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domenica 25 gennaio 2009

LA SANITA' MALATA


Mercoledì 28 Gennaio 2009 - Ore 18,00
Presso la Biblioteca Comunale di Mesagne, piazza IV Novembre
presentazione del libro
La sanità malata
Viaggio nella Puglia di Vendola
di Maurizio Portaluri
incontro con l’autore e dibattito
Introduce Valeria Arcangeli, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”

Esperienze e spunti di riflessione sulla Sanità pugliese al tempo della “Rivoluzione gentile” del presidente Nichi Vendola. Un medico diventato direttore generale di una ASL e un manager venuto dal Nord raccontano la loro esperienza, denunciano, segnalano, suggeriscono, propongono. Ne viene fuori uno spaccato impietoso e un’analisi coraggiosa dei mali che affliggono la Sanità del Mezzogiorno: dall’ingerenza della politica ai trasformismi manageriali, dal clientelismo alle speculazioni della casta dei medici, dalle pressioni dell’industria sanitaria e farmaceutica alle strumentalizzazioni delle associazioni di volontariato... Una radiografia che mette a fuoco e delinea con chiarezza i contorni di un’occasione mancata per il servizio pubblico di mettere al centro del suo impegno il cittadino-ammalato e che segna, forse, la fine di quel “momento magico” che la Sanità pugliese sembrava avviata a vivere.

Maurizio Portaluri è un medico brindisino nato nel 1960, laureato e specializzato nella cura dei tumori all’Università Cattolica di Roma, ha lavorato per undici anni nell’ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo e dal 1999 lavora in quello di Brindisi.
Maurizio Portaluri si occupa della tutela del diritto alla salute negli ambienti di vita e di lavoro partecipando alle attività del movimento di lotta per la salute Medicina Democratica e collaborando con l’associazione “Salute Pubblica” che cura una rivista omonima e un centro di documentazione informatico.

ALLI CUMPAGNI TI L'ASS. "G.DI VITTORIO"

A lli cumpagni ti l’ass. “G. Di Vittorio”

Bbravi cumpagni ti tiempi passati,
chini ti scienza e acculturati,
ca finalmenti nci l’atu cantati
a quiddi quattr’assessori mpupati.

Propia no sannu, cce so’ comuništi?
comu si faci cu capi l’artišti,
cuddu ch’è megghiu pi lu paisi
speci a šti tiempi, cupi, ti crisi.

Pi prima cosa àmm’a pinzari
a tuttu cuddu ca štai da fari:
alli trappiti ca štannu pricati
cchiù ti to sieculi sott’a lli štrati;

volun’assuti amprima ti fori,
po’ la truvamu la pezz’a culori,
cu l’affittamu a ci nn’av’a fari
nn’atra cantina cu pò spiculari.

Pi lu tiatru e pi li cuncierti
non eti pi loru, štatini certi;
quišti no sannu ti ddo si ccumenza
vui solamenti tiniti spirienza

ca lu sapiti, ormai pi mištieri,
la vera cultura è lu poteri,
cuddu ti faci nnu veru scinziatu
tuttu lu reštu vai cagnisciatu.

Quišti, anveci, s’ànnu permessi,
senza virgogna cu fannu li fessi
ànnu spindutu senza ti vui
ncunu miglioni e forsi ti cchiui

pi li capricci ti mienzu scrittori
ca si šta sonna cu faci l’attori,
ca nc’è vinutu cu scrivi ndialettu
ncuna cummetia o ncunu sunettu.

Faciti bbuenu, cumpagni firrati
quandu šti cosi li scia’ spirnacchiati
vui solamenti putiti curari
ncunu cirvieddu ca po’ scapulari.

Catone Tersonio

ALLI CUMPAGNI TI L'ASS. "G.DI VITTORIO"

A lli cumpagni ti l’ass. “G. Di Vittorio”

Bbravi cumpagni ti tiempi passati,
chini ti scienza e acculturati,
ca finalmenti nci l’atu cantati
a quiddi quattr’assessori mpupati.

Propia no sannu, cce so’ comuništi?
comu si faci cu capi l’artišti,
cuddu ch’è megghiu pi lu paisi
speci a šti tiempi, cupi, ti crisi.

Pi prima cosa àmm’a pinzari
a tuttu cuddu ca štai da fari:
alli trappiti ca štannu pricati
cchiù ti to sieculi sott’a lli štrati;

volun’assuti amprima ti fori,
po’ la truvamu la pezz’a culori,
cu l’affittamu a ci nn’av’a fari
nn’atra cantina cu pò spiculari.

Pi lu tiatru e pi li cuncierti
non eti pi loru, štatini certi;
quišti no sannu ti ddo si ccumenza
vui solamenti tiniti spirienza

ca lu sapiti, ormai pi mištieri,
la vera cultura è lu poteri,
cuddu ti faci nnu veru scinziatu
tuttu lu reštu vai cagnisciatu.

Quišti, anveci, s’ànnu permessi,
senza virgogna cu fannu li fessi
ànnu spindutu senza ti vui
ncunu miglioni e forsi ti cchiui

pi li capricci ti mienzu scrittori
ca si šta sonna cu faci l’attori,
ca nc’è vinutu cu scrivi ndialettu
ncuna cummetia o ncunu sunettu.

Faciti bbuenu, cumpagni firrati
quandu šti cosi li scia’ spirnacchiati
vui solamenti putiti curari
ncunu cirvieddu ca po’ scapulari.

Catone Tersonio

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - BASLET LECCE = 53-70

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - BASLET LECCE = 53 - 70

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Carriero Ale., Mazza 5, Canepa 15, Mitrotti 2,, Voglino 9, Scalera 25 Capodieci n.e., Risolo 9, Monna 8, Iaia. Allenastore: Massimo Distante.

BASKET LECCE: Paiano 6, Ferilli, Morel 19, Mazzarella, Durini n.e., Trullo 11, Benizio 5, Bruno n.e., Ventruto 10, Sierra 19. Allenatore: A. Laudisa.

Arbitri: Spano di Alberobello e Volgarino di Castellana Grotte.

Parziali: 21-9 6-17 16-22 10-22.

Una discreta Mens Sana 2MD Mesagne cede nel finale contro il Lecce dopo una prestazione convincente. Fuori De Maria per infortunio e con Voglino a mezzo servizio, i mensanini affrontano a viso aperto la terza forza del campionato. Coach Distante schiera Voglino, Risolo, Scalera, Canepa e Monna, mentre coach Laudisa mette in campo l'argentino Morel, l'uruguagio Sierra Morera, Benizio, Mazzarella e Ventruto. Partenza ubriacante per i mensanini che piazzano subito un break 10- 3 al 5', frutto di buone azioni in attacco con Risolo (9) 1/2 nei liberi, 4/9 da due e 0/2 da tre con 5 rimbalzi, Canepa (15) 5/7 nei liberi, 2/5 da due e 2/7 da tre, e il giovane Monna (8) 1/4 da due e 2/2 da tre con 5 rimbalzi, mentre una difesa finalmente accorta e il sacrificio di Voglino sul migliore realizzatore del campionato Sierra, fanno volare la Mens Sana Mesagne. Risolo commette subito due falli e lascia il posto a Mazza, mentre coach Laudisa chiede un time out che non porta frutti al Lecce e chiude la prima frazione sul 21-9. Solo due punti in azione per i leccesi e sette dalla linea della provvidenza. Nel secondo quarto Trullo prende il posto di Benizio e subito si fa sentire con due triple. Il Mesagne trova difficoltà verso il canestro e realizza solo sei miseri punti con Voglino, Canepa e Mitrotti. Coach Distante rimette Risolo e al riposo lungo i mensanini sono ancora in vantaggio 27-26. Inizia il terzo quarto con un sostanziale equilibrio tra le due squadre: il Lecce prova a scappare ma il Mesagne è sempre accorto per rimanere in partita. Al 5' del terzo tempino i salentini conducono 35-39 mentre salgono in cattedra Morel e e Sierra. Alla fine del terzo tempo partita ancora aperta e Lecce in vantaggio 43-48. Prova a chiudere l'incontro la squadra di coach Laudisa, ma i mensanini non ci stanno anche se la fatica comincia a creare qualche problema nella gestione di alcuni palloni importanti. Nell'ultimo quarto solo Risolo, Canepa e Scalera trovano la via del canestro, mentre Morel porta per mano i suoi compagni verso la vittoria. Alla fine risultato troppo pesante per quello che i mensanini hanno dimostrato in campo, anche se le scasre percentuali in attacco hanno penalizzato non poco Canepa e compagni. Prossimo turno per il Lecce in casa contro il Bari, mentre sabato prosimo a Brindisi, Palamalagoli ore 18:00, gara importante per i mensanini ai fini dei play out contro l'Eagles di Mastrorosa.

mercoledì 14 gennaio 2009

UNA SINISTRA CHE DEVE RITROVARE SE STESSA

Una sinistra che deve ritrovare se stessa

E’ un momento estremamente difficile sul piano nazionale per la sinistra riformista e per quella di alternativa: forze che, dopo il disastro elettorale dell’aprile scorso, avrebbero dovuto rinsaldare i loro rapporti interni e riaprire il dialogo per riprendere la loro iniziativa e fronteggiare la grave crisi politica ed economica in cui versa il Paese. Ma che, contrariamente alle aspettative, si sono scambiate reciproche accuse e si stanno dilaniando in lotte interne destinate a sfociare, per Rifondazione, in una lacerante scissione, oramai inevitabile e, per il Partito Democratico, in tensioni ed anarchismi che non fanno presagire nulla di buono e possono anche essi avere epiloghi di pesanti dissociazioni. Una sinistra che sembra quindi in preda ad un vero e proprio “cupio dissolvi”.
Ebbene, di fronte ad una così grave malattia che sta colpendo i gruppi dirigenti di queste forze, cosa fa la sinistra di casa nostra? Invece di far sentire a chi di dovere il proprio disagio e a dare positivi esempi dal basso, si produce anche essa in un deprimente spettacolo: l’interminabile andirivieni della candidatura del Presidente Errico alla Provincia con reiterate dimissioni e reiterate prese d’atto del suo partito ed il protrarsi di una incredibile polemica fra i dirigenti di Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica e Comunisti Italiani, da una parte, ed il Partito Democratico dall’altra. Una malinconica telenovela, quella di Errico e del PD, che appare oggi definitivamente chiusa ma che, segnata come è stata da gravi accuse ed illazioni, ha finito per danneggiare l’immagine dell’intero centrosinistra.
Una querelle, quella tra esponenti della sinistra radicale e del PD, originata dalla pretesa dei primi di non far svolgere al Partito Democratico le primarie per la scelta, in vista delle elezioni amministrative, dei propri candidati o di coloro che, in caso di alleanze, verrebbero proposti alle altre forze della coalizione. Una pretesa invero difficilmente condivisibile e destinata all’insuccesso mossa da ragioni che potevano essere fatte valere in modo certo più credibile e meno conflittuale. Uno scontro dovuto anche ad una disponibilità di dialogo più dichiarata che praticata da parte del PD che ha dato l’impressione di voler decidere per sé e per gli altri tutto in casa propria.
Imbrigliata in tali questioni la sinistra nostrana, riformista e di alternativa, rischia di ritagliarsi un ruolo molto simile a quello dei “polli di Renzo”. C’è bisogno di un urgente inversione di tendenza per valorizzare ciò che può unire partendo da un’analisi dei problemi del nostro territorio e delle soluzioni che vanno apportate. Una riflessione che deve, in particolare, mettere al centro gli effetti della crisi economica che possono rivelarsi devastanti per la piccola e media imprenditoria locale con drammatiche ricadute sul versante occupazionale, lo strumentale utilizzo che di questa crisi può essere operato da poteri interessati a mettere ancor più pesantemente le mani sul nostro territorio, l’urgente necessità di rilanciare la scelta per un diverso modello di economia locale in grado di conciliare vivibilità ambientale ed incremento dell’occupazione, l’esigenza che questo progetto venga organicamente elaborato (cosa questa invano chiesta finora) dopo una ampia consultazione popolare col ricorso ad assemblee di base e ad altre forme di coinvolgimento democratico dei cittadini.
Occorrere insomma lavorare per una sinistra che sappia ritrovare se stessa, più attenta alla società civile ed ai movimenti e più lontana dai giochi di Palazzo, che sappia rilanciare la partecipazione democratica facendosi presente nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali ed in tutti i luoghi in cui si svolge la vicenda quotidiana dei lavoratori e della povera gente. Questa è la via maestra da percorrere localmente per bloccare davvero i tentativi di far riemergere le fallimentari politiche di un passato naufragato tra inchieste giudiziarie e clamorosi scandali.

Brindisi, 13 gennaio 2009

Michele DI SCHIENA

MESAGNE LO SCONCERTANTE SPOSTAMENTO DEL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI

MESAGNE: LO SCONCERTANTE SPOSTAMENTO
DEL COMANDANTE DEI VIGILI URBANI


Nei giorni scorsi si è dato corso allo spostamento del Comandante, facente funzioni, dei Vigili Urbani Bartolomeo Fantasia all’Ufficio Anagrafe, trasferimento avvenuto - forse anche contro la sua volontà - nonostante l’atavica carenza di personale nella Polizia Municipale e che priva la città della sua comprovata esperienza in un delicato settore.

Si tratta di un provvedimento di cui francamente non si capiscono le ragioni e del quale ci riserviamo di chiedere conto al Sindaco Incalza nelle sedi e nei modi istituzionalmente previsti.

Intanto, certi di interpretare il sentimento di tanti liberi cittadini, esprimiamo pubblicamente riconoscenza e gratitudine al comandante uscente dei Vigili Urbani Bartolomeo Fantasia, per l'alto senso civico e per l'abnegazione dimostrata nello svolgimento di una funzione difficile ed impegnativa che crediamo egli abbia svolto con equilibrio e misura a beneficio esclusivo della città.

Mesagne, 13 gennaio 2009

dr. Pompeo MOLFETTA
Capogruppo Consigliare A Sinistra / Rifondazione Comunista

domenica 11 gennaio 2009

MENS SANA: BENTORNATA VITTORIA

MENS SANA : BENTORNATA VITTORIA

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - BARI = 91 -67

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Carriero Ale. 2, Mazza 8, Capodieci n.e., Voglino 17, Scalera 2, Iaia 12, Monna , Risolo 13, n.e., Canepa 17, De Maria 19. Allenatore: Massimo Distante.

BARI: Lorusso, Bruni 9, Chiumarulo 22, Lupelli n.e., Natali 5, De Lorenzo 2, Lomoro, Markovic 17, Mongelli 7, Bianco 5. Allenatore: Beppe Bernardi.

Arbitri: Salerno di Tursi e Dimonte di Bernalda.

Parziali:20-17 11-22 28-18 32-10

Torna alla vittoria la Mens Sana 2MD Utensili Mesagne e lo fa con una prova brillante e convincente. L' innesto di Stefano Canepa, porta i benefici che tutti si aspettavano con maggiore ordine e fluidità in attacco. Coach Distante rivoluziona il quintetto iniziale partendo con Risolo, De Maria, Voglino, Iaia e Canepa. Il Bari del Presidente-coach Beppe Bernardi deve rinunciare a Lupelli, in panchina per onor di firma, e Fanelli e schiera Bruni, Chiumarulo, De Lorenzo, Lomoro, all'esordio, e Bianco. Nella squadra barese ritorna Beppe Natali, autore di mille battaglie, tesserato nell'ultim'ora. Pronti via e il Mesagne sbaraglia il campo piazzando un break di 14-0, lasciando intravedere finalmente un nuovo corso. Il Bari riordina le idee, ma deve fare a meno di Lomoro, infortunato, che lascia spazio a un efficace Markovic (12). Al primo riposo la Mens Sana conduce 20-17. Nel secondo quarto la partita si incanala sull'equilibrio. Coach Distante fa rifiatare Canepa (17), 7/8 nei liberi, 2/7 da due e 2/2 da tre e 10 assist, e un ottimo Iaia (12) 5/9 da due e 8 rimbalzi, sostituiti da Carriero e Mazza. I mensanini perdono in precisione in attacco e il Bari ne approfitta per allungare e chiudere il secondo quarto in vantaggio 31-39. Al rientro in campo continua il vantaggio di Natali e compagni, De Maria rifiata in panchina mentre Monna viene penalizzato eccessivamente dalla situazione falli. Rientrano Canepa e Risolo, il Mesagne recupera e alla fine del terzo quarto torna in vantaggio 59-57. L'ultimo periodo diventa un monologo della formazione di casa. Con un gioco finalmente corale, Risolo e compagni piazzano un break di 32-10 che non lascia scampo ai baresi e consegna una meritata vittoria ai mensanini. Finalmente una prova convincente per i ragazzi di coach Distante che adesso devono trovare continuità nel gioco e nei risultati. I 91 punti realizzati, cosa che non era mai accaduta in questa stagione, e la presenza a referto di cinque giocatori in doppia cifra, fanno sperare in un futuro più roseo. Buona la prova di Voglino (17) con 7/11 da due, Risolo (13) 3/7 da due e 2/3 da tre, e De Maria (21) 6/8 da due e 2/11 da tre, mentre, come era previsto, l'arrivo del play Canepa ha cambiato il volto alla squadra. Abbandonato il momentaneo ultimo posto in classifica, i mensanini sono già proiettati al derby di sabato prossimo a Brindisi contro l'Invicta.

RIFLETTENDO SULLA GUER

Riflettendo sulla guerra in Palestina

Una guerra folle come tutte le guerre quella tra ebrei e palestinesi ma forse la più folle di tutte. Due popoli mediorientali in origine nomadi appartenenti entrambi al gruppo etnico e linguistico semitico; due culture diverse ma religiosamente accomunate per vie distinte dalla fede in un unico Ente supremo e da tormentate storie che si sono intrecciate in una limitata area del mondo; due nazioni che, l’una vantando una “promessa” divina e l’altra un diritto fondato sulla “jihad”, hanno in tempi diversi occupato con le armi la Palestina perdendone poi il controllo politico fino alla costituzione nel 1948 dello Stato d’Israele; due comunità che, invece di vivere in pace ed in reciproca collaborazione, hanno fatto fallire tutti i tentativi di accordo ed hanno seminato l’una nel campo dell’altra morte, distruzione e paura. E ciò con costi enormemente più pesanti per i palestinesi in conseguenza della netta superiorità della potenza militare israeliana sostenuta e foraggiata dagli Stati Uniti.

Ma perché non è stato possibile fermare subito la macchina bellica israeliana che, prendendo a pretesto uno sconsiderato attacco di Hamas (peraltro militarmente inoffensivo), ha scatenato nella Striscia di Gaza ancora una volta la sua micidiale potenza? Quali tortuosi interessi hanno tanto ritardato il doveroso intervento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che ha finalmente approvato, all’unanimità e con la sola astensione degli Stati Uniti, una risoluzione che chiede l’immediata cessazione del fuoco ed il ritiro completo delle forze israeliane da Gaza? E per quale motivo il nostro Governo non ha dato alcun apprezzabile contributo ai tentativi intesi a fermare il massacro coprendosi dietro certe rituali e vuote formule del linguaggio diplomatico?

La responsabilità di questo grave ritardo appartiene tutta alla politica estera del Presidente Bush. Una politica che ha stabilito in Israele la “torre di controllo” americana sull’intera area mediorientale, che nei tentativi di negoziato si è sempre sostituita alle Nazioni Unite e che si è caratterizzata per il pieno appoggio allo Stato ebraico e per una chiara ostilità verso tutte le rappresentanze del popolo palestinese. Ma il fatto è che la citata risoluzione è stata irresponsabilmente respinta dalle parti in conflitto e siccome il barbaro eccidio nella Striscia di Gaza continua va ricordato che l’art. 42 dello Statuto della Nazioni Unite attribuisce al Consiglio di Sicurezza, qualora le altre misure dovessero risultare inadeguate, «il potere di intraprendere, con forze aeree, navali o terrestri, ogni azione che sia necessaria per mantenere o ristabilire la pace».

E non basta perché la risoluzione con la quale il Consiglio di Sicurezza decide l’uso della forza comporta sempre una diretta assunzione di responsabilità nella gestione delle operazioni militari da parte dell’Onu che si avvale di contingenti armati appartenenti a stati nazionali ma deve porli sotto un comando internazionale facente capo allo stesso Consiglio di Sicurezza. Né si potrebbe invocare, per giustificare l’attacco israeliano, il ricorso alla legittima difesa perché se è vero che la Carta dell’ONU riconosce all’art. 51 il diritto naturale di autotutela, è anche vero che essa sottopone l’esercizio di tale diritto alla precisa condizione che sia in atto «un attacco armato contro un membro delle Nazioni Unite» e riconosce comunque questo esercizio per un tempo limitato e circoscritto: «fintantoché – dice l’art. 51 dello Statuto – il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza». E ciò a voler prescindere dalla considerazione che la difesa deve essere sempre a proporzionata all’offesa.

Ma dove è il movimento per la pace? Quali scoramenti e quali difficoltà interne bloccano il movimento “altermondista”? Se il capitalismo neoliberista frana sotto il peso di una crisi economica probabilmente irreversibile, se c’è il pericolo che il sistema dominante possa fare più frequente ricorso allo strumento bellico ritenendolo l’unica strada percorribile per ritardare il suo declino, se si aggravano gli squilibri e le disuguaglianze sociali, se i governi dei maggiori Paesi e la comunità internazionale sembrano guardare più verso il passato che verso il futuro, se c’è il rischio che persino la speranza Obama possa essere imbrigliata dai grossi apparati di potere politico e militare, se questi sono i fatti ed i timori che caratterizzano l’attuale congiuntura, è allora davvero il momento nel quale dovrebbero scendere in piazza e far sentire la loro voce quei movimenti pacifici di protesta e di proposta che qualche anno addietro avevano acceso tante speranze nell’intero pianeta.

Brindisi, 11 gennaio 2009

Michele DI SCHIENA

giovedì 8 gennaio 2009

COMUNICATO PSI MESAGNE


Il Nuovo PSI è vicino al consigliere comunale Augusto Guarini per difenderlo e sostenerlo nel diritto inviolabile di poter esprimere liberamente le sue opinioni politiche.
L’increscioso episodio che lo ha coinvolto segnala un preoccupante clima di intolleranza che resiste nel tempo nonostante gli sforzi delle forze politiche di affermare la legalità e superare, nella vita locale, l’asprezza dei rapporti politici e personali degli ultimi anni.
Commentare le dichiarazioni di uomini politici locali, rese nel clima infuocato dello scontro politico ed elettorale, è normale prassi della dialettica e della polemica politica e di conseguenza non è accettabile che si insorga con toni intimidatori.
Ci sembra eccessivo, quindi, mescolare una libera valutazione dei fatti politici con profili di natura personale, ed è spiacevole percepire la sensazione che gruppi di pressione possono organizzarsi presumendo di poter sollecitare comportamenti datoriali contrari alle norme che regolano i rapporti di lavoro.
Sarebbe grave se una pura sensazione si trasformasse in atto concreto di censura verso un rappresentante del popolo, che onora con impegno il suo mandato ed esercita le sue funzioni nella pienezza delle sue libertà.
Sarebbe altresì dannoso se le forze politiche ed istituzionali sottovalutassero, o peggio ancora, riconducessero l’episodio a fatti strettamente personali, mentre sono evidenti i risvolti di natura politica.
Solidarizziamo, quindi, forze politiche di maggioranza e di opposizione, con il consigliere comunale Augusto Guarini, a difesa del principio di legalità e a salvaguardia dei valori su cui si fonda la società civile.

p. Il direttivo
Gianfranco Guarini

mercoledì 7 gennaio 2009

LA PIANTA DISORGANICA


La pianta “disorganica”

La Giunta Incalza sta varando un riordino complessivo della pianta organica del Comune di Mesagne. Quando si predispongono cambiamenti così radicali nell’assetto organizzativo della macchina amministrativa bisogna ponderare bene ogni atto perché si va ad incidere sulla vita lavorativa, professionale ed economica di tante persone oltre che sulla qualità dei servizi resi alla città e sulla efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa nel suo complesso.

Per questo è necessario partire da una disamina attenta dei bisogni, delle risorse umane e degli obiettivi politici che si intendono raggiungere. E’ necessario inoltre che l’impianto complessivo della manovra, la sua “ratio politica” e le sue ripercussioni operative siano innanzitutto pensate insieme al Segretario Generale (posto vacante dal 1° gennaio), sentito il Nucleo di Valutazione, partecipato agli organismi di rappresentanza dei lavoratori, ai dirigenti e alle forze politiche presenti in Consiglio comunale. Tutto questo per cercare di guadagnare sostanziali margini di consenso alla manovra, ridurre al minimo il contenzioso giuridico individuale e dare una generale carica motivazionale per avviare e sostenere il cambiamento.

Mi pare invece che sia stata fin qui approssimativa l’analisi, del tutto incerti gli obiettivi amministrativi, assente la partecipazione mentre tutto sembra muovere dalla fregola revisionista di chi, in giunta ed in maggioranza, mira soltanto a distruggere tutto ciò che è stato fatto nel passato.

La precedente struttura “a pettine” aveva una sua logica, quello che non ha funzionato è stata l’applicazione del principio di collegialità su cui doveva fondarsi il collegamento orizzontale fra i vari settori; ma anche questo è un errore imputabile più alla politica che alla applicazione gestionale del modello organizzativo. Oggi per correggere quei limiti si smantella l’impianto complessivo e si passa alla riproposizione di un vecchio sistema piramidale peraltro riveduto e corretto con alcune macroscopiche aberrazioni. La piramide per ora non si compie in modo perfetto poiché manca il vertice, cioè il collettore delle quattro macroaree che dovrebbe essere individuato nella figura del segretario generale o del direttore generale, posti attualmente vacanti.

Si è costituita ex novo, come un’onda anomala, la più grossa macroarea “Patrimoniale-Ambientale e dei Servizi Demografici” grazie alla confluenza impropria e forzosamente innaturale di servizi e funzioni di natura tecnica (ecologia, ambiente, energia ecc..) di natura giuridica (appalti, contratti, patrimonio) e di natura sociale (servizi demografici, rapporti con i quartieri). Il tutto è affidato alla responsabilità di una dirigente (la dr.ssa Andriola) che ha indubitabili competenze giuridiche ma non certo il dono dell’onniscienza. L’Urp che è primario servizio di interfaccia con il cittadino viene stralciato dall’area di naturale appartenenza e affidato direttamente alla competenza del Segretario, che però non c’è.

Sembra, inoltre, che si voglia produrre una sorta di rivoluzione “gerontocratica” in cui il futuro dell’ente viene messo nelle mani, pur autorevoli, di funzionari che o sono già pensionati o sono in procinto di esserlo, mentre le nostre migliori risorse giovanili, su cui si è positivamente investito in questi anni, vengono in buona parte retrocessi a funzioni parasubordinate (non potrebbero firmare atti di rilevanza giuridica) o addirittura clamorosamente umiliate. Come succede con ogni evidenza nel caso della dr.ssa Galiano che passa dall’eccellente ruolo di coordinatrice di tutte le iniziative culturali ad una sorta di “guardiania” dell’archivio storico e della pinacoteca comunale luoghi ameni notoriamente non frequentati da nessuno. Né credo possa gioire la dr.ssa Baldassarre cui le viene “scippato” per innominabili ragioni lo Sportello Unico, che lei ha faticosamente costruito e che è stato il presupposto tecnico per l’allestimento della zona industriale e per l’insediamento della grande distribuzione. E che dire dell’ing. D’Adorante che insieme all’ex assessore Indolfi ha letteralmente inventato, strutturato il settore dell’ecologia e l’ambiente su cui ha accumulato competenza ed esperienza e che oggi va all’agricoltura e al canile? Qual è la ragione di tanto furore nei confronti di dirigenti che tutti ci invidiano? C’è un retro pensiero politico alla base di promozioni e bocciature?

Infine un altro elemento di perplessità è legato al fatto che, grazie alla modifica del Regolamento sul funzionamento degli Uffici e dei Servizi comunali, si consente l’assunzione discrezionale di nuove figure dirigenziali evitando così di ricorrere ad un concorso pubblico.

Mesagne, 7 gennaio 2009

dr. Pompeo MOLFETTA
Capogruppo A Sinistra \ PRC Consiglio Comunale

lunedì 5 gennaio 2009

LA MENS SANA MESAGNE SI RINFORZA

LA MENS SANA MESAGNE SI RINFORZA


Stefano Canepa, ex Brindisi, Pescara, Vigna di Valle, Nardò è il nuovo play della Mens Sana 2MD Mesagne. L'atleta brindisino 27 anni, alto 1,80 è stato prelevato dall'Eagles Brindisi e va ad integrare il roster di Massimo Distante che aveva evidenziato grossi problemi in quel ruolo. Il perdurare dell'infortunio di Sergio Rubino, ha spinto la società mesagnese a sfruttare il mercato suppletivo per rinforzare la squadra in piena bagarre, nella zona play out. "Abbiamo fatto un ulteriore sforzo economico per cercare di recuperare la deficitaria situazione in classifica - dice il Direttore generale mensanino - Purtroppo l'imprevisto lungo infortunio di Sergio Rubino e la partenza di Paolelli, ci ha condizionato non poco il girone di andata. Adesso con la squadra finalmente al completo e con il recupero degli altri infortunati, il girone di ritorno inizierà con la voglia di recuperare il terreno perduto". "Sono contento di giocare con la Mens Sana - dice Stefano Canepa - e spero di contribuire alla risalita della classifica. Mi alleno con loro già da due settimane e mi sono reso conto che la squadra è formata da buoni giocatori con un buon bagaglio di esperienza. Sicuramente verremo fuori da questa situazioine imbarazzante." Il play Canepa sarà schierato il prossimo incontro contro l'Adria Bari ancora in casa, sabato presso il palazzetto dello sport, alle ore 18:30.

domenica 4 gennaio 2009

MENS SANA MESAGNE E' EMERGENZA

MENS SANA MESAGNE: E' EMERGENZA

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - ASSI BRINDISI = 53 - 60

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Carriero Ale. 2, Carriero C., Passante n.e., Voglino 16, Scalera 4, Iaia 8, Monna 2, Carriero N: n.e., Bocina n.e., De Maria 19. Allenatore: Massimo Distante.

ASSI BRINDISI: Zecca 5, Ranieri, Pezzuto n.e., Avallone n.e., Tasso 8, Morrone 2, Cagnazzo 9, Mione 10, Giuri 10, Di Serio 16. Allenatore: V. Guadalupi.

Arbitri: Pellegrini di Ruvo e Lorusso di Conversano.

Parziali:13-17 12-13 11-14 17-16

Ormai è piena emergenza in casa Mens Sana Mesagne. Pure il nuovo anno inizia con una sconfitta che lascia relegata la formazione mesagnese in fondo alla classifica, anche se in coabitazione con altre squadre. Neanche i più scettici tra gli addetti ai lavori, avrebbero pronosticato un girone di andata così negativo per i mensanini che hanno chiuso la prima tornata con sole tre vittorie e il peggiore attacco del torneo. Un vecchio detto della palla a spicchi diceva "Ma dove vai se un play tu non ce l'hai?" e per la Mens Sana Mesagne è stato proprio così. Dopo l'esaltante stagione dello scorso anno i dirigenti mesagnesi avevano confermato a pieno titolo nel ruolo di play, Sergio Rubino rifiutando anche allettanti proposte per il suo trasferimento. Purtroppo un banale infortunio valutato in un mese, complice forse anche la malasanità, ha allontanato il biondo regista mesagnese dai campi di gioco da circa cinque mesi, oltre ogni più fosca previsione. La partenza successiva di Paolelli per motivi di lavoro, ha lasciato la guida tecnica in campo della squadra al giovanissimo Alessandro Carriero, ancora troppo acerbo per certi palcoscenici. Per l'ultima gara del girone di andata allenatore Massimo Distante deve fare di necessità virtù, perché oltre al problema play-maker, deve rinunciare a Risolo, Mazza e Capodieci per un forte attacco influenzale e schierare una formazione con sette under 19. Per poter schierare un pivot di ruolo contro l'Assi Brindisi, la Mens Sana ricorre al debutto in serie C di Livio Iaia il quale riprende ufficialmente l'attività agonistica. Il Mesagne parte con Scalera, Iaia, Voglino, De Maria e Carriero Alessandro, mentre il Brindisi risponde con Tasso, Cagnazzo, Mione, Giuri e Di Serio. Partita dallo scarso contenuto tecnico, giocata lentamente, con le due squadre che si affrontano a zona per quasi tutta la gara e realizzando canestri con il contagocce. Partono bene De Maria e compagni con un 8-2 che lascia ben sperare, ma già al 5' il tabellone segna 8-8. Voglino (16) 1/2 nei liberi, 2/4 da due e 4/8 da tre, mette due triple e lo segue De Maria con 5 punti, mentre nell'Assi è il sempre verde Di Serio con otto punti a tenere in partita i suoi. Al primo riposo l'Assi conduce 13-17. La Mens Sana, in versione light, senza peso e centimetri sotto canestro, soffre la fisicità dei brindisini che si assicurano comodi secondi tiri. Nel secondo quarto la partita continua tra gli sbadigli con l'Assi che cerca di allungare e i mensanini che rientrano, senza però mai dare la sensazione di poter gestire l'incontro. Coach Distante toglie uno spento Alessandro Carriero, gravato anche di falli, e sposta Monna nell'insolito ruolo di play. Al riposo lungo le due squadre vanno sul 25-30. Nel terzo periodo il Mesagne si rifà sotto (29-32 al 5'), ma Voglino, buona la sua prova, commette il terzo fallo e lascia il campo per Cosimo Carriero. Brindisi accresce il vantaggio grazie alle buone soluzioni di Tasso e Giuri. Un De Maria (19) 6/9 nei liberi, 3/11 da due e 2/8 da tre, in ombra per buona parte dell'incontro, realizza tre punti solo dalla linea della carità e per Monna e compagni trovare la via del canestro diventa sempre più difficile. L'Assi allunga e chiude il terzo tempo sul 36-44. Cambia difesa il Mesagne passando ad una zone-press a tutto campo e recupera lo svantaggio portandosi a -3 a 5' dal termine (46-49). Anche Iaia (8) 4/7 da due e 5 rimbalzi, deve lasciare il campo per falli e la coperta per coach Distante diventa sempre più corta. Un fallo tecnico a Scalera per proteste chiude, di fatto, la partita con l'Assi che capitalizza sia i tiri liberi sia il successivo possesso di palla. La Mens Sana 2MD di oggi forse non avrebbe potuto fare di più. Una squadra già in difficoltà al completo, non può concedere agli avversari giocatori fondamentali come Risolo e Mazza. Chiuso il girone di andata, però si guarda al futuro. La società mensanina interverrà sicuramente nel mercato suppletivo che si apre la prossima settimana, per cercare di reclutare un giocatore esperto che possa risolvere i problemi tecnici emersi in questa fase del campionato. Ovviamente l'attuale organico sarà interamente confermato e completato anche con l'ultimo innesto di Livio Iaia. Intanto sabato prossimo si replica in casa contro l'Adria Bari per la prima giornata di ritorno.

venerdì 2 gennaio 2009

BILANCIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

BILANCIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE FRANCO PRETTICO
"MOMENTI DI MAGGIORE COLLABORAZIONE GIOVEREBBERO ALLA CITTA'"

Il bilancio di un anno con Franco Prettico , coordinatore cittadino del Pdl e Presidente Consiglio comunale. Il 2008 è stato l'anno della svolta per il centrodestra mesagnese che ha stravinto le elezioni politiche nazionali e, per la prima volta, a Mesagne il voto moderato ha superato quello di sinistra. "Mesagne - risponde Prettico - ha vinto le elezioni comunali eleggendo un Sindaco amato e rispettato da tutti. Ha insediato una nuova classe dirigente di giovani e di donne, oltre a qualche anziano, che rappresentano il futuro e possono segnare fortemente la politica locale nei prossimi anni.
-Una grossa soddisfazione.
"Si, una soddisfazione dal punto di vista politico non di poco conto, a dispetto di qualche solone della Sinistra che, credendosi invincibile, ha distrutto il centro moderato che gli aveva consentito di governare Mesagne per tanti anni".
-Cosa è successo in questi ultimi anni.
"E' successo che Popolari, Socialisti, cattolici e poi tante personalità come Sconosciuto, Piro ed altri, sono stati ingoiati dall'egoismo della Sinistra, per cui sono transitati o scomparsi dalla scena, segnandone il tracollo elettorale".
-Pensi che ora si preparano per la rivincita?
"Certamente si, ma la loro strategia è ancora fumosa ed un tantino contorta, e svaria tra la voglia di spaccare il mondo e quella di collaborare. Diciamo che non è ancora subentrata la rassegnazione al risultato che ha dotato la città di un governo che durerà nel tempo".
-Però dal punto di vista istituzionale siamo in presenza di un Consiglio comunale complicato.
"Si, è vero. Ma, nonostante le asprezze dialettiche, non ho perso la speranza di creare momenti di condivisione che in seno alla conferenza dei capigruppo emergono maggiormente rispetto al Consiglio che risponde a logiche più passionali e mass-mediatiche".
-I prossimi appuntamenti saranno cruciali e possono determinare veramente la svolta tanto auspicata dal gran voto dei mesagnesi.
"La nuova organizzazione del personale, i progetti dell'Area Vasta, quelli della Rigenerazione urbana, il nuovo metodo per la raccolta dei rifiuti, il bilancio di previsione,ecc. cominceranno ad essere targati "centrodestra" e caratterizzeranno l'inizio del 2009. Accanto a questo sono ormai in cantiere la ristrutturazione della Villa Comunale, degli spogliatoi del palazzetto, degli scavi archeologici e delle principali vie cittadine. Sono tornate prepotentemente le iniziative culturali con l'Estate Mesagnese e il Natale nel Cuore ed alcune altre rivolte ai giovani come la pista di ghiaccio e il "Pala31", l'ultimo giorno dell'anno".
-In tutta questa attività, specialmente sui grandi temi che riguardano il sistema di raccolta e smistamento dei rifiuti, l'Area Vasta, il Bilancio, sarebbe opportuna la massima convergenza.
"Continueremo a chiedere l'apporto dell'opposizione che può aiutare a migliorare le proposizioni ed i progetti. Intanto il primo appuntamento sarà un Consiglio monotematico sulla legalità per tenere alta l'attenzione su questo tema che coinvolge l'intera comunità mesagnese. Ne approfitto per augurare a tutti i mesagnesi buon 2009".




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