La Giunta Incalza e “ la mossa del cavallo”
La crisi interna alla maggioranza di centrodestra nel Comune di Mesagne evoca la più classica delle mosse degli scacchi. La “regina” ( si fa per dire ) della Giunta Incalza, cioè l’assessore Magrì, messo alla berlina dalla sua stessa maggioranza e più volte minacciato di essere defenestrato dalla Giunta stessa, trova fra i consiglieri comunali un alleato: il suo “cavallo” ( mi perdonerà il dr. Grassi per l’irriverenza) e con esso mette sotto scacco il “re”. Questa mossa rende del tutto inutile la annunciata verifica di governo poiché è chiaro fin da adesso che nulla può essere toccato negli assetti istituzionali poiché se salta la regina salta anche il re: scacco matto e tutti a casa.
Quindi la baruffa di queste settimane, le intenzioni manifestate di andare verso un chiarimento politico, le aspettativa di un rimpasto di governo in grado di rilanciare una attività amministrativa che langue nella confusione, sono state azzerate dalla “mossa del cavallo”. Da questa vicenda emerge con chiarezza sconcertante che l’unico collante che tiene insieme le forze di centro destra è il potere e la stramaledetta paura di perderlo. Si sono praticamente disciolte come neve al sole, dopo neanche un anno di esistenza, le liste civiche “Mesagne Incalza” e Progetto Mesagne” per il fatto molto semplice che esse erano minate alla base dalle ambizioni personali e perché non avevano, come non hanno, alcuna matrice politica o ispirazione ideale di riferimento. Il mentore politico del centro-destra, cioè il consigliere Distante che ha lanciato la carica per avviare un processo di pseudo-moralizzazione nella pratica di governo, non centrerà l’obiettivo del rimpasto semplicemente perché questa battaglia non è nelle corde, né nella cultura del centrodestra.
Il Sindaco Incalza resterà, volente o nolente, intrappolato nella sua Giunta costretto in un ruolo di vacuo moderatismo che non riesce a trasmettere né alla sua maggioranza litigiosa né al suo governo spregiudicato. Intanto la città bivacca in attesa che si compia un cambiamento che al momento non è all’orizzonte salvo che non lo determini la gente con l’unico strumento di democrazia che ancora resiste e cioè il voto.
La crisi interna alla maggioranza di centrodestra nel Comune di Mesagne evoca la più classica delle mosse degli scacchi. La “regina” ( si fa per dire ) della Giunta Incalza, cioè l’assessore Magrì, messo alla berlina dalla sua stessa maggioranza e più volte minacciato di essere defenestrato dalla Giunta stessa, trova fra i consiglieri comunali un alleato: il suo “cavallo” ( mi perdonerà il dr. Grassi per l’irriverenza) e con esso mette sotto scacco il “re”. Questa mossa rende del tutto inutile la annunciata verifica di governo poiché è chiaro fin da adesso che nulla può essere toccato negli assetti istituzionali poiché se salta la regina salta anche il re: scacco matto e tutti a casa.
Quindi la baruffa di queste settimane, le intenzioni manifestate di andare verso un chiarimento politico, le aspettativa di un rimpasto di governo in grado di rilanciare una attività amministrativa che langue nella confusione, sono state azzerate dalla “mossa del cavallo”. Da questa vicenda emerge con chiarezza sconcertante che l’unico collante che tiene insieme le forze di centro destra è il potere e la stramaledetta paura di perderlo. Si sono praticamente disciolte come neve al sole, dopo neanche un anno di esistenza, le liste civiche “Mesagne Incalza” e Progetto Mesagne” per il fatto molto semplice che esse erano minate alla base dalle ambizioni personali e perché non avevano, come non hanno, alcuna matrice politica o ispirazione ideale di riferimento. Il mentore politico del centro-destra, cioè il consigliere Distante che ha lanciato la carica per avviare un processo di pseudo-moralizzazione nella pratica di governo, non centrerà l’obiettivo del rimpasto semplicemente perché questa battaglia non è nelle corde, né nella cultura del centrodestra.
Il Sindaco Incalza resterà, volente o nolente, intrappolato nella sua Giunta costretto in un ruolo di vacuo moderatismo che non riesce a trasmettere né alla sua maggioranza litigiosa né al suo governo spregiudicato. Intanto la città bivacca in attesa che si compia un cambiamento che al momento non è all’orizzonte salvo che non lo determini la gente con l’unico strumento di democrazia che ancora resiste e cioè il voto.
Mesagne, 29 marzo 2009
Pompeo MolfettaCapogruppo consiliare A Sinistra \ Movimento per la Sinistra
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