Una sinistra che deve ritrovare se stessa
E’ un momento estremamente difficile sul piano nazionale per la sinistra riformista e per quella di alternativa: forze che, dopo il disastro elettorale dell’aprile scorso, avrebbero dovuto rinsaldare i loro rapporti interni e riaprire il dialogo per riprendere la loro iniziativa e fronteggiare la grave crisi politica ed economica in cui versa il Paese. Ma che, contrariamente alle aspettative, si sono scambiate reciproche accuse e si stanno dilaniando in lotte interne destinate a sfociare, per Rifondazione, in una lacerante scissione, oramai inevitabile e, per il Partito Democratico, in tensioni ed anarchismi che non fanno presagire nulla di buono e possono anche essi avere epiloghi di pesanti dissociazioni. Una sinistra che sembra quindi in preda ad un vero e proprio “cupio dissolvi”.
Ebbene, di fronte ad una così grave malattia che sta colpendo i gruppi dirigenti di queste forze, cosa fa la sinistra di casa nostra? Invece di far sentire a chi di dovere il proprio disagio e a dare positivi esempi dal basso, si produce anche essa in un deprimente spettacolo: l’interminabile andirivieni della candidatura del Presidente Errico alla Provincia con reiterate dimissioni e reiterate prese d’atto del suo partito ed il protrarsi di una incredibile polemica fra i dirigenti di Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica e Comunisti Italiani, da una parte, ed il Partito Democratico dall’altra. Una malinconica telenovela, quella di Errico e del PD, che appare oggi definitivamente chiusa ma che, segnata come è stata da gravi accuse ed illazioni, ha finito per danneggiare l’immagine dell’intero centrosinistra.
Una querelle, quella tra esponenti della sinistra radicale e del PD, originata dalla pretesa dei primi di non far svolgere al Partito Democratico le primarie per la scelta, in vista delle elezioni amministrative, dei propri candidati o di coloro che, in caso di alleanze, verrebbero proposti alle altre forze della coalizione. Una pretesa invero difficilmente condivisibile e destinata all’insuccesso mossa da ragioni che potevano essere fatte valere in modo certo più credibile e meno conflittuale. Uno scontro dovuto anche ad una disponibilità di dialogo più dichiarata che praticata da parte del PD che ha dato l’impressione di voler decidere per sé e per gli altri tutto in casa propria.
Imbrigliata in tali questioni la sinistra nostrana, riformista e di alternativa, rischia di ritagliarsi un ruolo molto simile a quello dei “polli di Renzo”. C’è bisogno di un urgente inversione di tendenza per valorizzare ciò che può unire partendo da un’analisi dei problemi del nostro territorio e delle soluzioni che vanno apportate. Una riflessione che deve, in particolare, mettere al centro gli effetti della crisi economica che possono rivelarsi devastanti per la piccola e media imprenditoria locale con drammatiche ricadute sul versante occupazionale, lo strumentale utilizzo che di questa crisi può essere operato da poteri interessati a mettere ancor più pesantemente le mani sul nostro territorio, l’urgente necessità di rilanciare la scelta per un diverso modello di economia locale in grado di conciliare vivibilità ambientale ed incremento dell’occupazione, l’esigenza che questo progetto venga organicamente elaborato (cosa questa invano chiesta finora) dopo una ampia consultazione popolare col ricorso ad assemblee di base e ad altre forme di coinvolgimento democratico dei cittadini.
Occorrere insomma lavorare per una sinistra che sappia ritrovare se stessa, più attenta alla società civile ed ai movimenti e più lontana dai giochi di Palazzo, che sappia rilanciare la partecipazione democratica facendosi presente nelle fabbriche, nelle scuole, negli ospedali ed in tutti i luoghi in cui si svolge la vicenda quotidiana dei lavoratori e della povera gente. Questa è la via maestra da percorrere localmente per bloccare davvero i tentativi di far riemergere le fallimentari politiche di un passato naufragato tra inchieste giudiziarie e clamorosi scandali.
Brindisi, 13 gennaio 2009
Michele DI SCHIENA
mercoledì 14 gennaio 2009
UNA SINISTRA CHE DEVE RITROVARE SE STESSA
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