web e ne esistono di diversi tipi. Esistono blog di attualità, personali, l'audioblog, quelli politici e quelli dei personaggi famosi.
Semplicemente questo è un blog dove io mi sento libero di affermare il mio punto di vista su fatti personali o pubblici che siano, su vicende assurde e perchè no su sogni e problemi che uno può incontrare durante la sua esistenza.

mercoledì 8 dicembre 2010

Torniamo a spendere in città (di Pompeo Molfetta)

Torniamo a spendere in città

Nell’imminenza delle festività natalizie, attese come occasione preziosa per far risalire i consumi in un contesto di profonda crisi economica, si acuisce lo scontro fra grande distribuzione e commercio locale. Il nodo del contendere ancora una volta è rappresentato dalle chiusure domenicali ma la contesa e ben più profonda e radicale. E’ uno scontro che richiama l’immagine biblica di Davide contro Golia, soltanto che stavolta l’esito è opposto giacchè il nostro Davide non ha ne la fionda ne la pietra da scagliare ed il sole non accecherà il gigante.

A distanza di oltre un decennio dal suo insediamento gli esiti prodotti dalla grande distribuzione nel nostro territorio sono esattamente gli stessi che si determinano altrove. Vi è un impoverimento dell’intero bacino di utenza che affluisce al centro commerciale che si traduce nel drenaggio e nel trasloco di ingenti risorse proprie verso altri Paesi e verso altri obiettivi. Schianta il commercio locale e i consumatori arrivano a fine mese con le tasche vuote. Non un euro dei profitti e degli utili prodotti vengono reinvestiti per promuovere la città ospitante.

E’ in corso un cambiamento radicale nei comportamenti di consumo e nei modelli culturali indotti. La gente sembra aver perso la naturale propensione al risparmio ereditata dalla millenaria cultura contadina ed è entrata nella dimensione impersonale di consumatore universale sul palcoscenico del mercato globale. Si allentano le relazioni sociali, si smarriscono costumi e tradizioni, si vuotano le strade mentre la Galleria- Auchan diventa la nuova agorà, la piazza virtuale in cui però non fluisce il pensiero, il confronto delle idee, delle esperienze ma soltanto il denaro ormai governatore unico delle relazioni umane Anche l’aspetto considerato positivamente dai più cioè l’incremento del tasso di occupazione prodotto ha i suoi aspetti negativi perché sempre in questi casi il lavoro è funzionale al capitale. Spesso infatti si tratta di lavoro precario, subordinato, talvolta malpagato e altrettanto spesso viene usato come strumento di pressione e di ricatto per condizionare le pubbliche amministrazioni e corrompere la politica.

Tutto questo si compie in un quadro normativo che rende praticamente impotenti le amministrazioni locali anche quando, come nel nostro caso, hanno tentato di irreggimentare l’insediamento commerciale dentro un sistema convenzionale fatto di vincoli urbanistici ed economici che dovevano tutelare il commercio e le produzioni locali. Così non è stato, ne mai poteva essere, tanto era squilibrato il punto di partenza, tanta era la sproporzione dei poteri e delle forze in campo da falsare qualsiasi possibilità di competizione. Invertire oggi questo processo è impossibile ma non ci si può rassegnare ed ognuno di noi ha il dovere di fare qualcosa per cercare di porre argine a questa deriva.

L’amministrazione civica ha il dovere di riaffermare il suo ruolo di indirizzo e di controllo politico dei processi economici che investono la propria città e toccano gli interessi dei cittadini e lo deve fare utilizzando ogni forma e strumento, costituendosi virtualmente sempre come “ parte civile” al fianco dei suoi commercianti, dei suoi artigiani, dei suoi cittadini in tutte le vertenze che si apriranno. Nel caso di specie deve condizionare al massimo la chiusura domenicale del centro commerciale anche a costo di ricorrere in giudizio contro una eventuale sentenza avversa come ha fatto il sindaco Emiliano a Bari. Deve rivedere ed aggiornare i termini di una convenzione inopinatamente e integralmente prorogata nella passata legislatura. Deve sostenere, pur nelle more di un bilancio risicato, le nostre piccole e medie imprese, i nostri agricoltori, i nostri commercianti ed artigiani cercando di orientare le scelte nella direzione della zona industriale, del centro storico e del territorio rurale che restano le direttrici geografiche principali dello sviluppo che vogliamo.

Gli operatori economici locali debbono mettersi insieme, debbono abbandonare vittimismo, rivendicazioni di parte, logiche corporative e debbono, per quanto possibile, investire in tecnologia, innovazione e ricerca per cercare di strappare margini di competitività alla grande distribuzione magari dentro ipotesi di mercato alternativo che sfrutti le piccole reti intercomunali. I consumatori devono assumere la consapevolezza che la grande distribuzione non è quasi mai occasione di risparmio ma di spreco perché naturalmente predispone all’acquisto del superfluo. Per questo bisogna tornare a spendere in città a servizio della città, magari sfruttando le possibilità offerta dalla “filiera corta” , dei consumi a Km zero, dalle reti alternative dell’”altro consumo”che danno garanzia di qualità e di risparmio certo.

Credo si arrivato il tempo, dopo l’infatuazione degli anni trascorsi che contagiò anche noi, di riprendere in mano il nostro destino e di compiere uno sforzo corale anche per cercare di recuperare almeno quel senso di comunità che rischiamo di perdere ogni giorno.

Mesagne, 07 dicembre 2010

Pompeo Molfetta – Capogruppo Sinistra Unita Mesagne

lunedì 29 novembre 2010

Ma dimettetevi voi !!

Ma dimettetevi voi !!

Con la richiesta annunciata di dimissioni degli assessori De Guido e Zezza per gravi inadempienze amministrative, il Pdl alza il tiro e mira al bersaglio grosso. Pena temporaneamente sospesa per il vice-sindaco Canuto le cui responsabilità sono ancora al vaglio degli “inquirenti” del Pdl. Ma le dimissioni sono invocate ed auspicate, come “atto di responsabilità politica” per tutti coloro che si sono macchiati di una sequela di “nefandezze, negligenze, superficialità” amministrative, di cui si minaccia di chieder conto non solo in sede politica. A giudicare dall’elenco delle “nefandezze” riportato dalla stampa (ritardata sottoscrizione della polizza assicurativa Lab-creation, concessione impropria del vitto a ristoratori nel corso di Mesagne-Estate, scarsa incisività nella difesa dell’ospedale S.Camillo, concessioni improprie di licenze commerciali ecc..) il Pdl avrebbe fatto prima a presentare una mozione di sfiducia complessiva per il Sindaco e l’intera compagine di Giunta giacché sono pesantemente chiamate in campo le responsabilità di tutti.

Ora sui fatti specificatamente citati risponderanno, come è giusto che sia, gli interessati in una conferenza stampa annunciata per martedì prossimo, io qui voglio solo evidenziare un aspetto che mi pare politicamente interessante. Il Pdl di Mesagne con questi toni e con questi argomenti ha gettato definitivamente la maschera della moderazione, della mitezza, della volontà di dialogo annunciata ed ha scelto di tornare sulle barricate, di alimentare un clima di scontro, di demonizzazione dell’ avversario. Sta nuovamente tentando di avvelenare i pozzi con l’odiosa cultura del sospetto o della diffamazione per intorpidire il clima politico e cercare così, di riguadagnare quella marea di consensi perduti in una consultazione elettorale che ha definitivamente sancito il loro totale fallimento per aver riconsegnato ai cittadini una città stremata e immiserita su tutti i fronti.

Ai veementi ruggiti di coniglio con cui attaccano il governo sulla stampa fa poi da contraltare la pratica di una opposizione a doppio binario per cui nelle sedi istituzionali esibiscono fair play, cordialità, intenzioni dialoganti per poi scalciare a piede libero con feroce rudezza sulla stampa. Nelle commissioni si dichiarano disposti a lavorare insieme per servire gli interessi generali del paese almeno su temi sensibili (sanità, rifiuti, legalità, restyling, villa comunale, destinazione d’uso ex Marconi) per poi puntualmente dissociarsi dal percorso convenuto e magari presentare mozioni pesantissime in Consiglio in cui ritrattano quanto concordato così esponendosi alla rappresaglia politica della maggioranza rispetto alla quale continuano a rimediare figure barbine .

Non ci si arrende all’idea che indietro non si torna, che il passato è passato e che ognuno di noi ha pagato un prezzo altissimo per i propri errori. Che anche loro hanno avuto la loro occasione e l’hanno clamorosamente fallita e che ora è il tempo per tutti di “rimboccarsi le maniche” perché questa città è allo stremo è ha bisogno di ritrovare un clima di fiducia, di serenità e di rispetto reciproco per cercare di riannodare i fili di una convivenza civile lacerata. Noi della Sinistra Unita avevamo iniziato la legislatura con questo spirito e abbiamo compiuto atti concreti che andassero nella direzione del disgelo e del reciproco riconoscimento. Dobbiamo amaramente constatare che siamo stati ripagati con ben altra moneta perché i dirigenti del locale centro-destra, evidentemente subendo la fascinazione del “grandecapo” nella scia delle sue ultime esternazioni, si preparano già allo scontro finale della prossima campagna elettorale nazionale e l’interesse per la nostra città, già superficiale in passato, va’ definitivamente a farsi benedire.

Mesagne, 27 novembre 2010

Pompeo MOLFETTA
capogruppo consiliare SINISTRA UNITA MESAGNE





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