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lunedì 14 luglio 2008

L'analisi politica di Raffaele Depunzio


Il voto unanime sul bilancio d’esercizio chiude ufficialmente una stagione di accuse e di veleni che ha caratterizzato questi anni la politica della nostra Città. Un primo grande obiettivo è stato centrato da parte del Sindaco Incalza che molto si è speso per favorire il dialogo tra maggioranza e opposizione. E’ opportuno, dunque, analizzare il risultato della seduta dell’ultimo consiglio comunale, partendo proprio dalla fine, e cioè dalla relazione dell’assessore al bilancio, che è apparsa esclusivamente tecnica e svuotata dei contenuti politici che invece devono risaltare in un consiglio comunale. Tre i punti fondamentali dell’analisi finanziaria svolta da Damiano Depunzio: avanzo di esercizio, prodotti derivati e debiti fuori bilancio.
Il primo aspetto evidente è che sull’avanzo di esercizio la Dott.ssa Cicoria ha fatto meglio della Giunta Sconosciuto; se è vero, infatti, che il Commissario Prefettizio si è limitato a rigor di logica all’ordinaria amministrazione, centrando l’obiettivo di un residuo di un milione e mezzo di euro, è altrettanto vero che anche l’ultimo governo di centro sinistra, il cui avanzo è stato di un milione e duecentomila euro, non ha applicato le proprie linee programmatiche e i propri indirizzi e si è limitato anche esso ai compiti minimi ed essenziali, facendo però sprofondare la nostra comunità in una situazione di grave crisi economica e sociale. Eppure il messaggio che è stato veicolato, grazie all’abilità dei consiglieri di opposizione, è quello di una Città che è stata amministrata bene, che ha investito sullo sviluppo 130 euro(!) procapite (la stessa somma negli ultimi due esercizi finanziari); è stato detto che l’emigrazione non è né una piaga né un problema, né il fenomeno appare risolvibile con serie politiche di sviluppo poiché si tratta solo di “normale” mobilità. Allora mi chiedo perché mai, ad un certo punto, la gente ha deciso di non votare più quella classe dirigente? Se bene si è governato, perché i mesagnesi stanno soffrendo? Perché l’agricoltura langue? Come mai è esplosa l’emergenza abitativa? Se le linee programmatiche illustrate dalla maggioranza, come sostenuto dal centro sinistra, sono di scarsa rilevanza strategica, perché il popolo le ha premiate con il consenso elettorale? Spero che qualcuno del centro sinistra risponda a queste che non sono solo le mie domande, magari tenendo da parte il “paradosso di Zenone” e non usando più la lacerante espressione “buona politica”.
Sul punto dei cosiddetti prodotti derivati, l’intervento del consigliere De Leo ha definito i contorni di una vicenda fatta di pressappochismo, imperizia e superficialità. Già l’esordio dell’ex assessore, che rimprovera a Damiano Depunzio che il taglio del tasso di sconto della federal reserve non va ad incidere sull’aumento degli interessi passivi è la prima affermazione infondata, ma poi nel contesto dell’intervento è apparso evidente che la scorsa amministrazione ha sottoscritto gli swap, non solo senza avere una conoscenza tecnica adeguata, ma solo al fine di rinegoziare il mutuo preesistente (nonostante l’ottimo tasso d’interesse fisso al 5%) contratto dal Comune pur non essendoci effettiva necessità finanziaria. Questo è l’aspetto politico serio: mi chiedo, infatti, se il consigliere De Leo abbia mai sottoscritto per sé e per la sua famiglia prodotti finanziari di cui non conosce il contenuto e il reale rischio, ma soprattutto, inutili?
Circa i debiti fuori bilancio, la voce più rilevante è legata alla parcella professionale di 255.000 euro presentata dal Senatore del PD, nonché Presidente della Provincia di Lecce, Giovanni Pellegrino, per un ricorso al T.A.R. avverso il piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia. Quale sensazione ha provocato questa notizia nella maggioranza e nell’opposizione? Sbigottimento? Incredulità? Nulla di tutto ciò, ma solo silenzio e passività, e qualche retorico coro in difesa dell’ospedale cittadino che verrà presto a mancare nonostante Vendola e le sue promesse. Il dato politico però è la spesa incontrollata, sproporzionata e abnorme per un ricorso al T.A.R. che la passata amministrazione ha consentito, peraltro senza delibera, affidando l’incarico non a legali altrettanto preparati, magari più a buon mercato, ma proprio al compagno Sen. Avv. Pellegrino (e pensare che qualche giorno fa il consigliere Pompeo Molfetta si chiedeva perché per mesagnestate gli oboli di 50 centesimi dovessero finire alla caritas anziché ad un organismo laico, alludendo a chissà quali laide collusioni tra vicaria e governo cittadino!). Quale è stato, allora, l’interesse generale tutelato? Che benefici ha portato alla nostra comunità questo incarico professionale? Ha salvato dalla fine annunciata il nostro ospedale o piuttosto è stata una forma di “accanimento terapeutico” su un “malato terminale”? Forse si è trattato di uno sconsiderato “obolo” di 10 euro imposto a tutti i cittadini mesagnesi, e il silenzio percepito sulla vicenda in consiglio comunale ha avuto un effetto taumaturgico: adesso può partire il dialogo tra maggioranza e opposizione.

Raffaele Depunzio
Già candidato al consiglio comunale
Socialisti Uniti

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