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domenica 19 settembre 2010

Mesagne: localismi, cecità politica e antichi rancori

Mesagne: localismi, cecità politica e antichi rancori

Il Ministro Tremonti da circa due mesi tiene sospeso il Piano Sanitario di Rientro della Regione Puglia come la lama di un coltello puntata contro la giugulare del governatore Vendola. I tecnici del suo ministero continuano a chiedere tagli ulteriori alla rete ospedaliera, la revoca delle assunzioni dei precari stabilizzati e il blocco del turn-over dei dipendenti pena la bocciatura del Piano e la mancata attribuzione alla Puglia del fondo strutturale accessorio. Allo stesso modo, da tempo il ministro Fitto tiene congelati i fondi FAS per le aree depresse e non perde occasione pubblica di screditare il governo della sua Regione accusandolo a più riprese di bancarotta fraudolenta. Questa rappresaglia è in atto semplicemente perché la Puglia nel 2008 ha sforato il “patto di stabilità” cioè ha superato temporaneamente i limiti imposti di spesa rientrando prontamente negli anni successivi con risorse proprie.

Una durezza quindi inusitata e sospetta contro la Puglia che il governo, per esempio, non ha usato nei confronti degli allevatori del Nord-Est per la vicenda della mancata attribuzione delle quote latte o nei confronti dei grandi evasori delle concerie venete; situazioni che pure determinano la mancata attribuzione di finanziamenti europei all’agricoltura e danni erariali per svariati miliardi di euro. E’ evidente allora, anche al più sprovveduto osservatore politico, che sulla carne viva dei pugliesi il governo nazionale sta giocando una sporca partita politica che ha un solo obiettivo: cuocere a fuoco lento sulla graticola della sanità un potenziale e pericolosissimo competitor elettorale di Silvio Berlusconi. Questa è la cornice di riferimento nazionale che serve a comprendere le responsabilità di ciascuno. Sarebbe interessante sapere, rispetto allo scontro politico in atto, da che parte stanno i Giovani Democratici.

Poi ci sono le vicende locali, non meno importanti perché chiamano in ballo la possibilità ventilata che l’ospedale “S. Camillo de Lellis” sia riconvertito. Da questo punto di vista il Consiglio Comunale di Mesagne ha approvato a larga maggioranza un atto di indirizzo col quale impegna tutte le istituzioni pubbliche a fare il massimo sforzo per impedire la chiusura del nostro ospedale. Tanto il Sindaco quanto il Consigliere regionale Matarrelli stanno operando in questa direzione con sollecita determinazione nelle sedi istituzionali proprie, ed hanno ottenuto la promessa del congelamento temporaneo della situazione attuale (sempre che il Piano non debba essere ri- modulato). Hanno, altresì, calendarizzato ulteriori iniziative per tenere alta l’attenzione su un tema cruciale che tocca il diritto più elementare dei cittadini al cui fianco noi saremo sempre e comunque.

In questo contesto, che merita il massimo senso di responsabilità e il massimo dell’unione possibile tra le forze politiche, i Giovani Democratici di Mesagne hanno diramato un comunicato in cui attaccano con rudezza e veemenza tanto il consigliere Matarrelli quanto il Presidente Vendola compiendo un atto palese di sciacallaggio politico che potrebbe indebolire il fronte del centro-sinistra e a riaprire vecchie ferite che faticosamente stavamo tentando insieme di rimarginare.

Questo comunicato è in sintonia con una strategia già avviata dai locali Giovani Democratici nei mesi scorsi che è quella di fare l’“opposizione interna” ai governi da loro stessi sostenuti e di demonizzare gli alleati di coalizione. Avevano cominciato facendo le pulci ad un comunicato stampa sulla legalità della Lista Ferrarese col malcelato intento di mettere alla berlina Maurizio Piro che da “assessorisssimo” vicino al PD è diventato nemico giurato da quando ne ha preso le distanze. Qualche stilettata nel frattempo è arrivata a Maria De Guido accusata di leggerezza morale nella concessione dello stadio all’unica squadra accreditata del titolo in grado di svolgere regolarmente il campionato di Promozione. Chissà quale sarà il bersaglio della prossima esternazione, per par condicio dovrebbe toccare alla “lista Vizzino”.

Francamente ci pare una strategia suicida e fratricida che segue la logica del “ tanto peggio tanto meglio”e che si spiega solo con l’intemperanza della giovinezza perchè non ha niente a che fare con la ragione politica. Noi per parte nostra manterremo il senso di responsabilità fin qui dimostrato, non cederemo alla provocazione, non andremo allo scontro e cercheremo la mediazione più alta nell’interesse della città, sempre che dietro le pietre che armano i Giovani Democratici non ci siano le mani di altri.

Mesagne, 17 settembre 2010

Pompeo Molfetta capogruppo consiliare Sinistra Unita

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