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lunedì 1 dicembre 2008

LA GIUSTA RACCOMANDAZIONE (a cura di Pompeo Molfetta)

LA “GIUSTA” RACCOMANDAZIONE

Le dichiarazioni rese dal Sindaco, con cui ha inteso precisare che nello svolgimento ordinario delle sue funzioni egli non “raccomanda” ma si limita a “segnalare”, hanno diffuso in città comprensibile sconcerto. Si tratterebbe ora di capire quale sia secondo la personalissima concezione del Sindaco la differenza tra le due pratiche rispetto ai criteri di trasparenza e correttezza su cui tanti proclami il centro-destra aveva lanciato in campagna elettorale. Nell’ambito dello svolgimento di un incarico di pubblica responsabilità, si fa in effetti non poca fatica ad accettare la distinzione tra la “raccomandazione”, che rappresenterebbe una pratica ingiusta, disdicevole, esecrabile, immorale e talvolta penalmente perseguibile, e la “segnalazione”, che sarebbe invece atto lecito, nobile addirittura, e caritatevole in quanto mira ad aiutare le persone e le aziende più in difficoltà. In tutta evidenza è questa un’impostazione completamente inaccettabile, che oltre ad essere fondata su una logica un po’ troppo contorta, appare in contrasto con i criteri più elementari di trasparenza, nonché contraria allo spirito delle direttive relative alla gestione della cosa pubblica. Sono gravi dunque le parole del Sindaco, come i comportamenti che egli stesso ha confermato di aver tenuto perché lesive dei diritti di tutti i cittadini che hanno ancora il coraggioso ardire di affidarsi alle vie consuete stabilite dalla legge per poter avere il sempre più raro posto di lavoro.
Ne si può indulgere su quanto è accaduto perché Incalza parla in buona fede o ancor peggio perché pare non rendersi conto che segnalando alcuni ha calpestato i diritti di tanti altri che si trovavano nelle stesse o peggiori condizioni ma che per costruirsi un’opportunità non hanno puntato a muovere a commiserazione il potente di turno. Egli sembra non accorgersi della grande responsabilità che ricopre con la carica di Sindaco, che deve essere di garanzia per tutti e con le modalità previste per il buon amministratore corretto e non quelle del buon padre di famiglia compassionevole. Il Sindaco inoltre, sostenuto irresponsabilmente anche dal vice-sindaco De Punzio, sembra non accorgersi che il suo tentativo di legittimazione culturale oltre che politico-istituzionale di quella che egli chiama “segnalazione” ha un potere di devastazione maggiore di ogni raccomandazione. Ci si deve allora chiedere quanto sia adeguato a ricoprire un simile incarico chi scivola così clamorosamente su un tema fondamentale della convivenza civile ed è a capo di un’amministrazione che in sei mesi è riuscita ad andare ben oltre ogni più fosca previsione.
Inadeguatezza peraltro confermata ed aggravata dalle spietate cronache dei consigli comunali di questi mesi in cui Incalza e la sua Giunta di centrodestra hanno affrontato, nella totale improvvisazione i nodi cruciali dello sviluppo economico del nostro territorio come l’Area Vasta, i programmi di Rigenerazione Urbana, i rapporti con Auchan. Ma anche, fuori dal “palazzo”, dalle voci non smentite di una cooperativa “degli amici” nata improvvisamente come una sorta di “multiservizi” pronta ad ereditare qualsiasi incarico pubblico. Ancor meno esaltante è stato l’assalto alle cariche direttive del centro polivalente anziani o vedere, vecchi e nuovi imprenditori, tirar fuori dai cassetti i progetti delle loro megalottizzazioni per riavviare investimenti speculativi sul terreno dell’edilizia residenziale o ricettiva. Ed infine non ci sfugge come stia diventando prassi amministrativa la gestione familista di incarichi e servizi pubblici.
Il centro-sinistra che dagli anni novanta ha contribuito a realizzare uno storico salto di qualità per la nostra città nonostante i grandi risultati in tutti i settori ha manifestato limiti, ha commesso errori ed è stato in grado di confrontarsi aspramente, al proprio interno e con la città, consumando anche fratture dolorose, eppure tentando di avviare un processo che porti ad un reale cambiamento di rotta, un processo che segni un rinnovamento alimentato in positivo proprio dalla consapevolezza di certi errori. Oggi invece bisogna limitarsi a prendere atto che Incalza e il centrodestra non rappresentano un’alternativa credibile, non possono lavorare al progresso della nostra città perché inadeguati, per un piano di governo che non hanno, per una concezione di buon governo che non gli appartiene. Limiti esorbitanti che di certo l’eventuale buona fede di una persona, quando non diventa ingenuità distratta, non può mascherare. E’ questo da oggi sotto gli occhi di tutti i cittadini: l’evidenza impietosa di un’inesorabile, insostenibile inadeguatezza politica.

Mesagne, 1 dicembre 2008
dr. Pompeo Molfettacapogruppo consiliare A Sinistra \ Rifondazione Comunista

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