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mercoledì 25 febbraio 2009

TORNEO INTERNAZIONALE DI BASKET TERRA DEI MESSAPI

TORNEO INTERNAZIONALE DI BASKET TERRA DEI MESSAPI
La Mens Sana Mesagne organizza la VII Edizione Memorial Gigi MeloneE' partita

l'organizzazione della 7^ edizione del Torneo internazionale "Terra dei Messapi - Memorial Gigi Melone". La manifestazione, organizzata dall'Associazione sportiva Mens Sana Mesagne in collaborazione con l'A.S.D. Olimpia Mesagne e con il patrocinio del Comune di Mesagne, prevede la partecipazione di otto squadre, alcune provenienti da nazioni estere, della categoria Under 12 (nati 1997/1998). Il Torneo si effettuerà nella splendida cornice della villa comunale di Mesagne dal 11 al 15 Luglio 2009. Nei giorni del torneo sono previste escursioni presso un acquapark, allo Zoosafari di Fasano e la visita delle più belle spiaggie della zona. Saranno organizzate anche visite nel fantastico centro storico mesagnese, nel museo e nel castello. Lo scopo del torneo, oltre all’aspetto prettamente agonistico, sarà quello di fare incontrare ragazzi giunti da diverse parti del mondo, favorendo il confronto di esperienze e culture diverse e divulgando, tramite l’evento sportivo, un messaggio di pace e fratellanza tra i popoli. La manifestazione sarà abbinata alla promozione dei prodotti della nostra terra con la produzione di olio e vino personalizzato per il torneo. Inoltre sarà indetto un concorso fotografico a premi per immortalare i momenti più significativi e sarà premiato, come ogni anno, un giornalista esperto di basket. Nel corso degli anni abbiamo avuto importanti riconoscimenti tra i quali, oltre al patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Brindisi e della Città di Mesagne, anche l’assegnazione di premi di rappresentanza dai Presidenti della Repubblica, del Senato e della Camera dei Deputati, del Presidente del CONI e la collaborazione della Polizia di Stato. Le squadre e gli arbitri pranzeranno presso la "Locanda dei Messapi" nel centro storico mesagnese, ad un passo dal torrione del castello. Nelle passate edizioni hanno partecipato Amman (Giordania), Aleppo (Siria), Rijeka (Croazia), Fortitudo Bologna, Kaunas (Lituania), Cantù, Capo d’Orlando, Tiber Roma, Campobasso, Fano, Barra Napoli, Palermo. Lo scorso anno il torneo è stato vinto dalla Fortitudo Bologna. Avviati i contatti con le squadre che potrebbero giungere a Mesagne: sicuro il ritorno di Al Riyadi - Aramex Club, formazione di Amman in Giordania, e di Kotor formazione montenegrina. Parteciperà per la prima volta la formazione ungherese di Korisfa Sport Club di Nagykõrös, mentre sono da definire le formazioni italiane.

martedì 24 febbraio 2009

BERNALDA - MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE = 47 - 58

BERNALDA - MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE = 47 - 58

MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE: Vidali 3, Resta 6, Caiulo 2, Salamina A. 3, Belfiore 20, De Nitto 13, Salamina F., Carlino 9, Perrotta 2, Tortorella. All.re Greco

BERNALDA Ninno C. 6, Montesano 7, Palmieri 5, Gallotta, Melchiorre 6, Ponte 2, D’Auria, D’Amicis 9, Ninno I.. All.re Torraco

Arbitri: Lorusso di Martina F. e Loconsole di Taranto

Parziali: 13-14, 12-14, 9-14, 13-16

GLI ACCOPPIAMENTI: PLAY-OFF PROMOZIONE IN SERIE B Eccellenza

FUTURA BRINDISI - NUBILE S.PIETROTRE ERRE BRINDISI - DIGITAL COPY LECCE

PLAY-OUT PERMANENZA CAGGIANELLI BISCEGLIE - PINK BERNALDAMENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE - MURGIA SANTERAMO

BRINDISI: COSTITUITO COORDINAMENTO PROVINCIALE PER LA SINISTRA

Brindisi: costituito coordinamento provinciale per “la Sinistra”

Coi lavoratori, a difesa della Costituzione, per l’unità della Sinistra

Si è riunita a Mesagne nella serata di venerdì scorso, l’assemblea unitaria di Sinistra Democratica, del Movimento per la Sinistra fondato da Nichi Vendola e di A Sinistra. L’incontro, molto partecipato nella presenza e negli interventi, dopo le relazioni introduttive di Pablo Zito, Toni Matarrelli e Giancarlo Canuto, coordinatori dei tre gruppi politici, ha confermato l’unanime esigenza di serrare le file per un lavoro comune in questa difficilissima fase della vita del Paese e delle sorti della Sinistra.
In particolare l’Assemblea ha voluto ribadire come prioritari per la propria azione politica sia l’obiettivo di tutelare i più deboli ed i lavoratori dalla gravissima crisi economica i cui effetti devastanti incombono su un territorio di per sé già pesantemente provato da uno sviluppo mai compiuto e sia la lotta per la difesa della Costituzione, dei suoi principi fondamentali mai applicati nella sostanza e che ora rischiano di essere cancellati anche nella forma. In questa drammatica congiuntura il centrodestra ed il suo leader Berlusconi, a fronte di opposizioni politiche che stentano a far sentire la propria voce, si dimostrano inadeguati rispetto alla gravità della crisi e utilizzano ogni occasione per comprimere l’esercizio di alcuni diritti democratici, partorire leggi “razziali”, addomesticare l’informazione e limitare l’autonomia e l’indipendenza della Magistratura minandone il prestigio.
Occorre quindi rapidamente attrezzarsi per superare questa condizione di soggezione culturale e di paralisi politica rispetto alla egemonia delle destre, ridando fiato e spazio alle opposizioni oggi presenti nel Paese e realizzando le convergenze massime possibili con l’intento di arrestare la pesante involuzione democratica in atto. In questa prospettiva i prossimi appuntamenti elettorali di giugno rappresentano un banco di prova fondamentale per provare a innescare una inversione di tendenza rispetto ai negativi risultati recenti. In particolare la sinistra è chiamata a promuovere processi unitari che superino ogni forma di frammentazione o divisione. Ed in questa direzione è auspicabile che il tentativo di costituire un nuovo soggetto politico unitario della sinistra coinvolga quante più forze politiche possibili. Un’operazione caratterizzata da una chiara identità antiliberista e pacifista, radicata nel territorio in un costante dialogo con le espressioni più avanzate del centro riformista ed aperta ai contributi di cultura laica, comunista, socialista, ambientalista e d’ispirazione cristiana.
Per realizzare questo obiettivo è fondamentale una sperimentazione dal basso di questi processi unitari e con questi intenti l’Assemblea ha costituito un coordinamento provvisorio per “la Sinistra” in provincia di Brindisi, di cui fanno parte i coordinatori provinciali dei tre movimenti, i quali avvieranno una serie di incontri tesi a verificare ulteriori possibili convergenze con le aree politiche che possano essere interessate a questo processo unificante. In particolare è intendimento dell’Assemblea rendere stabile ogni terreno di confronto e azione comune con Rifondazione Comunista ed i Comunisti Italiani e con essi proseguire nelle trattative col Partito Democratico e gli altri partiti del centro-sinistra – in vista delle elezioni amministrative – per realizzare coalizioni ampie e coese, alternative al centrodestra nei contenuti programmatici, nella metodologia di governo e nel personale politico.

Brindisi, 23 febbraio 2009
Giancarlo CANUTO – Coordinatore Provinciale A Sinistra
Toni MATARRELLI – Movimento per la Sinistra
Pablo ZITO – Coordinatore Provinciale Sinistra Democratica

domenica 22 febbraio 2009

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI -FBK TRANI = 73 - 70

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - FBK TRANI = 73 -70

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Carriero Ale., Canepa n.e., Rubino 8, Capodieci 4, Voglino 9, Scalera 12, Risolo 19, Monna 17 , Iaia 4, De Maria n.e. Allenatore: Massimo Distante.

TRANI: Procacci 13, Pecorella 8, Ungaro 12, Rodriguez 21, Caldarola n.e., Allegretti 8, Malcani n.e., Di Perna, 2 Todisco, Romito 6. Allenatore: D. Amoruso.

Arbitri: Marchese di Nardò e Tavaglione di San Severo.

Parziali: 15-20 18-20 15-21 25-9

Torna alla vittoria la Mens Sana 2MD Utensili Mesagne, ma quanta fatica per avere al meglio sulla Fortis Trani del Presidente Amoruso. Alla Mens Sana va il merito di averci creduto fino alla fine, anche quando il risultato non lasciava speranze, pur giocando una partita tecnicamente mediocre. Sempre in piena emergenza la formazione mesagnese che deve rinunciare ancora per infortunio a Canepa e De Maria, presenti in panchina solo per onor di firma. Coach Distante schiera Rubino, Risolo, Scalera, Monna e Voglino, mentre coach Amoruso risponde con Procacci, Ungaro, Allegretti, Romito e l'argentino Rodriguez. Parte subito forte il Trani che rimarrà in vantaggio per quasi tutta la partita con il Mesagne in evidente difficoltà. Al 5' il Trani conduce 4-8 per chiudere il primo tempo sul 15-20. Buona la prova di Ungaro (12) e Rodriguez (21), invece nel Mesagne è Risolo, penalizzato anche da un fallo tecnico affrettato, a reggere le sorti dei biancoverdi. Scalera difende forte sull'argentino tranese, ma deve fare subito i conti con i falli personali. Al suo posto entra Iaia che regge bene la sfida catturando rimbalzi importanti. Nel secondo periodo prevale l'equilibrio con molti errori per entrambe le compagini. Anche Monna (17), buona la sua prova con 4/5 nei liberi, 5/6 da due e 1/3 da tre, deve lasciare il campo al terzo fallo per fare spazio a Capodieci che, dopo Monteroni, disputa un'altra buona partita. Il Trani sempre in vantaggio allunga a va al riposo lungo sul 33-40. Nel terzo tempo coach Distante rimette in campo Risolo per toglierlo subito dopo con l'arrivo del quarto fallo, i mensanini si disuniscono e non trovano più la via del canestro. Procacci (13) e compoagni ne approfittano allungando a +14 al 5' gestendo bene l'incontro. La situazione falli per il Mesagne diventa preoccupante con Scalera e Voglino gravati di quattro penalità che raggiiungono Risolo in panchina e in campo restano Iaia, Rubino, Scalera, Capodieci e Monna. Il terzo periodo si chiude sul 48-61. Nel quarto tempo trovi la Mens Sana che non ti aspetti. Risolo (19) resta in campo solo un minuto e torna definitivamente in panchina con 6/8 nei liberi, 5/9 da due e 1/3 da tre, ma parte la riscossa mensanina. Sale le pressione difensiva con Rubino e Voglino mentre Scalera (12) finalizza alcune buone giocate. A 5' dal termine il Trani è sempre in vantaggio 60-66, ma sente il recupero del Mesagne e comincia ad avvertire la fatica, sciupando palloni importanti. Rodriguez, forse schierato troppo presto con quattro falli e con un vantaggio importante, commette la quinta penalità e lascia il campo. Il Mesagne approfitta della situazione e con grinta e determinazione si fa sotto con Iaia per poi pareggiare sul 70-70 con due liberi di Monna. Il Trani non segna più, i mensanini invece si portano in vantaggio ancora con Iaia e ipotecano la vittoria con Monna. Importantissimi ai fini della classifica i due punti conquistati contro una diretta concorrente. Il Trani deve recitare un mea culpa per l'occasione sprecata a Mesagne dove avrebbe potuto fare bottino pieno. Nel prossimo turno infrasettimanale di mercoledì i mensanini riposano, mentre sabato prossimo la Mens Sana Mesagne ospita il Nardò per un'altra gara spareggio, confidando finalmente nel recupero definitivo di tutti gli infortunati di questa stagione travagliata.

sabato 21 febbraio 2009

A PICCOLI PASSI VERSO L'INCIVILTA'

A piccoli passi verso l'inciviltà
«Un governo estremista e irresponsabile introduce d'urgenza nel nostro ordinamento le ronde dei cittadini, nonostante le perplessità manifestate dalle stesse forze di polizia, accampando la più ipocrita delle motivazioni: lo facciamo per contenere la furia del popolo. Spacciano le ronde come freno alla "giustizia fai-da-te", cioè alle ormai frequenti aggressioni di malcapitati colpevoli di essere stranieri o senza fissa dimora». Di seguito articolo pubblicato su “la Repubblica” del 21 febbraio 2009 a firma di Gad Lerner

A piccoli passi verso l'inciviltà
di Gad Lerner
Un governo estremista e irresponsabile introduce d'urgenza nel nostro ordinamento le ronde dei cittadini, nonostante le perplessità manifestate dalle stesse forze di polizia, accampando la più ipocrita delle motivazioni: lo facciamo per contenere la furia del popolo. Spacciano le ronde come freno alla "giustizia fai-da-te", cioè alle ormai frequenti aggressioni di malcapitati colpevoli di essere stranieri o senza fissa dimora.
Ma tale premura suona come una cinica beffa: la violenza, si sa, è stata fomentata anche dai messaggi xenofobi di sindaci e ministri. Il decreto governativo giunge come una benedizione delle camicie verdi padane e delle squadracce organizzate dalla destra romana. Propone agli italiani di militarizzarsi nell'ambito di un "Piano straordinario di controllo del territorio" fondato sul concetto di "sicurezza partecipata". I benpensanti minimizzeranno, come già hanno fatto con le "classi ponte" per i bambini stranieri, i cancelli ai campi rom, l'incoraggiamento a denunciare i pazienti ospedalieri sprovvisti di documenti regolari. Cosa volete che sia? Norme analoghe sono in vigore altrove, si obietta. Mica vorremo passare per amici degli stupratori? Così, un passo dopo l'altro, in marcia dietro allo stendardo popolare della castrazione chimica, cresce l'assuefazione all'inciviltà. La promessa del grande repulisti darà luogo a sempre nuove misure che lo stesso Berlusconi fino a ieri dichiarava inammissibili.
Il presidente del Consiglio era dubbioso anche sulle ronde, ma si è lasciato trascinare dai leghisti per istinto: forza e marketing non sono forse le materie prime del suo potere suggestivo? Poco importa se ciò lo pone in (momentanea) rotta di collisione con il Vaticano, che denuncia "l'abdicazione dallo stato di diritto". A lui la Chiesa interessa come potere, non come Vangelo: si adeguerà. Quanto al distinguo del presidente Napolitano, gli viene naturale calpestarlo: come prevede la forzatura berlusconiana della costituzione materiale del Paese.
Il capo del governo concede che gli stupri sono in calo del 10% nella penisola. Ma più della statistica vale per lui il "grande clamore suscitato da recenti episodi". Per la verità nel novembre 2007, dopo l'omicidio con stupro della signora Reggiani a Tor di Quinto, fu posseduto dal medesimo impazzimento mediatico anche il centrosinistra, guidato all'epoca dal sindaco di Roma. Mal gliene incolse.
La destra populista invece trova nell'insicurezza il suo principale fattore di radicamento territoriale. Prospetta la riconquista dell'ambito esterno al domicilio privato, vissuto da tanti come ostile. Le parole "ronda", "squadra", "pattuglia", "perlustrazione" - un incubo negli anni della violenza politica - vengono adesso sdoganate come potere calato dall'alto per guidare il popolo. Nuove milizie, nelle quali i volontari dei partiti di governo e gli uomini dello Stato si fondono e si confondono. Come avveniva nel regime fascista.
Lunedì scorso all'"Infedele" una giornalista rumena ha provocato un senatore leghista: "Noi le abbiamo conosciute già, le vostre ronde. Si chiamavano "Securitate"". Lungi dall'offendersi per tale paragone con le squadracce comuniste di Ceausescu, il senatore leghista le ha risposto: "All'epoca in Romania c'era molta meno delinquenza".
Ora anche il governo minimizza. Le ronde saranno disarmate (a differenza di quanto previsto nella prima versione, bocciata al Senato). Mentre la Lega esulta, gli altri cercano di ridimensionarle a contentino simbolico, poco rilevante nella gestione dell'ordine pubblico. Fatto sta che è sempre l'estremismo a prevalere. Berlusconi si era opposto pubblicamente anche al rincaro della tassa sul permesso di soggiorno. Si sa com'è finita. La Gelmini aveva dichiarato che per i bambini stranieri prevede corsi di lingua pomeridiani anziché classi separate. Ma i leghisti stanno per riscuotere le classi separate. Tutte le peggiori previsioni si stanno avverando. La prossima tappa, c'è da scommetterci, saranno le normative differenziali sull'erogazione dei servizi sociali (agli italiani sì, agli stranieri no, e pazienza se pagano anche loro le tasse); seguirà il distinguo nei sussidi di disoccupazione (c'è la crisi, non possiamo mantenere gli stranieri, e pazienza se hanno versato i contributi). Fantascienza? Ha davvero esagerato "Famiglia Cristiana" denunciando il ritorno al tempo delle leggi razziali?
Le ronde dei volontari guidate dagli ex funzionari di polizia annunciano un clima di guerra interna che non si fermerà certo agli stupratori e agli altri delinquenti. Quale che sia la volontà del presidente del Consiglio, cui la situazione sta già sfuggendo di mano.
(21 febbraio 2009)

venerdì 20 febbraio 2009

COMUNICATO MENS SANA

Dopo il successo degli anni passati, continua l'affermazione del settore giovanile della Mens Sana Mesagne. II Settore Squadre Nazionali, nell’ambito del Progetto di Qualificazione Nazionale, in occasione del Raduno Interregionale per giocatori nati nel 1995 ed appartenenti alle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, che si svolgera’ a Caserta (CE) dal 25 febbraio al 1° marzo 2009, ha convocato l'atleta Rosato Antonio Junior. Il giovane mensanino 14 anni, alto 1,80 allenato da Gianpaolo Amatori, proviene dalla Scuola di basket della maggiore società mesagnese e segue la tradizione della Mens Sana che negli anni passati ha fornito altri atleti al Settore squadre nazionali. "Sono contento per questo importante successo - dice Antonio Rosato - devo ringraziare la Mens Sana Mesagne e il mio Istruttore per l'importante risultato conseguito. Questa convocazione mi ripaga dei tanti sacrifici e continuerò ad allenarmi con impegno per migliorare la mia preparazione fisica e tecnica." Intanto la Mens Sana Mesagne prosegue l'attività agonistica partecipando con buoni risultati a tutti i campionati giovanili sia maschili che femminili, coinvolgendo oltre 100 tesserati alla Federazione italiana pallacanestro, senza contare i tantisimi bambini che affollano il Centro minibasket mesagnese.

domenica 8 febbraio 2009

MENS SANA SCIUPONA

MENS SANA SCIUPONA

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI - JUVE TRANI = 85 - 91 t.s.MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Rubino 18, Capodieci n.e., Canepa 24, Iaia 3, Voglino 15, Bocina n.e., Scalera 3, Risolo 14, Monna 5, Mitrotti. Allenatore: Massimo Distante. JUVE TRANI: Auricchio 9, Antonicelli 2, Traversa 7, Monier 38, Rubbera 24, Bellomo 2, Lupone n.e., Di Leo n.e., Scoccimarro 4, Angarano 6. Allenatore: D. Ceci.Arbitri:Littorio di Taranto e Spano di Alberobello.Parziali: 21-20 20-17 19-19 18-22 7-13

Occasione persa per la Mens Sana 2MD Mesagne che sul parquet amico sciupa banalmente una ghiotta occasione. Vince la Juve Travi, squadra costruita per la vittoria del campionato, che ringrazia i mensanini per gli errori commessi nel finale. Il Trani non ha mai mollato anche quando era in ritardo di 12 lunghezze e ha dovuto farsi trascinare dai due stranieri Monier (38) e Rubbera (24), che insieme hanno realizzato 62 punti, compresi quelli decisivi. Il Mesagne deve fare i conti sempre con l'infermeria affollata e rinuncia ancora a De Maria e Mazza, mentre Rubino, Voglino e Iaia stringono i denti per malanni vari. Coach Distante schiera Risolo, Canepa, Scalera, Rubino e Voglino, mentre coach Ceci mette in campo gli stranieri Rubbera e Monier con Auricchio, Scoccimarro e Traversa. Parte forte la formazione barese e con Traversa piazza subito un break che porta la Juve in vantaggio 6-14 a metà primo tempo. Reagisce subito la Mens Sana Mesagne con Canepa e Risolo che recuperano e chiudono in vantaggio il primo tempino 21-20. Voglino (15), 3/5 da due, 3/3 da tre e 4 assist controlla bene Rubbera, Risolo, Iaia e Scalera lottano contro il duo pesante Auricchio-Scoccimarro e Canepa e Rubino, quest'ultimo finalmente ritornato ai livelli dello scorso anno, danno i giusti ritmi. Iaia viene richiamato in panca per il riacutizzarsi dell'infortunio, Monna rileva Scalera e Mitrotti fa rifiatare Rubino. La Mens Sana gioca bene, attacca con giudizio tutte le difese che i tranesi alternano. Finalmente buone percentuali dalla distanza con Risolo (15), 3/6 nei liberi, 4/8 da due, 2/4 da tre, Voglino e Canepa che colpiscono dalla linea dei 6,25. Al riposo lungo il Trani è in affanno anche se recupera chiudendo sul 41-37. Tutti si attendono la reazione del Trani, invece sono ancora i mensanini a gestire bene l'incontro. E' ancora il trio Voglino-Risolo-Canepa a guidare la squadra portandosi sul 53-44 al 5', passando da un + 12, ma facendosi recuperare alla fine del terzo tempo 60-56. Il Trani è solo Monier-Rubbera i quali diventano imprendibili per i mensanini. L'ultimo tempino diventa un fatto personale di Rubino e il biondo play mesagnese realizza 14 punti su 18 della sua squadra realizzando 3 triple. A 5' dal termine il Mesagne è in vantaggio 71-64 e conduce tranquillamente l'incontro anche se la situazione falli diventa preoccupante, infatti Voglino e Scalera abbandonano il campo. Monier fa un gioco da tre punti, Risolo risponde con un canestro da sotto e Rubino con una tripla rimette le cose a posto (76-71). Risponde Monier con una tripla per il 76-74. Rubbera sale in cattedra e, grazie anche alla complicità della difesa mesagnese, per ben due volte pareggia tirando praticamente da solo, e porta la sua squadra all'inaspettato supplementare. Nell'over-time il Mesagne perde per falli (saranno 30 alla fine) anche Monna e la lotta, già impari per i valori in campo, diventa impossibile. Canepa (24), 9/14 nei liberi, 2/6 da due, 3/6 da tre, perde come nel finale dei tempi regolamentari alcuni palloni importanti, saranno 9 le palle perse nell'arco dell'incontro, e i tranesi ne approfittano per chiudere vittoriosamente la partita. Tira un sospiro di sollievo il Presidente della Juve Carletto Ruggero che dopo il passo falso della scorsa settimana contro il Trinitapoli. Lasciare ulteriori punti avrebbe pregiudicato la seconda posizione in classifica, in coabitazione con il Lecce, che sarà a Trani la prossima settimana. Peccato per i ragazzi di coach Distante perchè, nonostante il periodo poco felice dovuto ai tantisimi infortuni, ha avuto in mano l'esito dell'incontro con quei due punti che sarebbero stati pesantissimi ai fini della classifica. Domenica prossima la Mens Sana 2MD Utensili Mesagne rende visita alla capolista Monteroni per la serie missione impossibile. Esaurita la prima fase del girone di ritorno contro le grandi del campionato, i mensanini aspettano sul parquet di via Udine FBK Trani, Nardò, Ceglie, Barletta e Trinitapoli per risalire la deficitaria classifica.

MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE SANTERAMO = 51 - 42

MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE - SANTERAMO = 51 - 42

MENS SANA GRUPPOOTTO MESAGNE: Salamia F., Caiulo 5, Carlino 11, Belfiore 17, De Nitto 14, Caiulo 5, Salamia A., Vidali, Resta 4, Tortorella n.e. Perrotta. Allenatore: Angelo Greco.SANTERAMO: Toscano L. 13, Toscano S. 18, Martinelli 4, Labarile, Difonzo 2, Koenis 1, Dimauro 2, Digregorio 2, Ciliberti n.e.. Allenatore: Lella.Arbitri: Grasso e Malerba di Brindisi.

venerdì 6 febbraio 2009

MESAGNE PERCORSI DI LEGALITA'

Mesagne: percorsi di legalità

Intervento integrale del capogruppo di A Sinistra/Prc in Consiglio Comunale, Pompeo Molfetta, sui percorsi di legalità contro la recrudescenza criminale.





Mesagne: percorsi di legalità

Cercherò di circoscrivere il mio intervento entro gli ambiti che mi competono per il ruolo istituzionale che esercito non prima di aver rappresentato la necessità che si trovi , prima o poi, un luogo terzo, in cui la città abbia il modo di confrontarsi direttamente con la storia di quegli anni. Sulle vicende legate alla SCU, alla 4° mafia infatti è stata scritta una verità giudiziaria che passa attraverso i processi espletati col pronunciamento di sentenze già passate in giudicato. C’è un documento importante elaborato dall’osservatorio sugli aspetti socio-ambientali e culturali del fenomeno, c’è inoltre tanta storiografia di basso profilo e tante credenze che quella realtà talvolta mistificano. Non c’è stata, finora, una efficace disamina storica che consenta alla città la piena elaborazione, il superamento di una vicenda che ha profondamente segnato la coscienza civile del suo popolo e che ha ancora ferite aperte e sanguinanti in tante famiglie e nelle tante inutili croci che si ammucchiarono in quel tempo nel cimitero. Questo passaggio credo sia necessario e non più derogabile per evitare che si verifichi, se non si sia già verificato, un frettoloso e pericoloso processo di rimozione collettiva o che si sviluppi, soprattutto nei giovani, una sorta di allegoria della storia. Bisogna fare i conti con la fredda sequenza dei fatti di cronaca di allora Bisogna fare i conti con i ricordi sotterrati nei più remoti anfratti della memoria : con l’immagine per es. di quel pomeriggio d’un giorno d’estate sul sagrato della chiesa di S.Maria. Mai visti tanti ragazzi ad un funerale. Una lunga interminabile processione per onorare la morte di un giovane rampollo di una famiglia in odor di mafia, morto tragicamente in un incidente stradale con la sua moto. Nonostante uno straordinario dispiegamento di forze dell’ordine, di poliziotti mimetizzati fra la folla, appostati con potenti teleobiettivi sui tetti dei palazzi vicini, i ragazzi se ne stavano silenziosi e fieri sul sagrato in atto di palese sfida verso chiunque avesse mai osato turbare la sacralità di quel momento, ostili verso quella parte della città che si nascondeva, che aveva paura. Mai visti tanti ragazzi ad un funerale. Per ragioni di ordine pubblico, in deroga alle regole vigenti, fu concesso alla famiglia di portare a spalla il feretro dalla chiesa fino al cimitero. Per “loro” fu un lungo e commovente tappeto di fiori bianchi, per me fu come un atto definitivo di resa dello stato.

Bisognerà prima o poi ripartire da lì per cercare di capire come fu possibile che si verificasse tutto ciò. Come fu possibile in mezzo a noi, fra le nostre famiglie, nelle nostre case, nelle nostre piazze. Come fu possibile che tanti giovani, poco più che ragazzi, con cui avevamo magari tirato calci al pallone nei campi di periferia, con cui avevamo fatto le scuole elementari, con cui magari avevamo giocato a carte sui marciapiedi delle strade ad un certo punto decidessero di consegnare a frotte le loro vite, i loro destini ad un potere criminale spietato e sanguinario.

Abbiamo fatto bene ad avviare questo percorso. Certamente sono improponibili confronti e raffronti col passato. Non abbiamo alcun elemento di valutazione certo sugli accadimenti delle ultime settimane. Cogliamo con favore le rassicurazioni che ci giungono dal prefetto dagli organi di polizia, ma quando uno ha combattuto con un tumore maligno è ben difficile che non si spaventi anche di fronte al sintomo più banale ed insignificante, ammesso e non concesso che siano insignificanti gli atti intimidatori di cui sono stati vittima i rappresentanti di Libera e dell’associazione Anti-Raket. Abbiamo fatto bene … così che ognuno si assuma per tempo le proprie responsabilità e nessuno abbia più a dire ma io non sapevo e se sapevo non capivo.

Per chi vive il suo impegno sociale in una esperienza politica i percorsi di legalità passano prima di tutto attraverso la difesa ed il rafforzamento delle istituzioni democratiche e della Costituzione. Gli italiani mediamente non hanno un alto senso dello Stato. Abbiamo nel nostro dna una tensione anarcoide, una comune idiosincrasia verso le regole che discende dalla notte dei tempi e che sta nella precarietà ed estrema frammentazione dei legami sociali e territoriali, nell’ individualismo spesso esasperato, nell’arte millenaria di arrangiarsi, nella cultura familista e campanilista ecc... Io, la mia famiglia, il mio clan, la mia terra, al massimo la nazionale di calcio questa è la scansione dei valori sociali di riferimento ereditati per natura che contraddistinguono l’italianità. Lo stato sta in fondo a questa graduatoria.

Questa connotazione tipicamente italiana è ancor più esasperata oggi da un sistema valoriale, culturale ed economico che spinge l’individuo a cercare, ognuno per se, la sua realizzazione, il proprio stato nel mercato, nel profitto, nel capitale. Ma anche l’illusione collettiva che la globalizzazione liberista rende tutti liberi e felici sembra vacillare sotto i colpi di una crisi economica spaventosa che scopre tutti più fragili e disorientati. In questo contesto di grande confusione, disillusione collettiva, disgregazione sociale, insicurezza; dietro la colossale ingiustizia che la recessione si trascinerà certamente dietro, potrebbe crescere l’insidia dell’antistato o dell’altro stato su cui fonda la cultura mafiosa. Per questo oggi più che mai, in Italia, al sud a Mesagne bisogna riaffermare il primato dello stato, delle istituzioni democratiche, del bene pubblico sugli interessi pur legittimi dei singoli cittadini.

E’ questo il momento in cui bisogna rimarcare il valore della nostra Costituzione, il suo carattere fondativo e unificante, la sua connotazione profondamente democratica ed antifascista, il valore dei suoi ideali di riferimento: la pace, l’uguaglianza, la giustizia sociale, il lavoro. Ma non il lavoro precario, il lavoro flessibile, il lavoro interinale, il part-time, il lavoro mendicato e raccomandato, ma il lavoro sicuro quello che esalta la dignità dell’uomo, il lavoro che produce, il lavoro posto a servizio della collettività, il lavoro che garantisce condizioni decenti di vita a tutti. Oggi questo concetto sembra superato dalla storia e perciò subisce attacchi concentrici da giuslavoristi, da sindacalisti disposti a stracciare lo statuto dei lavoratori, da ministri sempre a caccia delle streghe. Ecco bisogna tornare a mettere al centro dell’agenda politica a qualunque livello la questione del lavoro.

Anche le istituzioni cittadine vanno tutelate, difese e rafforzate in tutte le sue articolazioni. Va difesa l’istituzione del sindaco che è positivamente mutata nel tempo ed oggi è certamente rappresenta la figura di maggior raccordo democratico fra i cittadini e lo stato. A Mesagne noi della sinistra abbiamo fatto la nostra parte, riconoscendo a pieno la legittimità della vittoria elettorale di Enzo Incalza. Abbiamo criticato il ricorso alla magistratura per inficiare il risultato elettorale, e vorremmo che fosse lui, e non chi è stato delegittimato dal votoi, a guidare il governo in carica..

Va difeso il Consiglio Comunale nella sua interezza e nell’esercizio delle sue funzioni. Specie in questo momento di forte tensione democratica. Un momento di netta e schiacciante supremazia del governo sugli gli organismi di rappresentanza dal Parlamento nazionale al Consiglio Comunale. Oggi che con i vari sbarramenti elettorali si tenta di espellere dalla partita istituzionale le minoranza e di strozzare il pluralismo. Apprezzo lo sforzo che il Presidente del Consiglio, spesso in splendida solitudine, va facendo in questa direzione contro il tentativo continuo della Giunta di esautorare nei fatti il consiglio comunale dalle sue legittime prerogative e funzioni. Questo non può che alimentare un clima di diffidenza e di scontro che non giova certo ne alla città ne alle istituzioni nel loro complesso.

Riaffermare il valore della politica come laboratorio di studio, di approfondimento, di conoscenza ove si costruiscono idee e progetti intorno ai quali preparare una prospettiva di miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini. La politica deve tornare ad essere cinghia di trasmissione fra il popolo e le istituzioni, non quel crogiolo di interessi di casta dove si costruiscono carriere e fortune individuali. Deve tornare ad essere strumento di mediazione delle tensioni sociali, per non lasciare spazio ad un altro modello di mediazione sociale che è quello fortemente accattivante che ruota intorno alla cultura mafiosa. La nostra città ha vissuto negli ultimi anni in un clima avvelenato da uno scontro che spesso non aveva niente di politico e che fondava sulla calunnia, sulla diffamazione, sulle lettere anonime, sulle indagini della magistratura.

Noi dobbiamo porre fine a questa fase che ha logorato complessivamente tutti, ha gettato discredito ulteriore sulla la politica. .Oggi, soprattutto noi, che abbiamo subito le conseguenze nefaste di quel clima, abbiamo il dovere di abbandonare questo terreno di scontro e ridare vigore alle ragioni della politica, ai contenuti, alle questioni che attengono alla vita quotidiana dei nostri cittadini senza l’acredine di chi sembra sempre avere un conto in sospeso con qualcuno.

Noi dobbiamo chiudere la porta alle nostre spalle e guardare avanti con spirito nuovo. Su quel recente passato c’è stato il giudizio politico che il popolo ha espresso con il suo voto è anche questo giudizio bisogna accettare senza remore come si accetta un rigore inesistente semplicemente perché l’arbitro lo ha fischiato. La sovranità democratica del popolo si misura sopratutto anche quando decreta sconfitta ingiusta.

Sul recente passato amministrativo è stata scritta, credo per intero, dalla magistratura una verità processuale che va altrettanto rispettata. C’è invece chi fra gli amministratori ed i politici minaccia costantemente di adire a questi percorsi per affermare una ragione che magari la evidenza dei fatti gli nega. Questo continuo scartabellare sui presunti scheletri nell’armadio, sugli errori commessi in passato dagli altri per mascherare le proprie inefficienze di oggi è un segno di evidente debolezza politica e di gravoso limite amministrativo. Ma quel che è più grave è che questo stillicidio di accuse e contraccuse alimenta un clima diffidenza della gente nei confronti della politica che spinge fuori dai percorsi di legalità.

L’etica della politica.

La politica ha un suo codice etico non scritto. Gli antichi filosofi greci, gli inventori della democrazia, dicevano che quando un uomo è chiamato ad incarichi di governo deve abbandonare la propria moglie ed i propri figli perché mai ci possa essere il sospetto che i suoi atti possano determinare anche indirettamente un beneficio ai suoi cari. Oggi è l’esatto contrario, non c’è un atto che politici ed amministratori non compiano senza che ve ne sia una evidente ricaduta sui propri averi, sulle propria famiglia, sul proprio elettorato o che in qualche modo non sia funzionale al rafforzamento del potere personale, di gruppo o di partito. E non basta essere in pace con la propria coscienza per aver svolto a fondo il proprio dovere morale di amministratore ma bisogna fare atti, compiere scelte talvolta impopolari, bisogna evocare il coraggio di dire no, quando si presentano occasioni che tentano, lusingano la naturale ambizione di ciascuno all’esercizio del potere.

Ebbene da questo punto di vista, il centro sinistra di Mesagne ha già dato, ha pagato il suo debito. Temo purtroppo che il cambiamento annunciato dal centro destra tardi a compiersi, anzi c’è una incessante escalation di fatti e atti amministrativi in cui si palesa con ogni evidenza il conflitto fra interesse pubblico ed interesse privato.

Questo è un brutto affare poiché non si può invocare il rigore morale, il rispetto della legge negli altri quando non si compie fino in fondo il proprio dovere. E quando le istituzioni indugiano nella concessione di privilegi piccoli o grandi, quando creano sperequazione, quando favoriscono direttamente interessi economici, quando alimentano lo scontro sociale la battaglia dei poveri allora compiono atti che non si discostano molto da quella che noi riconosciamo come appartenenti alla cultura mafiosa.

Cittadinanza attiva e partecipazione

Non ci sarebbe stato il riscatto, la emancipazione dalla violenza criminale se la città nelle sue varie espressioni non avesse reagito come reagì, assumendosi ognuno le proprie responsabilità, facendosi corpo unico con le istituzioni , ponendosi all’unisono dall’altra parte della barricata e segnando un limite di demarcazione, un discrimine finalmente netto con il malaffare. Non bisogna mai scordarsi del ruolo che ebbe una parte illuminata della chiesa nel segnalare per prima la pericolosità della minaccia mafiosa quando ancora le istituzioni comunali sembravano dormienti, quando gli stessi atti delinquenziali venivano sbrigativamente archiviati come ordinari episodi di uapparia Mai bisogna dimenticare il coraggio che dimostrò il nostro corpo produttivo che pur sotto scacco, pur esposto alla ritorsione criminale ebbe la forza di resistere, reagire e collaborare con gli inquirenti.

Mai scordarsi del ruolo che ebbero le nostre agenzie formative, le scuole, i centri sociali, le associazioni di volontariato nel porsi alla testa di un movimento che fu movimento di liberazione.

Oggi questo sistema è in crisi certamente per ragioni le ragioni di carattere generali cui si è accennato: per la destrutturazione dei rapporti sociali, per la crisi del sistema valoriale, la precarietà, l’insicurezza economica ecc. Ma anche per ragioni del tutto locali. Le amministrazioni del recente passato indubbiamente hanno avuto il grande merito di cogliere il valore della cittadinanza attiva, della partecipazione, ed hanno favorito l’organizzazione di una rete solidaristica molto forte nella nostra città. Forse però la politica è rimasta imbrigliata, appiccicata troppo a lungo a questa rete così da tarpare le ali fino ad inaridire una fonte che doveva ad un certo punto alimentarsi e rigenerarsi autonomamente. Così molti di quegli straordinari operatori sociali, tanti singoli cittadini sono tornati alle loro case e quelli che rimangono spesso mantengono nei confronti della politica un atteggiamento di sudditanza, di acquiescenza, una sorprendente capacità di adattarsi ai cambiamenti del potere di un potere che in verità sembra sempre meno sensibile al valore della partecipazione e sempre più sensibile al valore del consenso.

La crisi dunque del sistema istituzionale, della politica e della società aprono un orizzonte fosco che lascia poco spazio all’ottimismo. Tuttavia io sono fiducioso, confido nella capacità della politica di rigenerarsi e confido soprattutto nell’ indomabile senso civico di un popolo che ha una storia tanto grande e nobile che certamente saprà superare anche questo momento di difficoltà, ed anche questa notte passerà.

Mesagne, 5 febbraio 2009

dr. Pompeo Molfetta
Capogruppo A Sinistra \ Prc Mesagne

mercoledì 4 febbraio 2009

LE MINACCE A LIBERA

LE MINACCE A “LIBERA”SONO MINACCE A TUTTA LA CITTA’
Il doppio minaccioso avvertimento subito dal Presidente e da un socio della Co
operativa “Terra di Puglia”, iniziativa imprenditoriale promossa dall’Associazione Libera sui terreni confiscati alla Sacra Corona Unita, rappresentano uno sfregio all’intera comunità di Mesagne. Perché questa città ha fortemente voluto, attraverso le sue Istituzioni, che si realizzasse tale esperienza così concretamente simbolica nel percorso per una nuova legalità al Sud.
I giovani che hanno scelto la strada di essere protagonisti diretti lavorando in prima persona su un “campo minato”, come di fatto è ogni proprietà confiscata alla criminalità, devono sentire la solidarietà piena ed effettiva dell’intera comunità. Per questo motivo giunge al momento opportuno il Consiglio comunale sulla tematica che si terrà giovedì prossimo, aperto al pubblico e con l’intervento già programmato dell’Associazione Libera. Ed il Consiglio stesso, insieme al Sindaco, deve approntare ogni iniziativa che renda concreta e solidale la vicinanza della nostra comunità. Alzare i toni, manifestare solidarietà non è atto retorico e sterile ma consente di spezzare isolamenti, scoraggiare malsani protagonismi, interdire ulteriori azioni criminali.
Mesagne, 3 febbraio 2009
Pompeo MOLFETTA e Toni MATARRELLI consiglieri comunali di A Sinistra \ Rifondazione ComunistaMesagne

MENS SANA MESAGNE E RISPARMIO ENERGETICO

MENS SANA MESAGNE E RISPARMIO ENERGETICO

L'Associazione sportiva dilettantistica Mens Sana Mesagne aderisce all’iniziativa “Mi illumino di meno”, promossa da Caterpillar, il noto programma di Radio 2 in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30, che lancia per il 13 febbraio 2009 una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico. Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2008 dalle ore 18. La società cestistica mesagnese metterà in campo una serie di iniziative dedicate alla sensibilizzazione dei suoi 300 iscritti e dei suoi tifosi sulla necessità di un utilizzo più consapevole delle risorse energetiche. La settimana dell'iniziativa tutti gli allenamenti saranno effettuati, nei limiti del possibile, con la luce solare, risparmiando l'energia elettrica nelle prime ore del pomeriggio. In occasione della gara casalinga di serie C del 7 febbraio contro la Juve Trani, sarà tenuto spento il riscaldamento del palazzetto dello sport come campagna di sensibilizzazione. Altre iniziative saranno proposte a tutti gli iscritti affinchè nasca tra i giovani la cultura per razionalizzare i consumi d'energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può decidere a proprio modo per tagliare gli sprechi. Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Palma de Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Romania. La stessa esperienza si ripeterà quest'anno.

domenica 1 febbraio 2009

EAGLES BRINDISI - MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI = 65 -70

EAGLES BRINDISI - MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI = 65 -70

MENS SANA MESAGNE 2MD UTENSILI: Carriero Ale. n.e., Rubino 6, Capodieci n.e., Voglino 14, Canepa 19, Scalera 10, Carriero C. n.e., Risolo 12 , Monna 9, Mitrotti. Allenastore: Massimo Distante.
EAGLES BRINDISI: Sirena 8, Tataranni 5, Mastrorosa R. 11, Rubino 7, Mastrorosa T., D'Amicis 7, Passante 22, Smiles 5, Cuppone, Ruggero n.e. Allenatore: Teodoro Rodi.
Arbitri: Lorusso di Altamura e Schena di Castellana Grotte.
Parziali: 20-15 20-18 10-10 15-27

Una Mens Sana 2MD Utensili Mesagne incerottata supera anche la malasorte e torna alla vittoria. Gara difficile in chiave play out quella dei mensanini contro l'Eagles Brindisi, dovuta anche alla lunga la serie di infortuni che continuano a condizionare pesantemente l'esito della stagione. Coach Distante deve fare a meno di De Maria, Mazza, Iaia e deve schierare Voglino a mezzo servizio. Si rivede anche Sergio Rubino, dopo il lunghisimo stop, ma con un vistoso bendaggio ad una caviglia in disordine. Brindisi con il nuovo coach Rino Rodi si schiera con Smiles, Mastrorosa Raffaele., Passante, Tataranni e Mastrorosa Teodoro, mentre il Mesagne scende in campo con Canepa, Scalera, Voglino, Risolo e Monna. Subito in difficoltà Risolo e compagni contro un Brindisi aggressivo e determinato a portare a casa la vittoria. Al 5' il punteggio è 9-7 con tripla di Mastrorosa R. e buone conclusioni di Passante. La Mens Sana risponde con Voglino (14), 2/2 nei liberi, 6/6 da due e 0/3 da tre con 4 assist, e Monna che inizia bene ma poi cala vistosamnente alla distanza. Rodi schiera Sirena che realizza in pochi minuti 8 punti portando l'Eagles al primo riposo sul 20-15. Nel secondo quarto i mensanini recuperano con le triple di Canepa (19), 9/14 nei liberi, 2/5 da due e 2/6 da tre con 5 recuperi, schierano Rubino e rimettono la gara in equilibrio. Passante e Tataranni tentano l'allungo, la Mens Sana si disunisce e chiude il secondo tempo sul 40-33. Al rientro in campo il Mesagne commette una serie interminabile di errori e l'Eagles ne approfitta con il solito Passante (22) per volare sul +12. Reagiscono Risolo e compagni, recuperano e tornano in partita grazie anche alla buona vena di Scalera (10), 3/5 nei liberi, 2/5 da due e1/2 da tre. Alla fine del terzo periodo il Brindisi è sempre in vantaggio 50-43. Nell'ultimo tempino i mensanini aumentano vistosamente la pressione difensiva e i palloni recuperati vengono gestiti in attaco con buone soluzioni. Coach Distante schiera Rubino nel ruolo di play, mentre Canepa viene spostato nel ruolo di guardia. A 5' dal termine il tabellone segna parità 55-55. Voglino, dopo l'uscita per falli di Scalera, difende forte su Passante, mentre Canepa e Rubino gestiscono la parte finale della gara. Negli ultimi secondi i mensanini stringono i denti e si portano a + 6, ma una tripla di Andrea Rubino rimette l'esisto dell'incontro in discussione. Sono ancora Canepa, Risolo e Rubino dalla linea della provvidenza a chiudere la partita con una vittoria importante. Il successo arriva al termine di una gara condotta per lunghi tratti dai padroni di casa, ma dove la Mens Sana 2MD Utensili Mesagne ha avuto il grande merito di dare sempre il massimo, anche con le numerose assenze, e soffrire quando il Brindisi ha dato l'impressione di poter vincere facilmente. Adesso è necessario tentare di recuperare la lunga lista degli infortunati anche se per De Maria si prospettano tempi molto lunghi. Il calendario non aiuta i mensanini che riceveranno sabato prossimo la Juve Trani, sconfitta sorprendentemente in casa dal Trinitapoli, prima di rendere visita al Monteroni, regina del campionato.

IL RIGASSIFICATORE E LA POLITICA

Il rigassificatore e la politica

Il Sindaco Mennitti ha nei giorni scorsi annunciato, dopo un incontro col Ministro Fitto, la decisione di ricandidarsi alla guida della città affermando di aver intravisto la disponibilità del Governo in merito alla positiva soluzione del problema del rigassificatore la cui realizzazione è considerata dalla nostra comunità, oltreché estremamente pericolosa per l’incolumità dei cittadini, del tutto incompatibile con le politiche negli ultimi tempi avviate dalle Amministrazioni locali. Una scelta che il Sindaco ha condizionato alla definitiva conferma di tali assicurazioni da ricevere in un incontro romano fissato in un primo momento per il 29 gennaio e poi rinviato di qualche giorno. Assicurazioni che risulterebbero in linea col principio di civiltà e di democrazia per il quale le decisioni sul modello di vita sociale ed economica delle comunità locali vanno sempre adottate dal governo centrale in sintonia con gli orientamenti delle popolazioni interessate e mai contro di essi.

Quella del rigassificatore è una questione di decisiva importanza per il futuro del nostro territorio ed è per questo che dopo le ultime elezioni amministrative, sotto la spinta di un forte movimento di opinione, si è verificata una virtuosa convergenza fra forze politiche locali di opposto schieramento e fruttuose collaborazioni istituzionali fra il Comune di Brindisi, la Provincia e la Regione. Un fatto inedito, una forza di pressione responsabile e determinata che ha indotto il precedente governo a riaprire il caso riconoscendo che vi sono state gravi irregolarità nelle procedure seguite e sospendendo l’autorizzazione a suo tempo concessa. E ciò mentre certi clamorosi sviluppi di un’inchiesta penale davano corpo ad accuse di corruzioni e di falsità sfociate nel rinvio a giudizio di 15 imputati, tra i quali vari dirigenti e manager della società costruttrice.

Sorprende allora che la notizia di un possibile successo, anche se allo stato solo ipotizzato, delle pressioni che l’on.le Mennitti sta facendo sul Governo abbia dato luogo ad alcune improvvide sortite caratterizzate, in qualche caso, da freddo scetticismo e, in qualche altro, da polemici sofismi: atteggiamenti che invero non giovano alla causa del “no” al rigassificatore. Occorre invece confermare la ferma opposizione alla realizzazione dell’impianto da parte delle forze politiche che si sono già in tal senso espresse nei Consigli comunale e provinciale cementando su questo tema quella utile convergenza di cui hanno dato meritoriamente prova in questi anni. Così come appare giusto dare atto ad Errico (che lascia) ed a Mennitti (che vorrebbe potersi ricandidare) di aver combattuto con lucidità e coraggio sul fronte del rigassificatore la “buona battaglia”. Una battaglia che il notaio Errico proseguirà certo nei modi e nei ruoli da lui prescelti e che l’on.le Mennitti sta in questi giorni portando avanti con una azione persuasiva nei confronti del Governo alla quale si dovrebbe guardare senza miopie ed anche con solidale attenzione e comprensivo rispetto.

L’augurio è che l’Esecutivo si convinca della illegittimità del decreto con il quale è stata autorizzata la costruzione del rigassificatore e che, a conclusione della procedura di revisione dell’iter autorizzativo, rimuova tale provvedimento. Ma se così non dovessero andare le cose, verrebbe gravemente mortificata l’“autonomia” di funzioni e di poteri che la Costituzione e le leggi attribuiscono agli Enti locali in una materia concernente la fisionomia e l’economia della città e del territorio. Funzioni e poteri che costituiscono l’anima della stessa ragion d’essere di tali enti. Ed il Governo si troverebbe gravato della pesante responsabilità di disattendere una forte domanda popolare e di dover gestire, con la burocrazia e contro la democrazia, una situazione lacerata ed insostenibile.

Brindisi, 31 gennaio 2009

Michele DI SCHIENA




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