meta name="verification" content="273c4b0e8151668797c2e8a8620eb6ae" />
Visualizzazione post con etichetta A Sinistra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta A Sinistra. Mostra tutti i post

mercoledì 8 dicembre 2010

Torniamo a spendere in città (di Pompeo Molfetta)

Torniamo a spendere in città

Nell’imminenza delle festività natalizie, attese come occasione preziosa per far risalire i consumi in un contesto di profonda crisi economica, si acuisce lo scontro fra grande distribuzione e commercio locale. Il nodo del contendere ancora una volta è rappresentato dalle chiusure domenicali ma la contesa e ben più profonda e radicale. E’ uno scontro che richiama l’immagine biblica di Davide contro Golia, soltanto che stavolta l’esito è opposto giacchè il nostro Davide non ha ne la fionda ne la pietra da scagliare ed il sole non accecherà il gigante.

A distanza di oltre un decennio dal suo insediamento gli esiti prodotti dalla grande distribuzione nel nostro territorio sono esattamente gli stessi che si determinano altrove. Vi è un impoverimento dell’intero bacino di utenza che affluisce al centro commerciale che si traduce nel drenaggio e nel trasloco di ingenti risorse proprie verso altri Paesi e verso altri obiettivi. Schianta il commercio locale e i consumatori arrivano a fine mese con le tasche vuote. Non un euro dei profitti e degli utili prodotti vengono reinvestiti per promuovere la città ospitante.

E’ in corso un cambiamento radicale nei comportamenti di consumo e nei modelli culturali indotti. La gente sembra aver perso la naturale propensione al risparmio ereditata dalla millenaria cultura contadina ed è entrata nella dimensione impersonale di consumatore universale sul palcoscenico del mercato globale. Si allentano le relazioni sociali, si smarriscono costumi e tradizioni, si vuotano le strade mentre la Galleria- Auchan diventa la nuova agorà, la piazza virtuale in cui però non fluisce il pensiero, il confronto delle idee, delle esperienze ma soltanto il denaro ormai governatore unico delle relazioni umane Anche l’aspetto considerato positivamente dai più cioè l’incremento del tasso di occupazione prodotto ha i suoi aspetti negativi perché sempre in questi casi il lavoro è funzionale al capitale. Spesso infatti si tratta di lavoro precario, subordinato, talvolta malpagato e altrettanto spesso viene usato come strumento di pressione e di ricatto per condizionare le pubbliche amministrazioni e corrompere la politica.

Tutto questo si compie in un quadro normativo che rende praticamente impotenti le amministrazioni locali anche quando, come nel nostro caso, hanno tentato di irreggimentare l’insediamento commerciale dentro un sistema convenzionale fatto di vincoli urbanistici ed economici che dovevano tutelare il commercio e le produzioni locali. Così non è stato, ne mai poteva essere, tanto era squilibrato il punto di partenza, tanta era la sproporzione dei poteri e delle forze in campo da falsare qualsiasi possibilità di competizione. Invertire oggi questo processo è impossibile ma non ci si può rassegnare ed ognuno di noi ha il dovere di fare qualcosa per cercare di porre argine a questa deriva.

L’amministrazione civica ha il dovere di riaffermare il suo ruolo di indirizzo e di controllo politico dei processi economici che investono la propria città e toccano gli interessi dei cittadini e lo deve fare utilizzando ogni forma e strumento, costituendosi virtualmente sempre come “ parte civile” al fianco dei suoi commercianti, dei suoi artigiani, dei suoi cittadini in tutte le vertenze che si apriranno. Nel caso di specie deve condizionare al massimo la chiusura domenicale del centro commerciale anche a costo di ricorrere in giudizio contro una eventuale sentenza avversa come ha fatto il sindaco Emiliano a Bari. Deve rivedere ed aggiornare i termini di una convenzione inopinatamente e integralmente prorogata nella passata legislatura. Deve sostenere, pur nelle more di un bilancio risicato, le nostre piccole e medie imprese, i nostri agricoltori, i nostri commercianti ed artigiani cercando di orientare le scelte nella direzione della zona industriale, del centro storico e del territorio rurale che restano le direttrici geografiche principali dello sviluppo che vogliamo.

Gli operatori economici locali debbono mettersi insieme, debbono abbandonare vittimismo, rivendicazioni di parte, logiche corporative e debbono, per quanto possibile, investire in tecnologia, innovazione e ricerca per cercare di strappare margini di competitività alla grande distribuzione magari dentro ipotesi di mercato alternativo che sfrutti le piccole reti intercomunali. I consumatori devono assumere la consapevolezza che la grande distribuzione non è quasi mai occasione di risparmio ma di spreco perché naturalmente predispone all’acquisto del superfluo. Per questo bisogna tornare a spendere in città a servizio della città, magari sfruttando le possibilità offerta dalla “filiera corta” , dei consumi a Km zero, dalle reti alternative dell’”altro consumo”che danno garanzia di qualità e di risparmio certo.

Credo si arrivato il tempo, dopo l’infatuazione degli anni trascorsi che contagiò anche noi, di riprendere in mano il nostro destino e di compiere uno sforzo corale anche per cercare di recuperare almeno quel senso di comunità che rischiamo di perdere ogni giorno.

Mesagne, 07 dicembre 2010

Pompeo Molfetta – Capogruppo Sinistra Unita Mesagne

domenica 19 settembre 2010

Mesagne: localismi, cecità politica e antichi rancori

Mesagne: localismi, cecità politica e antichi rancori

Il Ministro Tremonti da circa due mesi tiene sospeso il Piano Sanitario di Rientro della Regione Puglia come la lama di un coltello puntata contro la giugulare del governatore Vendola. I tecnici del suo ministero continuano a chiedere tagli ulteriori alla rete ospedaliera, la revoca delle assunzioni dei precari stabilizzati e il blocco del turn-over dei dipendenti pena la bocciatura del Piano e la mancata attribuzione alla Puglia del fondo strutturale accessorio. Allo stesso modo, da tempo il ministro Fitto tiene congelati i fondi FAS per le aree depresse e non perde occasione pubblica di screditare il governo della sua Regione accusandolo a più riprese di bancarotta fraudolenta. Questa rappresaglia è in atto semplicemente perché la Puglia nel 2008 ha sforato il “patto di stabilità” cioè ha superato temporaneamente i limiti imposti di spesa rientrando prontamente negli anni successivi con risorse proprie.

Una durezza quindi inusitata e sospetta contro la Puglia che il governo, per esempio, non ha usato nei confronti degli allevatori del Nord-Est per la vicenda della mancata attribuzione delle quote latte o nei confronti dei grandi evasori delle concerie venete; situazioni che pure determinano la mancata attribuzione di finanziamenti europei all’agricoltura e danni erariali per svariati miliardi di euro. E’ evidente allora, anche al più sprovveduto osservatore politico, che sulla carne viva dei pugliesi il governo nazionale sta giocando una sporca partita politica che ha un solo obiettivo: cuocere a fuoco lento sulla graticola della sanità un potenziale e pericolosissimo competitor elettorale di Silvio Berlusconi. Questa è la cornice di riferimento nazionale che serve a comprendere le responsabilità di ciascuno. Sarebbe interessante sapere, rispetto allo scontro politico in atto, da che parte stanno i Giovani Democratici.

Poi ci sono le vicende locali, non meno importanti perché chiamano in ballo la possibilità ventilata che l’ospedale “S. Camillo de Lellis” sia riconvertito. Da questo punto di vista il Consiglio Comunale di Mesagne ha approvato a larga maggioranza un atto di indirizzo col quale impegna tutte le istituzioni pubbliche a fare il massimo sforzo per impedire la chiusura del nostro ospedale. Tanto il Sindaco quanto il Consigliere regionale Matarrelli stanno operando in questa direzione con sollecita determinazione nelle sedi istituzionali proprie, ed hanno ottenuto la promessa del congelamento temporaneo della situazione attuale (sempre che il Piano non debba essere ri- modulato). Hanno, altresì, calendarizzato ulteriori iniziative per tenere alta l’attenzione su un tema cruciale che tocca il diritto più elementare dei cittadini al cui fianco noi saremo sempre e comunque.

In questo contesto, che merita il massimo senso di responsabilità e il massimo dell’unione possibile tra le forze politiche, i Giovani Democratici di Mesagne hanno diramato un comunicato in cui attaccano con rudezza e veemenza tanto il consigliere Matarrelli quanto il Presidente Vendola compiendo un atto palese di sciacallaggio politico che potrebbe indebolire il fronte del centro-sinistra e a riaprire vecchie ferite che faticosamente stavamo tentando insieme di rimarginare.

Questo comunicato è in sintonia con una strategia già avviata dai locali Giovani Democratici nei mesi scorsi che è quella di fare l’“opposizione interna” ai governi da loro stessi sostenuti e di demonizzare gli alleati di coalizione. Avevano cominciato facendo le pulci ad un comunicato stampa sulla legalità della Lista Ferrarese col malcelato intento di mettere alla berlina Maurizio Piro che da “assessorisssimo” vicino al PD è diventato nemico giurato da quando ne ha preso le distanze. Qualche stilettata nel frattempo è arrivata a Maria De Guido accusata di leggerezza morale nella concessione dello stadio all’unica squadra accreditata del titolo in grado di svolgere regolarmente il campionato di Promozione. Chissà quale sarà il bersaglio della prossima esternazione, per par condicio dovrebbe toccare alla “lista Vizzino”.

Francamente ci pare una strategia suicida e fratricida che segue la logica del “ tanto peggio tanto meglio”e che si spiega solo con l’intemperanza della giovinezza perchè non ha niente a che fare con la ragione politica. Noi per parte nostra manterremo il senso di responsabilità fin qui dimostrato, non cederemo alla provocazione, non andremo allo scontro e cercheremo la mediazione più alta nell’interesse della città, sempre che dietro le pietre che armano i Giovani Democratici non ci siano le mani di altri.

Mesagne, 17 settembre 2010

Pompeo Molfetta capogruppo consiliare Sinistra Unita

giovedì 7 gennaio 2010

Mesagne: Avviati incontri con il centro-sinistra


Primo incontro col PD Mesagne per costruire alleanza politico-elettorale in vista delle elezioni amministrative di fine marzo. Di seguito comunicato delle forze di sinistra.

Mesagne: Avviati incontri con il centro-sinistra

I partiti e movimenti politici di Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano, Movimento A Sinistra e gruppi della società civile organizzata, che hanno dato vita ad una alleanza di forze democratico-progressiste e di sinistra hanno partecipato, nella serata di ieri, ad un incontro promosso dal locale Partito Democratico in ordine alle prossime elezioni amministrative.

Nel corso della riunione le forze politiche che aderiscono a questa alleanza hanno ribadito l’esigenza prioritaria di compiere ogni sforzo verso l’unità dell’intero centro-sinistra, aperto senza pregiudiziali ad ogni soggettività politica interessata ad un approfondito confronto politico-programmatico, il quale ha lo scopo di condividere e proporre nell’imminente campagna elettorale una idea di città che possa risvegliare speranze ed entusiasmi dopo i recenti anni di rassegnazione e grigiore.

Nell’eventuale insediamento di tale tavolo politico-programmatico le medesime forze politiche che aderiscono all’alleanza di forze democratico-progressiste offriranno alla discussione ed alla valutazione comune, oltre al proprio contributo alla stesura del programma, anche l’ipotesi di una candidatura autorevole e competente nella persona del dr. Pompeo Molfetta, che proprio nella consigliatura appena conclusa ha svolto, anche d’intesa con il Partito Democratico, una opposizione motivata ed intransigente alla Giunta Incalza con un lavoro metodico e documentato. La figura di Pompeo Molfetta ha già in più occasioni trovato un riscontro popolare significativo a conferma che egli rappresenta un candidato autenticamente alternativo all’ennesima riproposizione di Enzo Incalza, e nello stesso tempo capace, per serietà e rigore morale, di raccogliere il consenso di quel “centro-moderato” certamente decisivo in questo scontro elettorale.

Tali forze infine hanno ribadito che non escludono nessuna modalità per arrivare ad esprimere una indicazione unitaria e democratica da parte di tutto il centro-sinistra, che continueranno a promuovere occasioni di partecipazione sulle tematiche legate alla città e si mobiliteranno per le quasi certe primarie regionali a favore di Nichi Vendola.

Mesagne, 03 gennaio 2010

Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano,
Movimento A Sinistra
e gruppi della società civile organizzata

Dal Movimento A Sinistra un “no” secco a Boccia


Dal Movimento A Sinistra un “no” secco a Boccia

Collegandoci a precedenti prese di posizione confermiamo la nostra scelta in favore della ricandidatura di Vendola a Presidente delle Regione Puglia. E lo facciamo rilevando che ogni qualsiasi altra ipotesi segnata dalla cosiddetta “discontinuità” significherebbe per tutte le forze che hanno sostenuto la Giunta Vendola la sconfessione di quella esperienza che, nella difficile situazione ereditata, ha saputo fare scelte avanzate e lungimiranti sul versante dell’equità sociale, della promozione di un’economia capace di valorizzare le vocazioni e le risorse territoriali, della difesa di beni comuni, del riconoscimento di importanti diritti civili, della tutela dell’ambiente e della salute.

Siamo stati perciò contrari ieri all’ipotesi di candidare il Sindaco Emiliano ma lo siamo soprattutto oggi quando, dopo le tortuose vicende dei giorni scorsi, sembra in qualche modo farsi strada l’ipotesi di candidare l’on.le Francesco Boccia, sconfitto da Vendola alle primarie del 2005, che si è sempre caratterizzato per un’astiosa polemica personale nei confronti dell’attuale Governatore. Quella di Boccia sarebbe una candidatura destinata alla sconfitta perché priva del necessario consenso di base e perché caratterizzata da una linea conservatrice ed industrialista lontana dagli interessi delle popolazioni pugliesi. Guardando in particolare poi agli interessi della provincia di Brindisi, la cui comunità è impegnata in una dura lotta contro il rigassificatore ed il “carbone”, va detto che una candidatura di Boccia risulterebbe incomprensibile ed inaccettabile. E impraticabile un tale sbocco dovrebbe essere considerato anche, per evidente ragioni di coerenza e di pudore, da certi gruppi che nelle loro sigle fanno riferimento ad esperienze ambientaliste o progressiste e che, secondo Boccia, gli avrebbero assicurato il loro sostegno.

Brindisi, 07 gennaio 2010

Giancarlo Canuto
Movimento A Sinistra Brindisi

domenica 6 dicembre 2009

MESAGNE: UNITA' DEL CENTRO-SINISTRA PARTENDO DAL CONFRONTO CON LA CITTA'

Mesagne: unità del centro-sinistra
partendo dal confronto con la città

I partiti e movimenti politici di Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano, Movimento A Sinistra e gruppi della società civile organizzata, a seguito della fine anticipata dell’Amministrazione Incalza e del commissariamento del Comune di Mesagne, si sono riuniti in queste settimane per una comune riflessione sulla difficile situazione della Città dopo un anno e mezzo di vita amministrativa che ha determinato forme di regressione sociale e diffuso degrado civile.

Hanno altresì costituito una alleanza di forze democratico-progressiste e di sinistra con l’obiettivo di promuovere i valori e i temi della democrazia, dei diritti del lavoro, della tutela ambientale e offrire un contributo più efficace alla realizzazione di un ampio schieramento di centro-sinistra, alternativo alla devastante esperienza della Giunta Incalza.

Ispirandosi ai valori della partecipazione, della solidarietà e della sostenibilità, per una Città equa, aperta, viva, pongono all’attenzione dei cittadini e di tutte le espressioni del centro-sinistra i seguenti propositi:

1) davanti al pericoloso ritorno della criminalità, che nella nostra Città si manifesta in varie forme, ripartire dando priorità al tema della legalità e della sicurezza, con volontà politica determinata e in costante collaborazione con le Istituzioni e le espressioni sociali e civili presenti nella Città e nella Provincia; contrastare inoltre il regresso nei comportamenti pubblici degli ultimi anni attraverso la promozione e l’attuazione di pratiche di trasparenza e buon governo;

2) promuovere e perseguire uno sviluppo territoriale sostenibile e innovativo:

- realizzando politiche incentrate sulla consapevolezza e sulla valorizzazione delle risorse territoriali, dirette all’incremento della qualità della vita mediante una attenta valutazione degli impatti sociali, ambientali e paesaggistici;

- rilanciando i settori economici nevralgici della città, quali agricoltura, artigianato, commercio, turismo, industria, anche accedendo a nuove opportunità di sviluppo;

- promuovendo e rilanciando in tutti i settori lo sviluppo della cooperazione come modalità sociale di “fare impresa”;

3) favorire la coesione sociale e la crescita culturale:

- realizzando politiche sociali di inclusione, accoglienza e sviluppo, con interventi e servizi adeguati alle esigenze delle differenti categorie, infanzia, giovani, anziani, immigrati, donne, abbattendo discriminazioni ed emarginazioni sociali e valorizzando il ruolo e il protagonismo del privato sociale;

- offrendo particolare attenzione al mondo del lavoro, della scuola, della formazione, investendo sulle risorse locali e sulle nuove opportunità per una nuova fase di sviluppo che contrasti l’esodo dei giovani dal nostro territorio e rivalutando e promuovendo i beni storici e culturali;

- promuovendo e allargando gli spazi e le opportunità di partecipazione attiva da parte dei cittadini;

4) porre particolare attenzione alla tutela e alla promozione dell’ambiente:

- raggiungendo risultati ottimali nella raccolta differenziata dei rifiuti;

- favorendo in ogni campo (edilizia, trasporti, produzione e utilizzo di energia, ecc.) l’attuazione di interventi che puntino ad una riduzione nei consumi dell’energia e delle risorse naturali;

- promuovendo processi virtuosi che, nella cultura e nelle pratiche, pongano la nostra Città coscientemente e coerentemente in un percorso che considera la salute di tutti, la difesa della vita e dell’ambiente, come alcune delle massime priorità del nostro tempo;

5) ritrovare le ragioni forti dell’unità di tutto il centro-sinistra per rispondere con una proposta politico-programmatica chiara e caratterizzata alle azioni e alla sfida di una destra berlusconiana che manifesta ovunque la stessa natura a Mesagne come a Bari e a Roma;

6) individuare un candidato Sindaco capace di rappresentare tutte le espressioni del centro-sinistra senza preclusioni nei confronti di nessuna area politica, compresa quella che abbiamo l’ambizione di rappresentare, ed in costante dialogo con la Città per cercarne la sintonia ed il gradimento.

Intorno a tali punti, e prima di giungere ai necessari ed ampi accordi politico programmatici, si impegnano ad aprire un confronto con i cittadini e con tutti i partiti, gruppi e movimenti del centro-sinistra, convocando un Assemblea cittadina per il giorno 15 dicembre alle ore 18 presso l’Auditorium del Castello di Mesagne.

Mesagne, 4 dicembre 2009

Sinistra e Libertà, Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano,
Movimento A Sinistra
e gruppi della società civile organizzata

venerdì 30 ottobre 2009

I “tempi” della crisi al Comune di Mesagne

I “tempi” della crisi al Comune di Mesagne

Non intendiamo interferire sul dibattito in corso nel centro-destra, pur avendo tante cose da poter dire sul desolante spettacolo offerto, né vogliamo condizionare la difficile decisione che il Sindaco si appresta ad assumere. Intendiamo però far presente che, al di là di ogni valutazione politica, vi è un dato tecnico che deve essere attentamente ponderato per le pesanti ripercussioni che questo determina sull’evoluzione della crisi.

Il governo nazionale ha già determinato la possibilità di accorpare le elezioni amministrative alle elezioni regionali ed esse si terranno il 28 e 29 marzo 2010. Questo naturalmente varrà per tutti quei comuni che arrivano a scadenza naturale ma ci rientreranno anche quei comuni con scioglimento anticipato purché questo arrivi nei tempi stabiliti per legge e comunque prima della convocazione dei comizi elettorali che danno avvio al procedimento elettorale.

Pertanto, qualora il Sindaco Incalza confermasse le proprie dimissioni la città andrebbe al voto in tempi molto brevi a fine Marzo 2010, contenendo così la supplenza del commissario prefettizio in pochissimi mesi. Se invece il Sindaco dovesse ritirare le proprie dimissioni e riesce a ripartire deve avere la garanzia assoluta di non inciampare in altre crisi nei mesi successivi perché se sciaguratamente il Consiglio Comunale dovesse decadere dopo la data di convocazione dei comizi elettorali allora Mesagne non potrebbe andare al voto a marzo 2010 ma toccherebbe attendere la tornata utile successiva, verosimilmente non prima della primavera del 2011. In questo caso la gestione commissariale si protrarrebbe per più di un anno, con le ripercussioni che tutti i cittadini mesagnesi oramai conoscono bene.

Dunque, per semplice ragionevolezza, si può concludere che o il Sindaco è in grado di ripartire – e non riusciamo proprio a comprendere come - con un governo stabile, sostenuto da una maggioranza solidissima che gli offra garanzie certe per una prospettiva di medio–lungo termine o è meglio per il bene della città che egli “lasci” per dare la possibilità ai cittadini di ritornare alle urne il più presto possibile.

Mesagne, 30 ottobre 2009

Pompeo Molfetta
Capogruppo A Sinistra /Movimento per la Sinistra

domenica 29 marzo 2009

LA GIUNTA INCALZA E "LA MOSSA DEL CAVALLO"


La Giunta Incalza e “ la mossa del cavallo”

La crisi interna alla maggioranza di centrodestra nel Comune di Mesagne evoca la più classica delle mosse degli scacchi. La “regina” ( si fa per dire ) della Giunta Incalza, cioè l’assessore Magrì, messo alla berlina dalla sua stessa maggioranza e più volte minacciato di essere defenestrato dalla Giunta stessa, trova fra i consiglieri comunali un alleato: il suo “cavallo” ( mi perdonerà il dr. Grassi per l’irriverenza) e con esso mette sotto scacco il “re”. Questa mossa rende del tutto inutile la annunciata verifica di governo poiché è chiaro fin da adesso che nulla può essere toccato negli assetti istituzionali poiché se salta la regina salta anche il re: scacco matto e tutti a casa.
Quindi la baruffa di queste settimane, le intenzioni manifestate di andare verso un chiarimento politico, le aspettativa di un rimpasto di governo in grado di rilanciare una attività amministrativa che langue nella confusione, sono state azzerate dalla “mossa del cavallo”. Da questa vicenda emerge con chiarezza sconcertante che l’unico collante che tiene insieme le forze di centro destra è il potere e la stramaledetta paura di perderlo. Si sono praticamente disciolte come neve al sole, dopo neanche un anno di esistenza, le liste civiche “Mesagne Incalza” e Progetto Mesagne” per il fatto molto semplice che esse erano minate alla base dalle ambizioni personali e perché non avevano, come non hanno, alcuna matrice politica o ispirazione ideale di riferimento. Il mentore politico del centro-destra, cioè il consigliere Distante che ha lanciato la carica per avviare un processo di pseudo-moralizzazione nella pratica di governo, non centrerà l’obiettivo del rimpasto semplicemente perché questa battaglia non è nelle corde, né nella cultura del centrodestra.
Il Sindaco Incalza resterà, volente o nolente, intrappolato nella sua Giunta costretto in un ruolo di vacuo moderatismo che non riesce a trasmettere né alla sua maggioranza litigiosa né al suo governo spregiudicato. Intanto la città bivacca in attesa che si compia un cambiamento che al momento non è all’orizzonte salvo che non lo determini la gente con l’unico strumento di democrazia che ancora resiste e cioè il voto.


Mesagne, 29 marzo 2009
Pompeo MolfettaCapogruppo consiliare A Sinistra \ Movimento per la Sinistra

L'AVVENTURISMO DEL PD ROMPE CON LA SINISTRA

L’avventurismo del PD rompe con la Sinistra

Nella serata del 27 marzo il Partito Democratico ha riunito, con esclusione dell’Italia dei Valori, i partiti di centro-sinistra che hanno finora sostenuto la giunta dell’Amministrazione provinciale di Brindisi. Il vertice del PD ha comunicato che intenzione dello stesso è allargare il tavolo di trattativa politica e programmatica all’UDC. Tale orientamento è stato motivato dalla necessità di creare una coalizione ampia e variegata capace di rimontare lo svantaggio elettorale sulla destra.
Le forze politiche del Prc, Comunisti Italiani, coordinamento de “la Sinistra” (Movimento per la Sinistra, A Sinistra, Sinistra Democratica) hanno decisamente rigettato questa ipotesi in quanto il centro così come si configura qui a Brindisi, per le forze messe in campo e per le candidature già decise e ostentatamente pubblicizzate, simboleggia la difesa più strenua del vecchio modello di economia locale, prefigura il ritorno di un sistema di governo del territorio che ha finora portato solo asservimento ai poteri forti, impoverimento ed un progressivo attacco a diritti fondamentali con danni incalcolabili alla salute ed all’ambiente.
La scelta del Partito Democratico, se confermata, di sostenere praticamente la candidatura Ferrarese, metterebbe in rilievo una insensata propensione ad allearsi con i poteri forti per cercare ad ogni costo e contro ogni buon senso un successo elettorale che in realtà si tradurrebbe in una cocente sconfitta politica. Una operazione avventurista e masochistica rivolta a portare alla guida dell’Amministrazione provinciale di Brindisi un personaggio che nel suo impegno pubblico ha interpretato una linea del tutto estranea non solo alle tradizioni ed ai valori della sinistra ma anche alle sensibilità dell’area riformista, sia nella sue espressioni laico-progressiste che in quelle cattolico-democratiche.
La nostra comunità in questi anni è cresciuta e certo reagirà a quanto si sta muovendo per portare indietro l’orologio della storia locale e restaurare un passato che i cittadini hanno pesantemente pagato. C’è ancora una sinistra e ci sono ancora forze progressiste e riformiste in grado di portare avanti un processo di rinnovamento che si vuole spezzare.

Brindisi, 28 marzo 2009

Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, coordinamento de “la Sinistra” (Movimento per la Sinistra, A Sinistra, Sinistra Democratica)

giovedì 26 marzo 2009

LA GESTIONE DEI RIFIUTI A MESAGNE (di Toni Matarrelli)



La Gestione dei rifiuti a Mesagne


Nel Consiglio comunale dello scorso 20 marzo, si è registrato, finalmente, un significativo avvicinamento tra le posizioni del centro-sinistra e quello dell’Amministrazione comunale rispetto alla imminente riorganizzazione della gestione dei rifiuti nella nostra città. Durante la discussione tenutasi nel Consiglio si è, di fatto, concordato unanimemente di superare la delibera di Giunta n. 234 del 31.10.08 che prevedeva l’indizione di una gara per l’affidamento del servizio di gestione integrata dei rifiuti dal 2009 al 30.06.2014, al di fuori del gestore unico dell’Ato.
Una delibera che noi abbiamo contestato all’interno della Commissione consiliare perché non rispettosa delle procedure indicate dalle norme ed in particolar modo dal D. Lg. 152/06 che impedisce l’esternalizzazione del servizio in presenza dell’Ato. Come già detto, il vice-Sindaco De Punzio durante la seduta del Consiglio ha dichiarato di aver cambiato orientamento affermando di voler aderire al gestore unico dell’Ato. Nel frattempo l’associazione temporanea d’impresa denominata “Innovambiente Puglia – Ge.Se.nu”, aggiudicatrice della gara, ha firmato il contratto per la gestione del servizio.
L’Amministrazione per essere coerente a questo suo nuovo orientamento deve ora tempestivamente provvedere al ritiro della Delibera 234/08, precedentemente citata, che andava esattamente nella direzione opposta. Rispetto invece ai rapporti da avviare col nuovo gestore, l’Amministrazione deve porsi gli obiettivi del massimo risparmio possibile affinché non aumenti la tassa a carico dei cittadini, dell’efficienza del servizio e della stabilizzazione di tutta la platea storica degli LSU.
Per quanto mi riguarda ritengo che la soluzione migliore sia quella che il Comune di Mesagne affidi immediatamente tutti i servizi inerenti all’igiene urbana al gestore unico, puntando sulla differenziata generalizzata sul modello dell’Ato Br\2 ed inoltre trasferendo tutti e 38 i lavoratori della platea storica degli LSU al gestore unico. Ma se ciò non fosse condiviso dalla Giunta Incalza si può anche pensare di individuare strade alternative condivise a condizione ovviamente che tutto avvenga all’intermo del quadro normativo vigente e che nessun lavoratore precario venga escluso, se non per propria volontà, dal processo di stabilizzazione. Questo soprattutto alla luce del fatto, verificato, che non esiste alcun’altra possibilità di stabilizzazione effettiva di questi lavoratori.
Su questo terreno siamo disponibili a costruire un confronto costruttivo con l’Amministrazione comunale sia in Commissione che in Consiglio, ritenendo fondamentale il coinvolgimento della massima istituzione cittadina per un argomento così importante per la vita della nostra comunità.


Mesagne, 25 marzo 2009
Toni Matarrelliconsigliere comunale Movimento Politico per la Sinistra \ A Sinistra

domenica 22 marzo 2009

MESAGNE: PER I MORTI NOSTRI

Mesagne: Per i morti nostri

Abbiamo più volte lanciato inutilmente l’allarme, insieme a tanti cittadini, sulla possibilità che si possa determinare a breve l’esaurimento dei loculi nelle tombe comunali. Ebbene questa funerea previsione va concretizzandosi prima del previsto poiché anche l’ultima “stecca”, edificata a ridosso del muro perimetrale su viale S. Lucia sta per esalare l’ultimo respiro, mentre sono ormai ridotti al lumicino i loculi liberi nelle confraternite e nelle tombe sociali. Di qui a qualche mese dunque nel cimitero di Mesagne ci saranno solo posti in piedi.
Legittima dunque la preoccupazione di tanti cittadini per lo più anziani che alle ristrettezze di una vita sempre più grama ora aggiungono l’incertezza di una morte senza sepolcro. Questa situazione, davvero drammatica, richiede risposte urgenti e non oltre derogabili e sebbene alcune disposizioni siano state avviate nulla sembra concretizzarsi. E’ stata progettata e regolarmente appaltata da tempo la realizzazione di un'altra “stecca” da 110 loculi da edificarsi su viale Ghandi, ma l’inizio dei lavori, per ragioni a me non note, tarda a venire.
Deve essere poi predisposto con urgenza un piano generale delle esumazioni dal campo III° e delle estumulazioni dalle confraternite e dalle tombe comunali. Questo piano, portato a termine, offrirebbe un discreto numero di nuove sepolture ma per compiersi deve essere scandito per lo meno in un tempo non inferiore ai due anni poiché è verosimile che molte salme riesumate necessitino di ulteriore tempo di sepoltura. Ma anche su questo fronte, nonostante le molte sollecitazioni, nulla si muove. Nel frattempo, bisogna assolutamente implementare la dotazione dei loculi esistenti magari prevedendo, ove possibile, ulteriori ampliamenti o sopraelevazioni delle tombe comunali.
Questi provvedimenti, semmai attuati, avrebbero comunque carattere emergenziale e non escluderebbero in nessun modo la prospettiva di ampliare il cimitero secondo il progetto preliminare adottato nella precedente legislatura e poi impantanatosi nelle sabbie mobili del project-financing. Su questo aspetto e sulle centinaia di richieste di tombe gentilizie giacenti presso gli Uffici Comunali il governo attuale sembra aver posto un silenzio tombale. Sarebbe infine interessante sapere a quale ambito di responsabilità politica ed amministrativa appartengono oggi i servizi cimiteriali, giacchè nella ripartizione della nuova pianta organica questa voce è sparita del tutto così che restano formalmente ignoti il dirigente e l’assessore che si dovrebbero occupare del cimitero. Su queste questioni, su cui vi è grande attenzione e viva preoccupazione, chiediamo risposte chiare e tempi certi a meno che non si abbia in animo, sulla scia dell’ottimismo pervasivo del “grande-capo” alla guida del governo nazionale, di promettere ai Mesagnesi la vita eterna.

Mesagne, 21 marzo 2009
Pompeo MolfettaCapogruppo consigliare A Sinistra \ Movimento per la Sinistra

giovedì 19 marzo 2009

Centro-sinistra: è tempo di tempestività e chiarezza

Centro-sinistra: è tempo di tempestività e chiarezza

Si sono incontrate nella serata di ieri, 17 marzo, le forze politiche del Prc, Comunisti Italiani, coordinamento de “la Sinistra” (Movimento per la Sinistra, A Sinistra, Sinistra Democratica) ed il Partito Socialista per una valutazione degli ultimi avvenimenti politici locali e dopo la decisione di rinvio del tavolo del centro-sinistra da parte del PD.

E’ stato unanimemente osservato come la discesa in campo, con candidature dirette, di soggetti che hanno simboleggiato la difesa più strenua del vecchio modello di sviluppo rende lo scontro elettorale del prossimo giugno ancora più difficile ed impegnativo. Perché si prefigura il ritorno, questa volta senza intermediari politici, di un sistema di governo del territorio che finora ha portato solo asservimento ai poteri forti, impoverimento ed un progressivo attacco a diritti fondamentali con danni incalcolabili alla salute ed all’ambiente.

Di fronte a questi scenari che rappresentano un evidente arretramento delle politiche che volevano segnare un cambiamento di rotta nella nostra provincia, suscita perplessità il modo, invero unilaterale, con il quali il Partito Democratico ha voluto per ora sospendere la trattativa per la definizione di quadro politico, programmi e candidature in vista degli appuntamenti elettorali. In questa situazione, per evitare illazioni e disorientamenti, sottolineiamo l’esigenza che il Partito Democratico faccia chiarezza sulle notizie di stampa che ipotizzano intese politico elettorali tra lo stesso PD ed il costituendo terzo polo. Ipotesi questa che consideriamo ovviamente in stridente contrasto con gli interessi vitali della nostra comunità brindisina e che ci vedrebbe schierati in una posizione chiaramente e duramente alternativa.

Per queste ragioni le forze politiche di Sinistra ribadiscono con sempre maggiore convincimento la necessità di verificare rapidamente se sussistono le condizioni di una conferma della coalizione politica che ha finora retto il governo alla Provincia di Brindisi, attraverso la definizione di un programma di legislatura inequivocabile nei punti cruciali dello sviluppo, della tutela dei diritti fondamentali e della difesa dell’ambiente nonché con l’indicazione di una candidatura alla guida dell’Ente condivisa, autorevole ed innovativa.

Brindisi, 18 marzo 2009

Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, coordinamento de “la Sinistra”
(Movimento per la Sinistra, A Sinistra, Sinistra Democratica), Partito Socialista

martedì 24 febbraio 2009

BRINDISI: COSTITUITO COORDINAMENTO PROVINCIALE PER LA SINISTRA

Brindisi: costituito coordinamento provinciale per “la Sinistra”

Coi lavoratori, a difesa della Costituzione, per l’unità della Sinistra

Si è riunita a Mesagne nella serata di venerdì scorso, l’assemblea unitaria di Sinistra Democratica, del Movimento per la Sinistra fondato da Nichi Vendola e di A Sinistra. L’incontro, molto partecipato nella presenza e negli interventi, dopo le relazioni introduttive di Pablo Zito, Toni Matarrelli e Giancarlo Canuto, coordinatori dei tre gruppi politici, ha confermato l’unanime esigenza di serrare le file per un lavoro comune in questa difficilissima fase della vita del Paese e delle sorti della Sinistra.
In particolare l’Assemblea ha voluto ribadire come prioritari per la propria azione politica sia l’obiettivo di tutelare i più deboli ed i lavoratori dalla gravissima crisi economica i cui effetti devastanti incombono su un territorio di per sé già pesantemente provato da uno sviluppo mai compiuto e sia la lotta per la difesa della Costituzione, dei suoi principi fondamentali mai applicati nella sostanza e che ora rischiano di essere cancellati anche nella forma. In questa drammatica congiuntura il centrodestra ed il suo leader Berlusconi, a fronte di opposizioni politiche che stentano a far sentire la propria voce, si dimostrano inadeguati rispetto alla gravità della crisi e utilizzano ogni occasione per comprimere l’esercizio di alcuni diritti democratici, partorire leggi “razziali”, addomesticare l’informazione e limitare l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura minandone il prestigio.
Occorre quindi rapidamente attrezzarsi per superare questa condizione di soggezione culturale e di paralisi politica rispetto alla egemonia delle destre, ridando fiato e spazio alle opposizioni oggi presenti nel Paese e realizzando le convergenze massime possibili con l’intento di arrestare la pesante involuzione democratica in atto. In questa prospettiva i prossimi appuntamenti elettorali di giugno rappresentano un banco di prova fondamentale per provare a innescare una inversione di tendenza rispetto ai negativi risultati recenti. In particolare la sinistra è chiamata a promuovere processi unitari che superino ogni forma di frammentazione o divisione. Ed in questa direzione è auspicabile che il tentativo di costituire un nuovo soggetto politico unitario della sinistra coinvolga quante più forze politiche possibili. Un’operazione caratterizzata da una chiara identità antiliberista e pacifista, radicata nel territorio in un costante dialogo con le espressioni più avanzate del centro riformista ed aperta ai contributi di cultura laica, comunista, socialista, ambientalista e d’ispirazione cristiana.
Per realizzare questo obiettivo è fondamentale una sperimentazione dal basso di questi processi unitari e con questi intenti l’Assemblea ha costituito un coordinamento provvisorio per “la Sinistra” in provincia di Brindisi, di cui fanno parte i coordinatori provinciali dei tre movimenti, i quali avvieranno una serie di incontri tesi a verificare ulteriori possibili convergenze con le aree politiche che possano essere interessate a questo processo unificante. In particolare è intendimento dell’Assemblea rendere stabile ogni terreno di confronto e azione comune con Rifondazione Comunista ed i Comunisti Italiani e con essi proseguire nelle trattative col Partito Democratico e gli altri partiti del centro-sinistra – in vista delle elezioni amministrative – per realizzare coalizioni ampie e coese, alternative al centrodestra nei contenuti programmatici, nella metodologia di governo e nel personale politico.

Brindisi, 23 febbraio 2009
Giancarlo CANUTO – Coordinatore Provinciale A Sinistra
Toni MATARRELLI – Movimento per la Sinistra
Pablo ZITO – Coordinatore Provinciale Sinistra Democratica

mercoledì 14 gennaio 2009

MESAGNE LO SCONCERTANTE SPOSTAMENTO DEL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI

MESAGNE: LO SCONCERTANTE SPOSTAMENTO
DEL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI


Nei giorni scorsi si è dato corso allo spostamento del Comandante, facente funzioni, dei Vigili Urbani Bartolomeo Fantasia all’Ufficio Anagrafe, trasferimento avvenuto - forse anche contro la sua volontà - nonostante l’atavica carenza di personale nella Polizia Municipale e che priva la città della sua comprovata esperienza in un delicato settore.

Si tratta di un provvedimento di cui francamente non si capiscono le ragioni e del quale ci riserviamo di chiedere conto al Sindaco Incalza nelle sedi e nei modi istituzionalmente previsti.

Intanto, certi di interpretare il sentimento di tanti liberi cittadini, esprimiamo pubblicamente riconoscenza e gratitudine al comandante uscente dei Vigili Urbani Bartolomeo Fantasia, per l'alto senso civico e per l'abnegazione dimostrata nello svolgimento di una funzione difficile ed impegnativa che crediamo egli abbia svolto con equilibrio e misura a beneficio esclusivo della città.

Mesagne, 13 gennaio 2009

dr. Pompeo MOLFETTA
Capogruppo Consigliare A Sinistra / Rifondazione Comunista

mercoledì 7 gennaio 2009

LA PIANTA DISORGANICA


La pianta “disorganica”

La Giunta Incalza sta varando un riordino complessivo della pianta organica del Comune di Mesagne. Quando si predispongono cambiamenti così radicali nell’assetto organizzativo della macchina amministrativa bisogna ponderare bene ogni atto perché si va ad incidere sulla vita lavorativa, professionale ed economica di tante persone oltre che sulla qualità dei servizi resi alla città e sulla efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa nel suo complesso.

Per questo è necessario partire da una disamina attenta dei bisogni, delle risorse umane e degli obiettivi politici che si intendono raggiungere. E’ necessario inoltre che l’impianto complessivo della manovra, la sua “ratio politica” e le sue ripercussioni operative siano innanzitutto pensate insieme al Segretario Generale (posto vacante dal 1° gennaio), sentito il Nucleo di Valutazione, partecipato agli organismi di rappresentanza dei lavoratori, ai dirigenti e alle forze politiche presenti in Consiglio comunale. Tutto questo per cercare di guadagnare sostanziali margini di consenso alla manovra, ridurre al minimo il contenzioso giuridico individuale e dare una generale carica motivazionale per avviare e sostenere il cambiamento.

Mi pare invece che sia stata fin qui approssimativa l’analisi, del tutto incerti gli obiettivi amministrativi, assente la partecipazione mentre tutto sembra muovere dalla fregola revisionista di chi, in giunta ed in maggioranza, mira soltanto a distruggere tutto ciò che è stato fatto nel passato.

La precedente struttura “a pettine” aveva una sua logica, quello che non ha funzionato è stata l’applicazione del principio di collegialità su cui doveva fondarsi il collegamento orizzontale fra i vari settori; ma anche questo è un errore imputabile più alla politica che alla applicazione gestionale del modello organizzativo. Oggi per correggere quei limiti si smantella l’impianto complessivo e si passa alla riproposizione di un vecchio sistema piramidale peraltro riveduto e corretto con alcune macroscopiche aberrazioni. La piramide per ora non si compie in modo perfetto poiché manca il vertice, cioè il collettore delle quattro macroaree che dovrebbe essere individuato nella figura del segretario generale o del direttore generale, posti attualmente vacanti.

Si è costituita ex novo, come un’onda anomala, la più grossa macroarea “Patrimoniale-Ambientale e dei Servizi Demografici” grazie alla confluenza impropria e forzosamente innaturale di servizi e funzioni di natura tecnica (ecologia, ambiente, energia ecc..) di natura giuridica (appalti, contratti, patrimonio) e di natura sociale (servizi demografici, rapporti con i quartieri). Il tutto è affidato alla responsabilità di una dirigente (la dr.ssa Andriola) che ha indubitabili competenze giuridiche ma non certo il dono dell’onniscienza. L’Urp che è primario servizio di interfaccia con il cittadino viene stralciato dall’area di naturale appartenenza e affidato direttamente alla competenza del Segretario, che però non c’è.

Sembra, inoltre, che si voglia produrre una sorta di rivoluzione “gerontocratica” in cui il futuro dell’ente viene messo nelle mani, pur autorevoli, di funzionari che o sono già pensionati o sono in procinto di esserlo, mentre le nostre migliori risorse giovanili, su cui si è positivamente investito in questi anni, vengono in buona parte retrocessi a funzioni parasubordinate (non potrebbero firmare atti di rilevanza giuridica) o addirittura clamorosamente umiliate. Come succede con ogni evidenza nel caso della dr.ssa Galiano che passa dall’eccellente ruolo di coordinatrice di tutte le iniziative culturali ad una sorta di “guardiania” dell’archivio storico e della pinacoteca comunale luoghi ameni notoriamente non frequentati da nessuno. Né credo possa gioire la dr.ssa Baldassarre cui le viene “scippato” per innominabili ragioni lo Sportello Unico, che lei ha faticosamente costruito e che è stato il presupposto tecnico per l’allestimento della zona industriale e per l’insediamento della grande distribuzione. E che dire dell’ing. D’Adorante che insieme all’ex assessore Indolfi ha letteralmente inventato, strutturato il settore dell’ecologia e l’ambiente su cui ha accumulato competenza ed esperienza e che oggi va all’agricoltura e al canile? Qual è la ragione di tanto furore nei confronti di dirigenti che tutti ci invidiano? C’è un retro pensiero politico alla base di promozioni e bocciature?

Infine un altro elemento di perplessità è legato al fatto che, grazie alla modifica del Regolamento sul funzionamento degli Uffici e dei Servizi comunali, si consente l’assunzione discrezionale di nuove figure dirigenziali evitando così di ricorrere ad un concorso pubblico.

Mesagne, 7 gennaio 2009

dr. Pompeo MOLFETTA
Capogruppo A Sinistra \ PRC Consiglio Comunale

lunedì 22 dicembre 2008

MESAGNE: DOVE E' FINITO LO SLOGAN DI INCALZA?

MESAGNE: DOVE E’ FINITO LO SLOGAN DI INCALZA?

Fin dalla prima affermazione di Incalza ero convinto, insieme al Movimento che rappresento, della necessità di farlo restare in carica perché governando il centrodestra avrebbe in maniera clamorosa dimostrato tutte le sue carenze, i suoi appetiti e la sua inadeguatezza. Tali previsioni non solo oggi si rivelano esatte anzi si è andati al di là di ogni cupa aspettativa. Le tre parole chiave del centro-destra nella campagna elettorale scorsa sono state: partecipazione, legalità e trasparenza. Riporto qui di seguito alcuni degli episodi più importante che hanno caratterizzato l’operare del Sindaco Incalza e della sua Giunta politica per verificare quanto i tre principi siano stati tenuti in conto.

Episodio primo: arroccatosi dietro la falsa scusa della scarsità di tempo avuto a disposizione, il centro-destra occupandosi del nodo relativo all’Area Vasta presenta una accozzaglia di schede progetto che poco hanno a che vedere l’una con l’altra; non ci si pone il problema delle ricadute del progetto sull’intera area e, soprattutto intendendo per partecipazione dare informazione su quanto la Giunta sta facendo, non ci si accorge che è proprio la partecipazione il cuore, l’anima del progetto e quindi l’origine dello stesso.

Episodio secondo: nel frattempo la giunta pressata dall’Auchan che ha estrema fretta di rinnovare la convenzione, con una delibera proroga il termine dell’accordo con la multinazionale non già fino al 2011, come era stato richiesto, ma fino al 2014 e senza coinvolgimento alcuno della città e delle istituzioni. Riuscire a trovare una logica politica in questo è impossibile a meno che non si guardi alla politica come ad un mercato e la rappresentanza democratica non conti nulla e si creda che possa essere un esercizio da riservare solo a chi avrà l’ardire di suonare al campanello (trasparenza, legalità).

Episodio terzo: il documento sulla rigenerazione urbana ha tenuto occupato il Consiglio Comunale per ben quattro sedute. Nella prima di queste l’Assessore Semeraro presenta un documento che viene palesemente e inequivocabilmente accusato di plagio (arte del copia e incolla) da vari consiglieri dell’opposizione. La giunta e l’assessore in primis rimediano una figuraccia alle quali è difficile assistere non sanata nemmeno quando si giunge all’ultimo dei quattro Consigli o perché mentre la prima parte del testo all’esame è stata cambiata (almeno nella forma) la seconda parte è totalmente e nuovamente copiata da un documento adottato da alcune città del nord Italia. Si tratta quindi di una nuova dimostrazione di inadeguatezza e incapacità dell’assessore che comunque resta al proprio posto.

Episodio quattro: il sindaco Incalza convoca i capigruppo consiliari e i segretari di partito ad un incontro con l’Auchan e le Leroy Merlin, unitamente ai rappresentanti delle varie categorie produttive, per dare l’opportunità a questi colossi commerciali di pretendere riconoscenza dalla città per ciò che stanno facendo per il territorio. Un comportamento francamente arrogante, fin qui mai esibito, e che solo un’amministrazione prona e ammorbidita ha potuto consentire. La giunta Incalza è riuscita a ribaltare il rapporto di forza tra l’Auchan e la città, rapporto che le passate amministrazioni avevano faticosamente costruito e difeso. Ed è proprio a margine di quell’appuntamento che il Sindaco dirà di aver “segnalato qualcuno – a Leroy Marlin – per essere presi in considerazione per l’assunzione” e di aver suggerito anche le aziende disposte ad eseguire i lavori. Non mi sottraggo dal rilevare la gravità di tali dichiarazioni e per quanto mi riguarda deplorevoli e inammissibili sono soprattutto gli atti che le hanno accompagnate e che hanno creato di fatto una distinzione tra disoccupati di serie A e disoccupati di serie B, tra veramente bisognosi e bisognosi così così. Tali pratiche sono vergognose e non importa da che parti vengono perché tali restano. Realizzate e dichiarate (in trasparenza) dal Sindaco sono non solo disonorevoli ma addirittura lesive del prestigio della città e della Istituzione che rappresenta.

Questi riportati sono solo alcuni degli episodi succedutesi in questi mesi, tra qualche giorno verranno al pettine altri nodi come quello relativo alla raccolta differenziata e indifferenziata e il riassetto dirigenziale degli uffici comunali. Anche queste ultime già avviate senza nessun percorso di partecipazione e di trasparenza e con dubbi seri se non sulla legalità almeno sulla legittimità. Dove è finito lo slogan di Incalza?

Mesagne, 22 dicembre 2008

Cosimo GUIDO
coordinatore cittadino di A Sinistra - Mesagne

sabato 13 dicembre 2008

MESAGNE E GLI EPISODI CRIMINALI

A SINISTRA Movimento Politico Antilberista e PacifistaMesagne

MESAGNE E GLI EPISODI CRIMINALI: PREOCCUPAZIONE ALTISSIMA E REAZIONE ADEGUATA

L’episodio criminoso che ha colpito Enzo Neve, imprenditore e cittadino attivo, al di là della rudimentalità con cui si è svolto è un evidente segnale che nella nostra città la lotta per la legalità subirà sempre un contrasto notevole.
Enzo Neve poteva essere colpito per diverse ragioni, e gli inquirenti indagheranno per stabilire quali di queste potrà essere quella giusta, ma è proprio questa esposizione subito intimidita che rappresenta il livello insopportabile per la coscienza civile della nostra comunità.
A Mesagne la resistenza democratica, il confronto dialettico, lo scontro aspro, la lotta per la legalità devono essere assicurate in ogni caso e senza nessuna limitazione e per questa ragione il Movimento A Sinistra è allarmato e impegna tutte le istituzioni, nei vari livelli di responsabilità, a garantire che tutto ciò possa proseguire in questa città con rinnovato vigore.
Ancor di più va ritrovato questo slancio unitario delle Istituzioni, delle forze sociali e politiche se il bavaglio lo si vuole mettere al tentativo, difficile ma necessario, di realizzare in questa nostra comunità una rete antiracket autentica ed efficace. Da anni si lavora in questa direzione e ogni passo deve essere sostenuto e difeso, compresa quest’azione tesa a coinvolgere il numero maggiore di imprenditori, commercianti e artigiani possibili.
Siamo consapevoli che la criminalità non ha masi smesso di aggredire la parte sana della nostra città ed abbiamo il timore di ritenere che da anni, qui come in altre regioni d’Italia, conviva con essa con modalità più tollerabili e contigue, creando una larga zona d’ombra dove forti sono le ambiguità e le convivenze. Per questa ragione siamo convinti che chi ha responsabilità di ogni tipo debba sentire forte il dovere di compiere atti e scelte che siano sempre limpide e trasparenti altrimenti la lotta per la legalità si annacqua fino a divenire sterile.
Il Movimento A Sinistra per la parte che lo riguarda, nel nostro caso nell’ambito politico, proseguirà sempre a tenere alta la tensione affinché l’agire politico e amministrativo sia sempre improntato al massimo rigore, al rispetto scrupoloso delle leggi, con percorsi condivisi e trasparenti, annullando ogni forma di privilegio per chiunque. Crediamo che se insieme si agisce in questa direzione si rafforza il fronte a difesa della legalità. In caso contrario c’è il rischio di pronunciare solo parole vuote prive di significato ed inutili divengono le solidarietà velocemente espresse.
Mesagne, 13 dicembre 2008
A SINISTRA Movimento Politico Antilberista e PacifistaMesagne

martedì 2 dicembre 2008

PIETA' PER L'ELETTORATO PROGRESSISTA

Pietà per l’elettorato progressista
Ma i gruppi dirigenti dei partiti del vecchio centrosinistra riescono ad immaginare la delusione, la mortificazione e persino la rabbia di tanti cittadini nel momento in cui apprendono dalla televisione o dai giornali le imprese di questi campioni del doppio gioco e dello sgambetto che si consumano in interminabili diatribe mentre la casa brucia e vanno in rovina speranze e progetti di ripresa? Si rendono conto di quanto le loro ambizioni ed i loro personalismi, che non hanno nulla a che fare con una corretta dialettica interna, sono lontani dai drammi sociali del nostro tempo e dalle attese dei lavoratori e dei cittadini meno tutelati? Di seguito articolo di Michele Di Schiena.

Pietà per l’elettorato progressista
La sinistra radicale, che ha pagato nelle ultime elezioni politiche con l’esclusione dal Parlamento il prezzo di certe ambiguità e di certe discutibili scelte, invece di riprendere il processo unitario all’insegna della solidarietà tra le sue componenti e dell’innovazione politica, si divide aspramente fra le formazioni che ne fanno parte e all’interno di alcune di esse fra coloro che vagheggiano un coagulo di forze comuniste tutte centrate sulla propria identità con un forte richiamo al passato e quanti vorrebbero costruire un soggetto unitario alternativo al sistema dominante ma pluralistico nelle sue componenti culturali ed aperto al confronto col Partito Democratico. Voci diverse, accese rivalità ed assenza di un cammino comune necessario per interpretare la domanda di un radicale cambiamento proprio nel momento in cui questa domanda riceve credibilità e forza dagli esiti drammatici di una crisi finanziaria e di una recessione economica che mettono a nudo il pauroso fallimento delle politiche liberiste.
Per il momento quindi nessuna schiarita a sinistra ma tempo cupo e fortemente perturbato anche nel Partito Democratico sul quale grava la responsabilità di gestire in modo appropriato il consenso del 33% dell’elettorato ottenuto nelle recenti elezioni politiche nonché il dovere, assunto esplicitamente all’indomani del voto, di dare voce nella Camera e nel Senato alle sensibilità e agli umori della sinistra di alternativa rimasta priva di rappresentanza parlamentare. E’ davvero desolante lo scenario dei conflitti scatenati nel citato partito da aree interne che, ben oltre la vecchia esperienza delle correnti, si costituiscono in una sorta di “partiti nel partito” sotto le mentite spoglie di associazioni culturali. Aree che, andando alla strumentale ricerca di fantomatici dissensi dalla linea dell’on.le Veltroni che tutti avevano in qualche modo chiamato alla guida del partito, spendono le loro energie per mettere in difficoltà l’attuale leadership. E lo fanno mentre la segreteria del PD è faticosamente impegnata a costruire la struttura del partito ed a misurarsi con gli errori e le arroganze del Governo e con i gravi problemi provocati da una crisi economica che scuote l’intero pianeta.
E’ come se l’on.le Veltroni sia stato mandato ad affrontare una difficilissima campagna elettorale dall’esito negativo scontato da chi cerca oggi di togliergli il terreno sotto i piedi per costringerlo alla resa senza avvertire la minima preoccupazione per le conseguenze del proprio operato facendo così un ambitissimo dono all’on.le Berlusconi proprio mentre incomincia a scricchiolare, sotto il peso di una crescente protesta popolare, il trono sul quale il Cavaliere si era baldanzosamente assiso. Quel Berlusconi che tenta in ogni modo di isolare il PD definendo incompatibili o eversive tutte le forze che potrebbero con esso allearsi: ieri la sinistra radicale, oggi l’Italia dei Valori dell’on.le Di Pietro e domani in ipotesi l’Udc dell’on.le Casini. Ciò che accade nel PD appare allora davvero sconfortante: da una parte, offerte di collaborazione condite da malcelate minacce, interviste aspramente critiche che indeboliscono la guida del partito, manovre sottobanco, suggerimenti ad avversari su “pizzini” di giornale nel corso di trasmissioni televisive, scoperto sostegno a parlamentari come il sen. Villari in conflitto con le scelte della segreteria e, dall’altra, reazioni a volte scomposte che superano l’ambito della legittima difesa e che finiscono comunque per alimentare un’inammissibile rissa interna. «E se non piangi (elettore di sinistra ed elettore riformista) di che pianger suoli?» .
Ma si domandano i gruppi dirigenti dei partiti del vecchio centrosinistra nel suo complesso, dalle frange più radicali della sinistra alle aree più moderate del Partito Democratico, come reagiscono di fronte a questo deprimente spettacolo i loro elettori? Riescono ad immaginare la delusione, la mortificazione e persino la rabbia di tanti cittadini nel momento in cui apprendono dalla televisione o dai giornali le imprese di questi campioni del doppio gioco e dello sgambetto che si consumano in interminabili diatribe mentre la casa brucia e vanno in rovina speranze e progetti di ripresa? Si rendono conto di quanto le loro ambizioni ed i loro personalismi, che non hanno nulla a che fare con una corretta dialettica interna, sono lontani dai drammi sociali del nostro tempo e dalle attese dei lavoratori e dei cittadini meno tutelati? Domande destinate a restare senza risposta che sfociano in un’accorata richiesta: gli autori di questi malinconici comportamenti abbiano finalmente pietà dell’elettorato progressista e sappiano trarre da questo virtuoso sentimento le doverose conseguenze.

Brindisi, 26 novembre 2008
Michele DI SCHIENA

lunedì 1 dicembre 2008

LA GIUSTA RACCOMANDAZIONE (a cura di Pompeo Molfetta)

LA “GIUSTA” RACCOMANDAZIONE

Le dichiarazioni rese dal Sindaco, con cui ha inteso precisare che nello svolgimento ordinario delle sue funzioni egli non “raccomanda” ma si limita a “segnalare”, hanno diffuso in città comprensibile sconcerto. Si tratterebbe ora di capire quale sia secondo la personalissima concezione del Sindaco la differenza tra le due pratiche rispetto ai criteri di trasparenza e correttezza su cui tanti proclami il centro-destra aveva lanciato in campagna elettorale. Nell’ambito dello svolgimento di un incarico di pubblica responsabilità, si fa in effetti non poca fatica ad accettare la distinzione tra la “raccomandazione”, che rappresenterebbe una pratica ingiusta, disdicevole, esecrabile, immorale e talvolta penalmente perseguibile, e la “segnalazione”, che sarebbe invece atto lecito, nobile addirittura, e caritatevole in quanto mira ad aiutare le persone e le aziende più in difficoltà. In tutta evidenza è questa un’impostazione completamente inaccettabile, che oltre ad essere fondata su una logica un po’ troppo contorta, appare in contrasto con i criteri più elementari di trasparenza, nonché contraria allo spirito delle direttive relative alla gestione della cosa pubblica. Sono gravi dunque le parole del Sindaco, come i comportamenti che egli stesso ha confermato di aver tenuto perché lesive dei diritti di tutti i cittadini che hanno ancora il coraggioso ardire di affidarsi alle vie consuete stabilite dalla legge per poter avere il sempre più raro posto di lavoro.
Ne si può indulgere su quanto è accaduto perché Incalza parla in buona fede o ancor peggio perché pare non rendersi conto che segnalando alcuni ha calpestato i diritti di tanti altri che si trovavano nelle stesse o peggiori condizioni ma che per costruirsi un’opportunità non hanno puntato a muovere a commiserazione il potente di turno. Egli sembra non accorgersi della grande responsabilità che ricopre con la carica di Sindaco, che deve essere di garanzia per tutti e con le modalità previste per il buon amministratore corretto e non quelle del buon padre di famiglia compassionevole. Il Sindaco inoltre, sostenuto irresponsabilmente anche dal vice-sindaco De Punzio, sembra non accorgersi che il suo tentativo di legittimazione culturale oltre che politico-istituzionale di quella che egli chiama “segnalazione” ha un potere di devastazione maggiore di ogni raccomandazione. Ci si deve allora chiedere quanto sia adeguato a ricoprire un simile incarico chi scivola così clamorosamente su un tema fondamentale della convivenza civile ed è a capo di un’amministrazione che in sei mesi è riuscita ad andare ben oltre ogni più fosca previsione.
Inadeguatezza peraltro confermata ed aggravata dalle spietate cronache dei consigli comunali di questi mesi in cui Incalza e la sua Giunta di centrodestra hanno affrontato, nella totale improvvisazione i nodi cruciali dello sviluppo economico del nostro territorio come l’Area Vasta, i programmi di Rigenerazione Urbana, i rapporti con Auchan. Ma anche, fuori dal “palazzo”, dalle voci non smentite di una cooperativa “degli amici” nata improvvisamente come una sorta di “multiservizi” pronta ad ereditare qualsiasi incarico pubblico. Ancor meno esaltante è stato l’assalto alle cariche direttive del centro polivalente anziani o vedere, vecchi e nuovi imprenditori, tirar fuori dai cassetti i progetti delle loro megalottizzazioni per riavviare investimenti speculativi sul terreno dell’edilizia residenziale o ricettiva. Ed infine non ci sfugge come stia diventando prassi amministrativa la gestione familista di incarichi e servizi pubblici.
Il centro-sinistra che dagli anni novanta ha contribuito a realizzare uno storico salto di qualità per la nostra città nonostante i grandi risultati in tutti i settori ha manifestato limiti, ha commesso errori ed è stato in grado di confrontarsi aspramente, al proprio interno e con la città, consumando anche fratture dolorose, eppure tentando di avviare un processo che porti ad un reale cambiamento di rotta, un processo che segni un rinnovamento alimentato in positivo proprio dalla consapevolezza di certi errori. Oggi invece bisogna limitarsi a prendere atto che Incalza e il centrodestra non rappresentano un’alternativa credibile, non possono lavorare al progresso della nostra città perché inadeguati, per un piano di governo che non hanno, per una concezione di buon governo che non gli appartiene. Limiti esorbitanti che di certo l’eventuale buona fede di una persona, quando non diventa ingenuità distratta, non può mascherare. E’ questo da oggi sotto gli occhi di tutti i cittadini: l’evidenza impietosa di un’inesorabile, insostenibile inadeguatezza politica.

Mesagne, 1 dicembre 2008
dr. Pompeo Molfettacapogruppo consiliare A Sinistra \ Rifondazione Comunista

mercoledì 26 novembre 2008

LE INACCETTABILI DICHIARAZIONI DELL'ON.VITALI

Le inaccettabili dichiarazioni dell’on. Vitali

Apprendiamo che l’on Luigi Vitali, commissario provinciale di Forza Italia, ha reso le seguenti dichiarazioni sulle dimissioni del sindaco Mennitti: “il problema di fondo è il rigassificatore … io non ho scelta tra lui (il Sindaco n.d.r.) e la posizione del Governo, devo seguire le indicazioni di Berlusconi a prescindere dalle vicende processuali in atto … Se Mennitti è per il no è meglio che non dia la propria disponibilità al ritiro delle dimissioni. Dovremo in quel caso cercarci un futuro candidato”.
Ci auguriamo che si tratti di un fraintendimento perché se le cose stessero come abbiamo avuto modo di leggere, ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo che si colloca fra la provocazione e l’assurdo. In attesa di un’auspicata rettifica, per la malinconica ipotesi del silenzio o della conferma rileviamo quanto segue:
· l’on. Vitali fa giungere all’on. Mennitti un vero e proprio diktat con la sola motivazione secondo la quale egli deve “seguire le indicazioni di Berlusconi” senza una straccio di ragioni diverse e senza tenere in alcun conto la legittima autonomia del ruolo del Sindaco e delle prerogative dell’Ente locale nonché senza dare alcun peso agli orientamenti dei cittadini, agli interessi del territorio e alla tutela dell’incolumità delle nostre popolazioni;
· si tratta verosimilmente di una posizione personale dell’on. Vitali dal momento che non risultano in proposito deliberazioni degli organi direttivi di Forza Italia (non sappiamo peraltro se Forza Italia esiste ancora o se sia già confluita nel PDL del quale fa parte anche Alleanza Nazionale);
· la sortita dell’on. Vitali contraddice platealmente le posizioni ufficiali del suo partito che è sempre stato contrario – per come risulta dalle notizie dei mezzi di informazioni locali – alla realizzazione del rigassificatore a Capobianco (non quindi in altri siti del territorio provinciale) e per come emerge dalle scelte delle rappresentanze consiliari del Comune e della Provincia di Brindisi e della Regione Puglia (o.d.g. del 4 agosto 2005) che si sono sempre espresse col voto contro la costruzione dell’impianto nel predetto sito;
· l’on. Vitali sembra non tenere in alcuna considerazione l’esito (incerto per noi come per tutti i comuni mortali) della Valutazione d’Impatto Ambientale e della connessa consultazione delle popolazioni interessate, procedure tuttora in corso il cui risultato è auspicabile non sia già noto a qualcuno;
· sul riferimento, infine, che l’on. Vitali fa al processo penale in corso contro alcuni manager e dirigenti della British Gas per reati di corruzione e contro la predetta società per l’illecito amministrativo consistente nel non aver prevenuto simili reati, ci limitiamo a manifestare la nostra sorpresa che l’egregio parlamentare liquidi la questione con un candido “a prescindere dalle vicende processuali in atto”.
Il movimento di opinione di cui facciamo parte non si è mai politicamente schierato e neppure lo farà nella prossima campagna elettorale amministrativa. Ma non possiamo non rilevare lo sconcerto che nell’opinione pubblica locale provocano, se confermate, le dichiarazioni dell’on. Vitali anche per il modo col quale egli si rivolge al Sindaco Mennitti, colpevole solo di aver correttamente interpretato sul problema del rigassificatore diffuse e sentite sensibilità popolari.
Brindisi, 26 novembre 2008

Michele Di Schiena, Enrico Favuzzi, Teodoro Marinazzo, Maurizio PortaluriFabio Protopapa, Giorgio Sciarra, Pablo Zito

lunedì 13 ottobre 2008

TROPPE OMBRE NEL RAPPORTO TRA COMUNE DI MESAGNE E AUCHAN (di Pompeo Molfetta)


Troppe ombre nel rapporto tra Comune di Mesagne e Auchan

Nell’ultimo Consiglio comunale, rinviato per il malessere del Sindaco Incalza, si sarebbe dovuto affrontare la questione del completamento del parco commerciale Auchan con la prossima apertura di una nuova struttura di vendita. Il rinvio ha impedito di poter rivolgere importanti domande allo stesso Sindaco per meglio comprendere il ruolo svolto dal Comune di Mesagne in questa fase del rapporto con la grande multinazionale francese. Attenderemo quindi la prossima convocazione ma intanto intendiamo rendere noti gli aspetti su cui riteniamo necessario giungano chiarimenti ed approfondimenti.

Il 22 settembre scorso Auchan, per recuperare il tempo perduto e completare il parco commerciale entro i termini fissati per l’apertura di Leroy- Merlin (fine novembre 2008), chiede all’Amministrazione Comunale di sottoscrivere un Protocollo d’Intesa in cui siano definiti gli atti amministrativi riguardanti quegli aspetti urbanistici che sono propedeutici al rilascio della autorizzazione commerciale secondo quanto previsto dalla “vecchia” Convenzione che regola fin dall’inizio i rapporti tra il Comune di Mesagne ed il colosso transalpino. Infatti soltanto l’applicazione di alcune norme presenti in Convenzione (in particolare art.7) consente una procedura “abbreviata” in grado di derogare alle leggi ordinarie e di far guadagnare il tempo che serve per rendere agibili gli spazi di vendita prima che siano ultimate e collaudate le opere di urbanizzazione. Senza questo passaggio Leroy-Merlin probabilmente rischierebbe di non aprire neanche per Natale con ovvie incalcolabili ricadute sul piano economico.

Il vero elemento di novità è però rappresentato dal fatto che proprio il 22 settembre scorso questa “Convenzione” è scaduta senza che né l’Auchan né il Comune se ne siano avveduti o preoccupati poiché nessun atto è stato avviato per il rinnovo della Convenzione nella sua sede naturale che è il Consiglio comunale. In fretta e furia i rappresentanti della azienda francese cercano di correre ai ripari chiedendo alla Giunta Incalza di sottoscrivere un Protocollo d’intesa che contenga la proroga della Convenzione fino al 2011. Il governo cittadino con delibera di Giunta (n°196 del 26/9/2008) accetta in toto le richieste fatte da Auchan e in uno slancio di generosità prolunga la Convenzione fino al 2015 (4 anni in più di quelli richiesti).

Un atto che noi riteniamo illegittimo e del quale abbiamo chiesto l’immediata revoca con la presentazione di un Ordine del giorno che si sarebbe dovuto discutere e votare proprio nella seduta del Consiglio che è stata poi rinviata. La proroga della Convenzione infatti è un atto di esclusiva pertinenza del Consiglio Comunale che lo ha sottoscritto dieci anni fa e che è il solo organismo istituzionale che può variarla o prorogarla. Ma la Giunta comunale con questa delibera, non solo ha delegittimato il Consiglio Comunale, ma ha soprattutto mortificato una città, che nelle sue varie articolazioni economiche, politiche e sociali, ha chiesto da tempo una ricognizione, una verifica sullo stato dei luoghi per comprendere se tale colosso commerciale in questi 10 anni abbia prodotto quelle ricadute economiche, occupazionali e d’immagine che tutti auspicavamo o se non ha piuttosto drenato risorse dal territorio, se non ha favorito processi di precarizzazione sociale della nostra città.

Alcune di queste censure sono già state espresse al Sindaco dal rappresentante delle associazioni di categoria e si è potuto cogliere hanno creato un evidente malessere anche all’interno della maggioranza che è stata in buona parte esclusa dalle informazioni su questo argomento su cui evidentemente ci deve esser stato una sorta di consegna cautelare del silenzio. Su questi interrogativi è chiamato a rispondere direttamente il Sindaco Incalza, che temiamo abbia delegato troppo la gestione della delicata vicenda e che ora auspichiamo fornisca con atti chiari e trasparenti, al Consiglio comunale e alla città tutta, il resoconto preciso sui fatti e su quali atti voglia compiere, anche in regime di autotutela, perché la nostra città affronti con dignità e rigore il delicatissimo rapporto col colosso multinazionale.

Mesagne, 13 ottobre 2008

dr. Pompeo Molfetta
Capogruppo consiliare
A Sinistra – Rifondazione Comunista




buzzoole code