
INCALZA E LA QUESTIONE DEMOCRATICA
Per la seconda volta consecutiva, a distanza di un anno, Mesagne sperimenta una sorta di cortocircuito democratico e trova il limite estremo di una legge che qui fallisce clamorosamente l’obbiettivo di garantire equamente governabilità e rappresentanza. Ancora una volta la volontà popolare potrebbe partorire l’ ibrido istituzionale di un governo senza maggioranza, dopo aver già sperimentato un governo di minoranza (“anatra zoppa”).
Un risultato che sembrerebbe legato alla fatalità, alla astrusa combinazione dei numeri, alla fallibilità della legge elettorale contro cui ci si potrebbe scioccamente indignare, ma che invece rappresenta il paradigma di un cambiamento epocale che attraversa la società, la politica e le istituzioni democratiche del nostro Paese. Il voto amministrativo di Mesagne ha infatti espresso con nettezza l’ostinata volontà del popolo di dar corso ad una sorta di “governo del sindaco-a prescindere”: a prescindere dai rapporti di forza fra i gruppi politici espressi nel Consiglio Comunale, a prescindere dalla coloritura politica di chi lo sosterrà o ne farà parte, a prescindere dalla bontà dei contenuti programmatici espressi (o omessi) in campagna elettorale.
La querelle sul numero dei consiglieri eletti non sposta la sostanza politica del responso popolare che tende evidentemente a subordinare l’ assemblea elettiva al primato del governo e all’autorità del suo leader. Una espressione di voto perfettamente in sintonia con il cambiamento impresso da Berlusconi e dalla destra sociale che lo sostiene; un cambiamento che tenterà di marginalizzare sempre più il ruolo degli organismi di rappresentanza (parlamento, consigli comunali, partiti, organizzazioni sindacali,…ecc.) per stabilire col popolo un rapporto diretto, non mediato, individuale o al più corporativo.
Anche a Mesagne il risultato elettorale esprime questo mutamento profondo nel modo di intendere ed esercitare la democrazia e il diritto di voto. Qui, come in ogni angolo d’Italia, il cittadino tende sempre più ad identificarsi col suo leader, sia che sia un fiero combattente o un mite pacificatore; su di lui trasferisce pulsioni, bisogni, aspettative e solo a lui si rivolge come ad una sorta di icona inviolabile secondo un modello già sperimentato nella storia e di cui si vuol cancellare la memoria.
Il cittadino quindi non è più chiamato a partecipare alla vita politica ma a compiere atti di delega, ad essere spettatore e giudice, e quando giudica non deve più farlo sulla base di riferimenti ideologici (peraltro ormai assolutamente indeterminabili) o della propria tradizione culturale e politica, ma solo sulle possibilità e sui benefit ottenuti o da ottenersi in un orizzonte temporale di brevissimo respiro. E’ l’ autunno della democrazia che si iscrive nel solco di quel relativismo culturale che uccide i valore collettivi, i grandi ideali ed esalta l’individualismo, l’ edonismo, il materialismo storico.
Così è se vi pare. Io non dico che sia meglio o peggio di quando il potere di veto della vecchia partitocrazia faceva e disfaceva in parlamento, come in Consiglio Comunale, governi e governicchi da una stagione; non faccio l’apologia della prima repubblica e delle sue indiscutibili degenerazioni ma temo che la seconda sia forse peggio e che comunque non è questo il mondo che vorrei. E’ la è la fine del sogno, è la fine del novecento ed è bene che gli intellettuali e i politici dormienti della sinistra d’opinione se ne rendano conto prima di soccombere definitivamente in preda a questa strana “sindrome di Stoccolma” per cui la vittima, innamorata del suo carnefice, finisce per immolarsi nel salotto buono della TV di Stato.
Mesagne, 5 maggio 2008
Pompeo Molfetta
Consigliere comunale “ A Sinistra”
6 commenti:
Quando non vince il centrosinistra è l'autunno della democrazia?
E poi.. e poi... ditemi un poco ma secondo voi come mai a Mesagne oggi vince il centrodestra?
Sbaglio o chi scrive questo comunicato è l'ex candidato sindaco di A Sinistra? E sbaglio o le posizione dell'anno scorso non erano affatto tenere con il centrosinistra?
La colpa è certamente di Franco Damiano se la gente ha perso fiducia nel centro sinistra.
La gente ha voluto cambiare dopo 15 anni da una parte ha fatto benissimo, evitiamo la spartizione dei beni, dall'altra male perchè ha votato a Destra.
L'unica soluzione ora è lasciare che il centrosinistra rifletta sul risultato ottenuto per capire le motivazioni che hanno portato a questa decisione da parte del popolo. Gli errori commessi, per prepararsi a fronteggiare le Provinciali il prossimo anno in modo esaustivo.
Emm.. dimenticavo: ho vinto la scommessa la Sinistra Arcobaleno non è andata oltre i 2 consiglieri! Sono stato bravo? Grazie!
Si bravo bravo...! Comunque se avesse vinto Molfetta, Canuto sarebbe diventato vicesindaco...
Andrea Luttazzi
Emm... diciamo che quella era un'altra anomalia del centrosinistra... far diventare vicesindaco chi non aveva preso i voti per diventare consiglieri! Una strana concezione della democrazia... cmq non è andata così e quindi alcuni rimangono a casa!
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