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sabato 2 agosto 2008

GLI AMBIENTALISTI INCONTRANO IL SINDACO MENNITTI

GLI AMBIENTALISTI INCONTRANO IL SINDACO MENNITTI

Nel quadro della iniziativa rivolta a rilanciare il confronto sulle prospettive del diverso modello di sviluppo dell’economia locale, le nostre associazioni, dopo aver colloquiato con il presidente della provincia Michele Errico, si sono incontrate con il sindaco di Brindisi Domenico Mennitti per un largo e approfondito scambio di idee.
Durante la riunione il Sindaco Mennitti ha confermato la linea di ferma opposizione dell’Amministrazione comunale alla realizzazione del progettato rigassificatore a Capobianco ed ha riproposto le linee fondamentali del progetto “Brindisi città d’acqua” che ha caratterizzato in positivo l’impegno della sua gestione amministrativa e che ha già dato segni di promettente avvio. Ha poi ricordato le rilevanti iniziative intese a rilanciare la cultura nella nostra città per il loro valore specifico e per l’impulso che sono destinate a dare allo sviluppo della nostra economia.
Le nostre associazioni hanno espresso il loro apprezzamento per la sensibilità ambientale ancora una volta dimostrata dal Sindaco, anche a nome della sua amministrazione, ed hanno seguito con vivo interesse gli impegni da lui illustrati. Esse hanno sottolineato l’esigenza che le Amministrazioni locali si adoperino per rilanciare la partecipazione democratica e su questa esigenza è stata registrata la piena convergenza di intenti da parte del Sindaco.
Brindisi, 2 Agosto 2008
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

sabato 19 luglio 2008

RIGASSIFICATORE: LA BRINDISI LNG COME CONTROPOTERE?

Rigassificatore: la Brindisi Lng come contropotere?

Sulla questione del rigassificatore la Brindisi Lng ha scatenato negli ultimi tempi con dovizia di mezzi una campagna persuasiva utilizzando, a suo modo, l’esito degli incontri con alcune organizzazioni sociali e promuovendo improprie iniziative pubblicitarie atte ad accreditare prodotti prettamente commerciali. L’ingegnere Giorgio Battistini poi con una serie di dichiarazioni tenta, contro l’evidenza dei fatti, di sostenere l’assunto secondo il quale questa campagna avrebbe sortito effetti in qualche modo favorevoli agli obbiettivi perseguiti. Non è vero: non ha spostato di un millimetro le posizioni già note che fanno registrare la netta opposizione al rigassificatore degli Enti locali, delle forze politiche e della stragrande maggioranza delle espressioni della società civile.
Ma cosa vuol dimostrare la Brindisi Lng? Presume forse di porsi come un contropotere di stampo colonialistico, alternativo a quello delle Amministrazioni locali? Dimentica che tali Istituzioni rappresentano legittimamente e democraticamente la volontà popolare? Insegue l’assurdo sogno di poter umiliare le legittime rappresentanze della nostra comunità? Si tratta di comportamenti che dimostrano un’incompatibilità culturale fra la società inglese e la nostra realtà. Un insanabile contrasto che vistosamente si aggiunge all’incompatibilità ambientale del nefasto impianto.
Le nostre associazioni stanno svolgendo gli incontri annunciati alcuni giorni addietro, per discutere dei temi cruciali legati allo sviluppo del nostro territorio. Stiamo incontrando intanto le istituzioni locali per approfondire le tematiche legate ad un diverso sviluppo dell'economia.
Durante l’incontro con l’Amministrazione Provinciale, svoltosi in apertura di questo ciclo, vi è stato un fruttuoso scambio di idee sulle iniziative di tale ente rivolte a promuovere un assetto dell’economia locale rispondente alle esigenze e alle potenzialità del nostro territorio. Il Presidente Errico ha, in particolare illustrato i risultati recentemente ottenuti in un comparto strategico ed importante come quello aeronautico, dagli importantissimi potenziali economico-occupazionali senza aggressioni al territorio e moltiplicazione dei fattori di rischio. Ha poi sottolineato il fattivo impegno per la tutela dell'ambiente e per l'avvio di una storica stagione di bonifiche in cui siano giustamente affrancate del relativo onere le piccole e medie aziende locali non colpevoli dell'inquinamento. Infine ha ribadito la ferma e coerente posizione della Provincia contro la pretesa di realizzare un impianto di rigassificazione che oltre ad essere estremamente pericoloso, vanificherebbe le iniziative ed i progetti rivolti a far decollare Brindisi e il suo territorio rispetto alla crisi economica e sociale prodotta dallo sviluppo eterodiretto mendicato per decenni. Circa il rigassificatore, il Presidente Errico ha illustrato le recenti iniziative in tema di V.I.A., con il parere prodotto di concerto con il Comune, e in tema di sicurezza, con la "partita" del Nulla Osta Di Fattibilita' ancora non affatto chiusa.
La Brindisi Lng riporta alla fine di ogni incontro generiche dichiarazioni di plauso al dialogo avviato, noi riportiamo il fermo impegno di chi rappresenta democraticamente i brindisini ad opporsi in ogni modo ad un progetto catastrofico per l'economia e la sicurezza della città e dell'intera provincia.

Brindisi, 18 luglio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

domenica 8 giugno 2008

ACQUE CHIARE: INTERESSI DELLA COMUNITA' E DOVERI DELLA POLITICA

Acque Chiare: interessi della comunità
e doveri della politica

Un villaggio che doveva sorgere sulla costa brindisina per promuovere il turismo con ricadute positive sull’economia locale diventa un quartiere residenziale esclusivo in barba alla precisa ed articolata normativa in materia; impegni formalmente assunti in un “accordo di programma” ed in una convenzione vengono disinvoltamente dissolti da clausole modificatrici giustificate da improbabili transazioni senza che il Consiglio comunale sia chiamato ad esprimersi in merito; i previsti «impianti di tipo ricettivo alberghiero», destinati all’alternarsi di soggiorni vacanzieri e turistici, si convertono, per magica metamorfosi, in ville cedute (con contratti ed in forza di legittimazioni che sarebbe interessante conoscere) nella proprietà o comunque nella disponibilità totale e permanente di soggetti considerati di fatto “acquirenti”: sono questi i connotati della vicenda del complesso di “Acque Chiare” per come emergono dai resoconti degli sviluppi della inchiesta penale che in questi giorni è sfociata nel sequestro dell’area e dalle notizie sulle risultanze del «parere tecnico-legale» espresso da un qualificato esperto interpellato dal Sindaco Mennitti dopo l’avvio delle indagini giudiziarie e l’esplosione del caso.

Siamo quindi di fronte ad un fatto assai grave: l’interesse pubblico allo sviluppo turistico della città soppiantato da interessi diversi ai quali viene riservato un trattamento privilegiato con facilitazioni e deroghe alla disciplina prevista in funzione di specifiche finalità sociali; la prospettazione di procedure ed atti amministrativi illegittimi per violazioni di leggi e sviamenti di potere; le accuse dell’autorità giudiziaria di comportamenti penalmente censurabili che gettano una luce sconcertante sull’intera operazione; i danni arrecati agli “acquirenti” in buona fede delle ville i quali giustamente si accingono a chiedere adeguati risarcimenti a fronte della conclamata impossibilità giuridica di qualsiasi sanatoria. In questa complessa situazione fatica a farsi strada, fra la nebbia di meschine prudenze e di interessati diversivi, il punto focale dell’intera questione e cioè la ferita inferta all’interesse pubblico della comunità brindisina alla realizzazione di un’iniziativa che avrebbe dovuto favorire il turismo con strutture aperte alla fruizione di tutti i cittadini interessati. Un interesse generale quindi sacrificato sull’altare di interessi particolari, una finalità sociale estromessa da profitti e vantaggi privati.

Merita allora corale apprezzamento l’intervento della Magistratura rivolto a verificare se gli interessi generali sottesi all’operazione siano stati offesi sotto il profilo penale ma, al tempo stesso, amareggia la latitanza di soggetti e poteri che quegli interessi avrebbero dovuto tutelare sotto profili diversi. Dove era la politica, tutta la politica, mentre la vicenda di “Acque Chiare” si svolgeva con atipiche modalità dentro e fuori il “palazzo”? Come si spiegano tante distrazioni e tanti silenzi? Come mai è sfuggita all’Amministrazione provinciale una vicenda dagli indubbi risvolti ambientali e sociali? E perché nei “palazzi” della politica nessuno ha visto, nessuno ha sentito e nessuno ha avuto qualcosa da dire fino a quando il problema è stato sollevato da una lettera al Sindaco (chissà perché “riservata”) di un consigliere comunale e da alcune voci isolate della società civile? In quali faccende erano affaccendati quei soloni dell’economia locale che inneggiano allo sviluppo e all’occupazione solo in presenza di progetti che, senza risolvere questi problemi, devastano l’ambiente e mettono a rischio l’incolumità dei cittadini?

Un passato quindi di amara sconfitta della politica. Ma l’oggi ed il domani possono segnare sulla questione un positivo cambiamento di rotta? Chiare ed appropriate si appalesano le recenti dichiarazioni del Sindaco Mennitti il quale si è detto angosciato perché ci siano cittadini i quali, invece di indignarsi con chi li avrebbe tratti in inganno, si indignano contro coloro che cercano di fare giustizia. Dichiarazioni con le quali il Sindaco Mennitti ha anche assicurato piena collaborazione ai giudici nella sua qualità di custode giudiziario. Giustissimo. Ma sarebbe anche opportuno che l’on.le Mennitti, nella qualità questa volta di Sindaco, e l’Amministrazione da lui presieduta facessero conoscere cosa intendono fare a tutela degli interessi della nostra comunità che è stata sicuramente la “grande danneggiata” dall’operazione e che rischia di diventare la “grande dimenticata” negli sviluppi della vicenda. L’inchiesta penale farà il suo corso ma l’inchiesta amministrativa ha la sua autonomia e dovrebbe perciò essere portata quanto prima a compimento con l’assunzione delle dovute decisioni. Ed in tale ottica si pongono alcune domande. Non è giusto che il Consiglio comunale sia chiamato a pronunciarsi sul parere tecnico-legale acquisito? Se ci sono state gravi irregolarità amministrative (abbiano o meno risvolti penali), non va valutata l’esigenza dell’esercizio del potere di autotutela per la rimozione degli atti illegittimi e le conseguenti misure? E non si impone la verifica dei danni subiti dalla comunità cittadina in vista di possibili istanze risarcitorie? Ce n’è abbastanza perché la politica si senta finalmente interpellata.

Brindisi, 7 giugno 2008

Michele DI SCHIENA

sabato 24 maggio 2008

LE CORTINE FUMOGENE E GLI INSULTI DELL'INGEGNER BATTISTINI

Le cortine fumogene e gli insulti dell’ingegner Battistini

L’ennesima campagna persuasiva della Brindisi LNG, rivolta ad accreditare come “cosa buona e giusta” il rigassificatore, si sta sviluppando secondo i riti che avevamo previsto ed indicato. La società espone le sue ragioni ad ascoltatori che esplicitamente le rigettano o che si limitano ad ascoltarle. Ne è prova il fatto che l’esito degli incontri viene reso noto con comunicati diffusi ad opera dalla Brindisi LNG e secondo la sua strumentale interpretazione. Avevamo affermato e ribadiamo che la LNG non si è mai dimostrata aperta a mettere in discussione il “dogma” della realizzazione del rigassificatore a Capobianco e questa sua posizione impedisce che i cosiddetti incontri possano avere esiti di qualche apprezzabile novità.
L’amministratore delegato della Brindisi LNG ha di recente dichiarato che gli ambientalisti si sono rifiutati «di confrontarsi sul merito del progetto del rigassificatore». L’ing. Battistini ha omesso però di fornire in merito una corretta e completa informazione. Lo facciamo allora noi ricordando che per verificare le reali finalità dei proposti incontri avevamo pubblicamente rivolto alla società le seguenti domande alle quali l’ing Battistini, più volte sollecitato, non ha ritenuto di fornire alcuna risposta ed è facile intuirne i motivi:
ai proposti incontri la Brindisi LNG intendeva presentarsi aperta anche alla ipotesi di rinunciare alla realizzazione del progettato impianto, considerato come intoccabile presupposto di ogni approccio, o solo con l’intenzione di illustrare i pretesi vantaggi del rigassificatore?
come mai l’ing. Battistini non ha mai avuto niente da dire sull’accusa che la Magistratura ha mosso alla sua società di avere commesso, come si legge negli atti del noto procedimento penale, un «illecito amministrativo per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni reati commessi «da persone che rivestivano, all’epoca della commissione dei fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell’ottenimento dell’autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all’esercizio di un rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità Portuale della concessione demaniale»?
Non è poi assolutamente vero che la comunità brindisina «nelle sue espressioni più rilevanti ha mostrato di condividere le potenzialità del progetto». È vero il contrario e cioè che la nostra comunità, nelle sue espressioni istituzionali più democraticamente rappresentative (Comune e Provincia) e nelle sue componenti culturali e sociali più significative si è in mille modi pronunciata e continua a pronunciarsi contro il progetto.
Respingiamo infine come provocatorio ed offensivo il riferimento dell’ing. Battistini alle «frange scomposte del partito del no» e lo invitiamo a meditare sulla “compostezza” sua e di diversi rappresentanti della Brindisi LNG per come emerge dai comportamenti della società improntati ad una cultura colonialistica e dai resoconti sulle risultanze delle indagini penali.

Brindisi, 24 maggio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

venerdì 18 aprile 2008

LETTERA APERTA ALL'ON.LE PIER FERDINANDO CASINI

LETTERA APERTA ALL’On. le Pier Ferdinando Casini

Egregio Onorevole,
durante la trasmissione televisiva Ballarò del 16 aprile scorso Lei, parlando dei problemi energetici, ha nuovamente fatto riferimento al “caso Brindisi” per la vicenda dei rigassificatori. La citazione per la sua semplificazione lo ha fatto percepire come una presa di posizione anomala da parte delle popolazioni e dei suoi rappresentanti. Questo, se ci permette, non risponde assolutamente a verità, casomai le anomalie – intese come irregolarità e anormalità - sono rappresentate da aspetti ben diversi da quelli che Lei, involontariamente, ha fatto recepire. Durante la Sua venuta a Brindisi per l’appuntamento elettorale ci siamo premurati di farLe pervenire una lettera, la stessa che Le inviammo nel febbraio scorso a seguito di un suo analogo intervento nella trasmissione “Annozero” e che temevamo non fosse stata portata alla Sua conoscenza. Pochi giorni dopo, e precisamente l’11 aprile scorso, un nostro rappresentate - indicato nella lettera come punto di recapito – veniva contattato telefonicamente dalla Sua segreteria che ci assicurava la ricezione della lettera e del Suo esplicito impegno ad approfondire l’argomento. Non ci pare che questo sia avvenuto. Non speravamo che Lei sposasse la nostra causa ma certamente, conoscendo la Sua serietà, contavamo su un serena e obbiettiva valutazione della questione.
La questione del contestato impianto è stata considerata dai responsabili delle forze politiche di vitale importanza per il futuro del nostro territorio tanto che i Consigli comunale e provinciale di Brindisi e quello della Regione Puglia hanno ripetutamente votato all’unanimità ordini del giorno che esprimevano un irreversibile rifiuto del rigassificatore per la sua assoluta incompatibilità ambientale e sociale ed impegnavano le rispettive Amministrazioni ad assumere ogni necessaria iniziativa per impedire la costruzione del contestato impianto. Riteniamo che l’anomalia non stia nel fatto che parti politiche avverse abbiano, di concerto, assunto la decisione di tutelare il territorio, bensì nel non volerne, caparbiamente e arrogantemente, tenere conto.
Il progetto relativo al rigassificatore era stato autorizzato a seguito di un procedimento amministrativo viziato da gravi illegalità e segnato da comportamenti che hanno giustificato l’apertura di un inchiesta penale sfociata nell’arresto di amministratori e imprenditori locali nonché di qualificati manager della società costruttrice Brindisi LNG/British Gas e nel sequestro della zona destinata ad ospitare l’impianto. Tale procedimento penale è ancora in corso ma ha già messo vistosamente in rilievo fatti pacifici e comportamenti documentati dai quali la competente Autorità amministrativa non può in alcun modo prescindere.
Quindi, ciò che è accaduto è una nefandezza sotto il profilo amministrativo perché sono state platealmente violate le norme di legge che prevedono la Valutazione d’Impatto Ambientale e la consultazione delle popolazioni interessate, come ha dovuto rilevare il Governo prendendo atto della fondatezza del procedimento di infrazione aperto dalla Commissione Europea. Una scelleratezza che mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini perché il rigassificatore dovrebbe sorgere nel porto di Brindisi, a ridosso del centro abitato ed in una zona densa di impianti pericolosi e dichiarata a rischio di crisi ambientale. Un misfatto, ribadiamo, sotto il profilo morale perché il procedimento autorizzativo è stato viziato da falsità, corruzioni e intrighi emersi dalla citata inchiesta penale..
Torniamo a pregarLa, Onorevole, di trovare il tempo per verificare, attraverso attendibili canali istituzionali, la fondatezza dei fatti (ribadiamo, la loro interpretazione è altra cosa) che Le abbiamo riferito per evitare una prossima volta che Brindisi possa essere intesa come un esempio di irresponsabilità civile, politica e sociale. La nostra popolazione è soltanto vittima di una politica errata i cui risultati negativi sono con ogni evidenza sotto gli occhi di tutti. Vorremmo voltare pagina.
Brindisi, 17 aprile 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

Recapito:
Giorgio SCIARRAVia de Flagilla, 372100 - BRINDISI TEL 347/5347286giorgiosciarra@alice.it

mercoledì 9 aprile 2008

CERTE LUCI NON POSSONO OFFUSCARE LA NOSTRA DIGNITA'

Certe “luci” non possono offuscare la nostra dignità
Per la visita del Pontefice l’Enel beneficerà Brindisi di luci anche artistiche per abbellire l’affaccio della città sul mare. Siamo presi da un grande disagio, ci sentiamo in qualche modo trattati da mendicanti ed avvertiamo il peso di culture colonialistiche che danno “uno” per avere “mille”, che rivestono di generosità il loro pugno di ferro e che ci tendono una mano con l’intento di farcele alzare tutte e due in segno di resa. Chiediamo perciò al Sindaco Mennitti ed al Consiglio comunale di Brindisi di non accettare il dono “lucifero” dell’Enel o di trasformare tale elargizione (montaggio degli impianti e fornitura dell’energia) in una prestazione pagata col denaro pubblico (quello normalmente disponibile o quello dei fondi stanziati per l’eccezionale evento di giugno). Di seguito articolo integrale di Michele Di Schiena, Doretto Marinazzo, Maurizio Portaluri, Giorgio Sciarra


Certe “luci” non possono offuscare la nostra dignità
Evocando il monito virgiliano “Timeo danaos et dona ferentes” (temo i greci anche quando portano doni), abbiamo già detto nel novembre scorso, in occasione del dono di alcuni lavori di restauro alla Cattedrale, che non ci piacciono le elargizioni dell’Enel perché non le consideriamo dettate da autentica solidarietà né da credibile liberalità. Crediamo invece che questi doni abbiano la finalità di acquisire utili benevolenze e di fiaccare le coscienze di quanti lottano da anni per la tutela del diritto alla salute e di altri diritti fondamentali contro poteri economici che assolutizzano le loro logiche ed il loro tornaconto.
Con questo spirito, a fronte della notizia secondo la quale per la visita del Pontefice l’Ente elettrico ci beneficerà di luci anche artistiche per abbellire l’affaccio della città sul mare, siamo presi da un grande disagio, ci sentiamo in qualche modo trattati da mendicanti ed avvertiamo il peso di culture colonialistiche che danno “uno” per avere “mille”, che rivestono di generosità il loro pugno di ferro e che ci tendono una mano con l’intento di farcele alzare tutte e due in segno di resa. Chiediamo perciò al Sindaco Mennitti ed al Consiglio comunale di Brindisi di non accettare il dono “lucifero” dell’Enel o di trasformare tale elargizione (montaggio degli impianti e fornitura dell’energia) in una prestazione pagata col denaro pubblico (quello normalmente disponibile o quello dei fondi stanziati per l’eccezionale evento di giugno). Certe “luci” non possono offuscare la nostra dignità.
E’ già angoscioso pensare che certi importanti lavori pubblici possano essere realizzati solo perché arriva il Pontefice (al quale anche noi – sia chiaro - pensiamo debba essere riservata la più degna accoglienza). Ma questa angoscia diviene insopportabilità e ripulsa ove si aggiunga la mortificazione di una munifica concessione da parte di chi ha ripetutamente dimostrato di essere chiuso alle esigenze e alle domande della nostra comunità e delle sue rappresentanze istituzionali. Il carbone “senza confini” ed il rigassificatore nel porto sono insulti alle nostre popolazioni che nessun “dono” può farci accettare perché i diritti fondamentali dei cittadini non sono merce e non possono perciò essere oggetto di qualsiasi, sia pur camuffata, transazione.

Brindisi, 8 aprile 2008
Michele Di Schiena, Doretto Marinazzo, Maurizio Portaluri, Giorgio Sciarra

sabato 5 aprile 2008

LETTERA APERTA AL SEGRETARIO NAZIONALE DEL PD

In occasione dell’intervento dell’on.le Veltroni a Brindisi
Lettera aperta al Segretario nazionale del Partito Democratico

Egregio onorevole,
siamo d’accordo con Lei sulla scelta dell’“ambientalismo del fare” se per esso s’intende un ambientalismo che, sconfiggendo il malaffare e le corruzioni, punta a conciliare le esigenze della crescita con la tutela del territorio e soprattutto della salute dei cittadini. Ed è proprio per questo che le nostre associazioni di cittadinanza attiva stanno da tempo lottando per portare avanti il discorso di un nuovo modello di sviluppo dopo il fallimento della vecchia politica e della vecchia gestione dell’economia locale, l’una e l’altra naufragate fra inchieste giudiziarie e clamorosi scandali con una reazione di popolo che portò nel 2004 ad un radicale rinnovamento delle Amministrazioni locali. Brindisi, una città devastata da scelte insensate, ha voltato pagina ed in questa ottica va riguardato il rifiuto del rigassificatore la cui realizzazione, oltre ad essere fonte di gravissimi pericoli per l’incolumità dei cittadini, segnerebbe un angoscioso ritorno a logiche e pratiche che sono state inappellabilmente condannate dalla nostra comunità.
La questione del rigassificatore è stata infatti considerata dai responsabili delle forze politiche di vitale importanza per il futuro del nostro territorio. Rammentiamo al riguardo che i Consigli comunale e provinciale di Brindisi e quello della Regione Puglia hanno ripetutamente votato all’unanimità ordini del giorno che esprimevano un irreversibile rifiuto del rigassificatore per la sua assoluta incompatibilità ambientale e sociale ed impegnavano le rispettive Amministrazioni ad assumere ogni necessaria iniziativa per impedire la costruzione del contestato impianto.
Il progetto relativo al rigassificatore era stato invero autorizzato a seguito di un procedimento amministrativo viziato da gravi illegalità e segnato da comportamenti che hanno giustificato l’apertura di un inchiesta penale sfociata nell’arresto di amministratori e imprenditori locali nonché di qualificati manager della società costruttrice Brindisi LNG/British Gas e nel sequestro della zona destinata ad ospitare l’impianto. Tale procedimento penale è ancora in corso ma ha già messo vistosamente in rilievo fatti pacifici e comportamenti documentati dai quali la competente Autorità amministrativa non può in alcun modo prescindere. Ne è conferma l’accusa che la Magistratura ha mosso alla società costruttrice (Brindisi LNG alias British Gas) di avere commesso, come si legge negli atti del noto procedimento penale, un «illecito amministrativo per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni reati commessi «da persone che rivestivano, all’epoca della commissione dei fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell’ottenimento dell’autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all’esercizio di un rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità Portuale della concessione demaniale».
Dopo ripetute sollecitazioni delle Amministrazioni locali, dopo diverse massicce manifestazioni di protesta e dopo l’apertura di un procedimento di infrazione da parte della Commissione Europea, il Ministro dello Sviluppo Economico ha con proprio decreto avviato una procedura di revisione dell’iter autorizzativo disponendo la sospensione amministrativa dei lavori di costruzione ed autorizzando la LNG a chiedere una procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale postuma e, in quell’ambito, alla consultazione delle popolazioni interessate. Anche questo procedimento è in corso a seguito di una richiesta avanzata dalla Brindisi LNG che ha così contraddetto la sua consolidata linea di radicale opposizione a qualsiasi riapertura del procedimento. Ma tale richiesta è stata ritenuta inadeguata, perché priva dell’analisi dei rischi industriali e della necessaria documentazione, dal Ministero dell’Ambiente che ha invitato la società ad integrare la istanza.
Risulta allora di tutta evidenza che la battaglia contro il rigassificatore delle Amministrazioni locali, della Regione Puglia e di un vasto e variegato movimento della società civile non ha nulla di ideologico ed è indenne da qualsiasi inclinazione partigiana. È una battaglia di civiltà rivolta a sostenere che il rigassificatore a Brindisi non può essere realizzato per ragioni oggettive, precise e di palmare evidenza che si sostanziano nella estrema pericolosità dell’impianto in relazione al sito prescelto, localizzato nel porto a ridosso del centro abitato e nelle immediate vicinanze di altri impianti a rischio di incidente rilevante, e nell’impressionante mole di irregolarità, falsità e loschi affari che ha costituito la base di un procedimento amministrativo che ha viziato la volontà della Pubblica Amministrazione. Per queste ragioni le Amministrazioni locali e il nostro movimento hanno chiesto e continuano a chiedere l’annullamento immediato della autorizzazione a suo tempo concessa e considerano riduttiva e dilatoria la decisione ministeriale di far svolgere una VIA postuma e nel corso di essa la consultazione delle popolazioni interessate. Consultazione che, in questo specifico caso, non ha alcun senso perché la nostra comunità si è già espressa con le citate deliberazioni consiliari delle Amministrazioni locali che nel modo più autorevole e democratico rappresentano la volontà popolare. Oltre a non essere possibile, quanto ai rischi di incidente rilevante, per vuoto normativo evidenziato - più autorevolmente di altri - dal Ministero dell'Interno.
Sta di fatto che la procedura di VIA è stata già in qualche modo avviata e, a fronte di questa situazione, la nostra comunità deve far valere le sue ragioni sia in quella sede che fuori di essa chiedendo alla politica di assumersi sulla sconcertante vicenda tutte le sue responsabilità.
Ringraziando per l’attenzione porgiamo distinti saluti.
Brindisi, 05 aprile 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

domenica 30 marzo 2008

LA LNG SCEGLI LA VIA FACILE MA NON RISPONDE

LA LNG SCEGLI LA VIA FACILE MA NON RISPONDE

Gli incontri promossi dalla LNG sulla questione del rigassificatore hanno avuto inizio, guarda caso, con la locale Confindustria (ma la LNG non fa parte della Confindustria?) e con la notizia di una generica concordanza sul «punto di vista» di tale società che conferma, manco a dirlo, quanto già si sapeva. Una convergenza comunque carica di riserve se è vero come è vero che l’associazione degli industriali non ha ritenuto di andare, con le dichiarazioni del presidente Ferrarese, oltre l’uso dei verbi al condizionale per indicare i pretesi vantaggi dell’impianto. Ha detto infatti Ferrarese che il progetto «potrebbe» assicurare un contributo significativo per lo sviluppo economico locale, che il rigassificatore «contribuirebbe» alla crescita del sistema portuale e che «assicurerebbe» l’approvvigionamento energetico con aumento dei livelli occupazionali.
Noi invece usiamo espressioni di certezza nel rilevare che la Confindustria disinvoltamente tace sul tortuoso iter, segnato da pesanti indagini penali, che ha portato all’autorizzazione e sulla ferma opposizione al progetto delle amministrazioni locali e della stragrande maggioranza della popolazione. E diciamo anche che il rigassificatore, in caso di sua realizzazione, sarà una iattura per il territorio e l’economia brindisina e bloccherà l’avviato processo di rigenerazione sociale e politica della nostra comunità. Rileviamo inoltre che la LNG, iniziando gli incontri con la Confindustria, ha imboccato la via più facile fingendo di ignorare i rifiuti già registrati e i dissensi facilmente prevedibili.
Esprimiamo poi sorpresa per il silenzio dell’ing. Battistini in ordine alle due domande che gli abbiamo posto sulla stampa il 23 marzo scorso: la prima sulla sua disponibilità a mettere in discussione la costruzione dell’impianto e la seconda in merito alla significativa mancanza di qualsiasi commento sull’accusa di illecito amministrativo che la magistratura ha formulato nei confronti della British Gas per i comportamenti di alcuni suoi manager durante la procedura autorizzativa. Osserviamo intanto che l’ingegner Battistini, così pronto a contestarci con pretestuosi argomenti il rifiuto degli incontri proposti, tarda tanto a rispondere pubblicamente, in modo puntuale e pertinente, alle innegabilmente chiare domande rivolte a verificare le ragioni del nostro rifiuto. Ma noi continuiamo ad attendere le risposte dell’ing. Battistini convinti che un suo definitivo silenzio confermerebbe clamorosamente la fondatezza delle nostre ragioni.

Brindisi, 30 marzo 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente

sabato 22 marzo 2008

DUE DOMANDE ALL'INGEGNERE BATTISTINI

DUE DOMANDE ALL’INGegnere BATTISTINI
Vedendo naufragare l’ennesima iniziativa propagandistica, l’amministratore delegato della Brindisi LNG Giorgio Battistini cade in errori che mettono a nudo le sue contraddizioni. Non è infatti vero che noi abbiamo accusato la sua società di non avere «informato a sufficienza la popolazione». È vero il contrario e cioè che la Brindisi LNG ha bombardato di informazioni i cittadini ma lo ha fatto alterando la realtà e cercando strumentalmente di carpire consensi utili ai suoi interessi. Ha fatto cioè disinformazione in assoluta ed arrogante autonomia. Ha poi inviato messaggeri, anche di rango, presso le Amministrazioni locali col compito di persuadere gli interlocutori senza la minima apertura alle ragioni della comunità brindisina.
Oggi, dopo la decisione del Governo di riaprire la procedura amministrativa con una VIA postuma che può ovviamente pronunciarsi per l’incompatibilità dell’impianto, la Brindisi LNG dà inspiegabilmente per scontata la realizzazione del rigassificatore e chiede il dialogo per “esporre”, come testualmente dice Battistini, il suo «punto di vista» senza fare alcun riferimento al «punto di vista» degli eventuali interlocutori. Una candida “confessione” sulle finalità del “dialogo” della quale serenamente prendiamo atto aggiungendo solo che la consultazione delle popolazioni interessate spetta non alla LNG ma alle competenti istituzioni.
A fronte dei rilievi che l’ing. Battistini muove alle associazioni ambientaliste, gli chiediamo di rispondere pubblicamente a due semplici e precise domande:
1. ai proposti incontri la Brindisi LNG intende presentarsi aperta alla soluzione di rinunciare alla realizzazione del progettato impianto, considerata sinora come intoccabile presupposto di ogni approccio, o solo con l’intenzione di illustrare i pretesi vantaggi del rigassificatore?
2 come mai l’ing. Battistini non ha mai detto alcunché sull’accusa che la magistratura ha mosso alla sua società (le eventuali responsabilità personali di ordine penale sono altra cosa) di avere commesso, come si legge negli atti del noto procedimento penale, un «illecito amministrativo per non avere adottato modelli di organizzazione idonei a prevenire» alcuni reati commessi «da persone che rivestivano, all’epoca della commissione dei fatti, funzioni di rappresentanza» e di dirigenza traendo dalla loro condotta «un profitto di rilevante entità, consistito nell’ottenimento dell’autorizzazione ministeriale alla realizzazione e all’esercizio di un rigassificatore in Brindisi e nel rilascio da parte della locale Autorità Portuale della concessione demaniale»?

Brindisi, 21 marzo 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

mercoledì 19 marzo 2008

Ratzinger Vattene!!!

Ratzinger Vattene!!!

Per un Italia laica
Per i diritti della donna
Per i crimini del clero
Per il diritti di essere liberi

Da sempre la Chiesa Cattolica si è intromessa nella politica Italiana; è ora che si dica BASTA!!!
Se anche tu vuoi manifestare liberamente contro l'ingerenza del Vaticano nella nostra politica, puoi unirti al nostro gruppo.
Scenderemo in piazza per dimostrare le nostre idee e per sensibilizzare la gente su quello che accade oggi nel nostro Stato a causa del clero, cosi da informare sulle malefatte di Joseph Ratzinger e al fine di prepararci per la sua visita quì a Brindisi.

Per informazioni o per associarti, puoi scrivere all'indirizzo di posta elettronica lgi.zno@gmail.com , oppure puoi andare sul blog http://novarepubblica.blogspot.com

martedì 18 marzo 2008

LETTERA APERTA: ALL'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA BRINDISI LNG ING. GIORGIO BATTISTINI

LETTERA APERTA

ALL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA BRINDISI LNG ING. GIORGIO BATTISTINI


Rispondiamo alla Sua lettera del 7/3/08 con la quale la Brindisi LNG invita il Forum ad un incontro per esporre la pretesa utilità per Brindisi del progetto di costruzione del rigassificatore.
Come Le è noto perché ripetutamente affermato nelle pubbliche prese di posizione dei movimenti e delle associazioni di cittadinanza attiva, il movimento che in questi anni ha sostenuto un nuovo modello di sviluppo economico locale opponendosi al rigassificatore considera le iniziative di incontro del tipo di quella proposta, rientranti in una campagna persuasiva condotta con intenti e con metodi propri di una cultura che pregiudizialmente ignora le ragioni del nostro impegno ed è lesiva della dignità della comunità brindisina.
La stessa lettera alla quale diamo risposta non contiene infatti alcun riferimento, neppure di semplice e solo formale rispetto, alle motivazioni del nostro impegno e conferma perciò
l’ impraticabilità di un colloquio che si tradurrebbe in un sordo ed arrogante monologo. Essa è perciò inaccettabile .
Ma c’è di più e cioè che l’iniziativa della Brindisi LNG è, a nostro avviso, irrispettosa, anche nei confronti delle Amministrazioni Locali, che hanno avuto modo più volte di sperimentare la strumentalità di simili scelte, e nei confronti del Governo perché cade nel momento in cui il Ministero dell’Ambiente, a seguito di quanto deciso dal Ministero dello Sviluppo Economico, ha concretamente avviato una revisione del procedimento autorizzativo con l’espletamento della Valutazione di Impatto Ambientale e la consultazione delle popolazioni interessate. Popolazioni che, a nostro parere, si sono già ampiamente espresse attraverso le corali pronunce delle loro più autorevoli e democratiche rappresentanze istituzionali
Per le arcinote ragioni di tutela della sicurezza dei cittadini e per quelle che si collegano all’inchiesta penale nei confronti di amministratori e manager della Brindisi LNG, (inchiesta che può avere a breve significativi sviluppi), la nostra opposizione alla realizzazione dell’impianto non solo resta fermissima ma trova motivi di ulteriore alimento ed intensificazione nella iniziativa propagandistica che ci viene proposta.
Brindisi 18 marzo 2008


Il COORDINAMENTO
DEL FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

sabato 8 marzo 2008

Lettera aperta a tutti i candidati al Parlamento della Circoscrizione della Puglia

Lettera aperta a tutti i candidati al Parlamento della circoscrizione della Puglia

La questione del rigassificatore è stata considerata dai responsabili delle forze politiche di vitale importanza per il futuro del nostro territorio. Rammentiamo al riguardo che i Consigli comunale e provinciale di Brindisi e quello della Regione Puglia hanno ripetutamente votato all’unanimità ordini del giorno che esprimevano un irreversibile rifiuto del rigassificatore per la sua assoluta incompatibilità ambientale e sociale ed impegnavano le rispettive Amministrazioni ad assumere ogni necessaria iniziativa per impedire la costruzione del contestato impianto.
Il progetto relativo al rigassificatore era stato invero autorizzato a seguito di un procedimento amministrativo viziato da gravi illegalità e segnato da comportamenti che hanno giustificato l’apertura di un inchiesta penale sfociata nell’arresto di amministratori e imprenditori locali nonché di qualificati manager della società costruttrice Brindisi LNG/British Gas e nel sequestro della zona destinata ad ospitare l’impianto. Tale procedimento penale è ancora in corso ma ha già messo vistosamente in rilievo fatti pacifici e comportamenti documentati dai quali la competente Autorità amministrativa non può in alcun modo prescindere.
Dopo ripetute sollecitazioni dell’Amministrazioni locali, dopo diverse massicce manifestazioni di protesta e dopo l’apertura di un procedimento di infrazione da parte della Commissione Europea, il Ministro dello Sviluppo Economico ha con proprio decreto avviato una procedura di revisione dell’iter autorizzativo disponendo la sospensione amministrativa dei lavori di costruzione ed autorizzando la LNG a chiedere una procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale postuma e, in quell’ambito, alla consultazione delle popolazioni interessate. Anche questo procedimento è in corso a seguito di una richiesta avanzata dalla Brindisi LNG che ha così contraddetto la sua consolidata linea di radicale opposizione a qualsiasi riapertura del procedimento. Ma tale richiesta è stata ritenuta inadeguata, perché priva dell’analisi dei rischi industriali e della necessaria documentazione, dal Ministero dell’Ambiente che ha invitato la società ad integrare la istanza.
Risulta allora di tutta evidenza che la battaglia contro il rigassificatore delle Amministrazioni locali, della regione Puglia e di un vasto e variegato movimento della società civile non ha nulla di ideologico ed è indenne da qualsiasi inclinazione partigiana. È una battaglia di civiltà rivolta a sostenere che il rigassificatore a Brindisi non può essere realizzato per ragioni oggettive, precise e di palmare evidenza che si sostanziano nella estrema pericolosità dell’impianto in relazione al sito prescelto, localizzato nel porto a ridosso del centro abitato, e nell’impressionante mole di irregolarità, falsità e loschi affari che ha costituito la base di un procedimento amministrativo che ha viziato la volontà della Pubblica Amministrazione. Per queste ragioni le Amministrazioni locali e il nostro movimento hanno chiesto e continuano a chiedere l’annullamento immediato della autorizzazione a suo tempo concessa e considerano riduttiva e dilatoria la decisione ministeriale di far svolgere una VIA postuma e nel corso di essa la consultazione delle popolazioni interessate. Consultazione che, in questo specifico caso, non ha alcun senso perché la nostra comunità si è già espressa con le citate deliberazioni consiliari delle Amministrazioni locali che nel modo più autorevole e democratico rappresentano la volontà popolare.
Sta di fatto che la procedura di VIA è stata già in qualche modo avviata e, a fronte di questa situazione, la nostra comunità deve far valere le sue ragioni sia in quella sede che fuori di essa chiedendo alla politica di assumersi sulla sconcertante vicenda tutte le sue responsabilità. E chiediamo, in particolare, a ciascuno dei signori candidati destinatari della presente nota quanto segue:
1. di rendere con ogni tempestività pubblicamente nota la posizione personale sul problema del rigassificatore a Brindisi;
2. di far conoscere, qualora questa posizione dovesse coincidere con quanto da noi auspicato, quali iniziative intende prendere per sostenere la lotta della nostra comunità e per sensibilizzare i vertici del proprio partito sulla drammatica questione in modo che essa venga valutata non con le logiche riguardanti la questione dei rigassificatori in generale ma con un approccio che prenda in considerazione concretamente il caso specifico di Brindisi assumendo, se necessario, oggettive informazioni da fonti ufficiali.
Ci riserviamo ovviamente di rendere noti i risultati di questa nostra iniziativa segnalando le risposte positive, quelle di possibile dissenso ed anche le eventuali non risposte.
Ringraziando per l’attenzione porgiamo distinti saluti.
Brindisi, 8 marzo 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

lunedì 11 febbraio 2008

LA BRITISH GAS E L'INCREDIBILE

LA BRITISH GAS E L’INCREDIBILE
Dallo studio della documentazione depositata dalla Brindisi LNG rileviamo in questi giorni l’incredibile: lo Studio di Impatto Ambientale tutto ha trattato, tranne che l’impatto principale del rigassificatore e cioè il rischio di incidente industriale. Ancora una volta la British Gas è reticente, con l’aggravante che espressamente il decreto di sospensione dell’autorizzazione ha previsto la VIA come strumento di coinvolgimento della popolazione proprio sui rischi di incidente rilevante.
Posto che comunque, come la scorsa estate ha rilevato in una memoria la stessa Brindisi LNG sancendo l’impossibilità amministrativa di portare a termine il proprio iter, non esistono allo stato le norme che per legge (art. 23 D.Lgs 334/99) devono fissare le modalità di consultazione della popolazione sui rischi di incidente rilevante, c’è da chiedersi come potrebbe la popolazione esprimersi su tali rischi sulla base di uno studio di parte che parla di rumori ed emissioni ma non di rischi industriali, non di vicinanza ad altri impianti a rischio, non di movimentazione delle navi gasiere. Uno studio che parla persino del vicino sito protostorico di Punta delle Terrare ma assolutamente nulla dice del confinante molo petrolchimico, della straordinaria concentrazione di rischi di incidenti rilevanti entro un raggio tanto breve da impressionare e della possibilità di un catastrofico effetto domino.
Nello Studio d’Impatto Ambientale, come è normale che sia, c’è un quadro sulla vigente pianificazione del territorio, con menzione del Piano di Risanamento del territorio di Brindisi di cui al DPR 23/4/98, evidentemente tralasciando che proprio quel DPR indica la strada della delocalizzazione dei rischi industriali troppo concentrati in quell’area. Capiamo la scelta politica di Brindisi LNG (provare a farla franca rispetto agli obblighi di legge sottraendosene) così come capiamo il tentativo della stessa di far passare per esaustivo il Nulla Osta di Fattibilità (N.O.F.) dei Vigili del Fuoco del 18 ottobre 2002, che nulla ha a che fare con la VIA. Ma ce ne scandalizziamo e denunciamo tale approccio come l’ennesima offesa alla comunità brindisina, ad ulteriore conferma di certe mentalità colonialistiche che la nostra città continuerà sempre a respingere.
Segnaliamo il tutto alla Magistratura - che secondo la stampa locale - sta ricostruendo intorno a quel N.O.F. 2002 vicende poco chiare e di possibile rilevanza penale. Resta il fatto che alla comunità brindisina risulta intollerabile che il Presidente del Comitato Tecnico Regionale (il quale ha rilasciato il NOF) - sempre secondo quanto riferisce la stampa locale - abbia potuto godere per motivi personali a Roma della ospitalità in albergo della British Gas.
Rileviamo intanto come invece nella VIA del rigassificatore di Taranto proprio il rischio di incidente rilevante e l’effetto domino sono stati oggetto di specifici studi successivi al NOF. Chiediamo che il Comitato Tecnico Regionale provveda a rivedere quel NOF sulla base dell’attuale progetto e delle situazioni di rischio di incidente rilevante come oggi note, in particolare con riferimento ai moli petrolchimico ed LNG, al realizzando accosto per la nuova area carburanti per le navi militari programmata a Capo Bianco ben prima del rigassificatore e alla programmazione portuale che vede sul molo petrolchimico la concentrazione pure delle gasiere per la Ipem, azienda che nel frattempo sta dando corso alla triplicazione del proprio deposito, in barba alla determinazione regionale di assoggettamento di tale ampliamento a procedura di VIA.
Ci aspettiamo del resto che, in sede di Conferenza di Servizi per la VIA del rigassificatore, tutte le Amministrazioni che hanno rilasciato un parere siano chiamate e renderlo nuovamente sulla base dell’attuale situazione e programmazione portuale e industriale. Rileviamo al momento, ben servito su un piatto d’argento al Ministero dell’Ambiente, il motivo per cui negare il parere favorevole di compatibilità ambientale dell’opera senza ulteriori perdite di tempo.
Brindisi, 11 febbraio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

martedì 5 febbraio 2008

I TIFOSI NON SI LASCIANO INTIMIDIRE


La manifestazione si è svolta davanti al Municipio dalle 15:30 di questo pomeriggio.
I giovani tifosi hanno voluto manifestare il loro senso di insoddisfazione nei confronti del Comune di Mesagne, gestito dal commissario prefettizzio Pasqua Erminia Cicoria.
Insoddisfazione nei confronti del Nuovo Campo Sportivo che non può essere utilizzato per via della caduta del muro e perciò la squadra è impossibilitata ad eseguire partite e allenamenti.

lunedì 21 gennaio 2008

RIGASSIFICATORE A BRINDISI: LE CONTRADDIZIONI DELLA LNG

La società Brindisi LNG (espressione locale della società inglese British Gas) ha dunque dato un “Avviso Pubblico” rendendo noto di aver predisposto lo «Studio d’Impatto Ambientale» relativo al progetto per la costruzione e gestione in Brindisi di un Terminale di rigassificazione e ciò a seguito di richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale indirizzata al Ministro dell’Ambiente ed al Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali. Siamo quindi di fronte ad una plateale contraddizione: da una parte, la società inglese si oppone giudizialmente alla procedura di revisione dell’iter autorizzativo ed al Decreto col quale i Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente hanno autorizzato la presentazione di istanze relative all’espletamento della VIA sospendendo i lavori di costruzione (già interrotti dal sequestro penale) e, dall’altra, mette in moto la procedura di VIA effettuando i necessari adempimenti. Avevano pubblicamente affermato i dirigenti della LNG che non avrebbero mai accettato di partecipare ad una procedura di revisione ed oggi operano disinvoltamente una inversione di marcia creando il presupposto perché la procedura di VIA possa essere effettuata. Credono così poco nella fondatezza dei loro ricorsi al TAR del Lazio e confidano in qualcosa che sfugge?
Ma a prescindere da tale contraddizione dobbiamo rilevare che il Decreto con il quale i Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente afferma, tra l’altro, quanto segue: «la VIA è la sede naturale per l’emersione degli interessi pubblici e di sicurezza eventualmente compromessi o messi in pericolo dalla costruzione ed esercizio del terminale in questione e che, nell’ambito di questa, la consultazione delle popolazioni interessate per i profili di sicurezza ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs 334/1999 consente la realizzazione del diritto delle popolazioni a partecipare al procedimento esprimendo il proprio parere a riguardo». Ne discende che la consultazione delle popolazioni interessate è obbligatoria ai sensi del citato art. 23 il quale afferma che il parere di tali popolazioni «è espresso nell’ambito … del procedimento di Valutazione dell’Impatto Ambientale con le modalità stabilite dalle Regioni o dal Ministro dell’Ambiente, secondo le rispettive competenze, che possono prevedere la possibilità di utilizzare la Conferenza di Servizi con la partecipazione dei rappresentanti istituzionali, delle imprese, dei lavoratori e della società civile, qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti … »
Il predetto art. 23 dice quindi che il parere delle popolazioni deve essere espresso con le modalità stabilite dal Ministero dell’Ambiente o dalle Regioni secondo le rispettive competenze. E non vi è dubbio che la competenza a fissare siffatte modalità spetta, nel caso del rigassificatore di Brindisi, al citato Ministero che non ha tuttora provveduto a tale adempimento. Ne è prova che il Ministero dell’Interno con nota a firma del capo dipartimento dei Vigili del Fuoco (allegata alla Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero dello Sviluppo il 22/03/2007), richiamava l’attenzione del Ministero dell’Ambiente sul contenuto del citato art. 23 affermando quanto segue: «nelle more del trasferimento delle competenze amministrative in materia di rischi di incidente rilevante da attuarsi a seguito di accordo di programma tra Stato ed ogni singola Regione per la verifica dei presupposti e per lo svolgimento delle funzioni, sulla base di quanto verrà stabilito dall’accordo-quadro attualmente in corso di definizione, si ritiene necessario che Codesto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare provveda a definire il procedimento consultivo in argomento, individuando in maniera univoca e puntuale competenze, modalità, raccordo con altre procedure, tempi e sedi. Quanto sopra, in risposta alle legittime aspettative dei cittadini, soggetti attivi del procedimento ed al fine di evitare difficoltà e difformità nell’esercizio di un diritto espressamente riconosciuto dalla normativa nazionale emanata in recepimento di una direttiva comunitaria».
Chiediamo pertanto che il Ministero dell’Ambiente provveda a regolamentare le modalità indicate dall’art. 23 del D. Lgs 334/1999 prevedendo forme di consultazione più pregnanti dell’utilizzo della Conferenza dei Servizi o della cosiddetta “inchiesta pubblica”. E lo faccia tenendo presente il caso di Brindisi per il quale va considerato prevalente su ogni altra indicazione il concorde parere già espresso dagli organi deliberativi consiliari del Comune, della Provincia e della Regione. Non può infatti sfuggire ad alcuno che nel caso del rigassificatore di Brindisi le Amministrazioni locali e la Regione Puglia, con decisioni unanimi dei rispettivi organi consiliari (Consigli comunale e provinciale e Consiglio Regionale), hanno espresso la loro netta opposizione all’impianto e che la consultazione delle popolazioni interessate dovrebbe perciò ragionevolmente avvenire mediante la presa d’atto di tali scelte le quali non potrebbero mai essere messe in discussione o superate, in termini di valore giuridico e democratico, dall’esito di qualsiasi altra forma di consultazione (inchiesta pubblica o pareri espressi in sede di Conferenze di Servizi) che non consista nella diretta opinione espressa dai cittadini in un referendum popolare indetto con tutte le necessarie garanzie.
Va infine sottolineato che la procedura di VIA postuma per la verifica della compatibilità ambientale dell’impianto non può essere nel caso di Brindisi frammentata nelle singole parti interessate ma deve sfociare in una valutazione complessiva che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti e di tutte le loro connessioni nonché delle particolari caratteristiche del sito prescelto che insiste nel porto, a ridosso del centro abitato ed in un area fortemente esposta al pericolo di incidenti industriali e dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale.
Brindisi, 21 gennaio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, LIPU, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

martedì 15 gennaio 2008

TERMOVALORIZZATORE: SCELTE AFFRETTATE IN CONTRASTO CON LA PIU’ ECONOMICA E PULITA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Destano molta preoccupazione le conclusioni della nota stampa con la quale l’Amministrazione Provinciale di Brindisi rendeva pubbliche le soluzioni concordate al termine di una riunione tra il Presidente Errico, il Sindaco del Comune di Brindisi ed i rappresentanti degli ATO (ambiti Territoriali Ottimali) BR1 e BR 2, sul tema dei rifiuti. I partecipanti all’incontro convenivano: «di dare la massima disponibilità nei confronti di qualsiasi soluzione che tenga conto della rapidità dell’intervento e nel contempo della sostenibilità migliore». Ed aggiungevano: «l’ipotesi più plausibile formulata dal tavolo riunitosi in Provincia è quella orientata verso la costruzione di un impianto di termovalorizzazione di ultima generazione».
Le nostre Associazioni da tempo denunciano i rischi connessi ad una mancata inversione di tendenza nella gestione dei rifiuti riferendosi, in particolare, ai rischi per la salute delle popolazioni che risiedono intono alle discariche (vedi l’articolo sul n. 3 di Salute Pubblica, autori Mitis ed altri, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulle popolazioni campane) ed al sicuro vantaggio economico ed energetico del riutilizzo dei materiali rispetto al loro smaltimento in discarica e nei termovalorizzatori.
La costruzione di un «termovalorizzatore di ultima generazione» non ci sembra pertanto l’ipotesi più «plausibile» né un intervento caratterizzato da «rapidità» e da «sostenibilità» come si afferma nel comunicato dell’Amministrazione provinciale. Infatti sarebbe molto più rapida l’attivazione dei cinque impianti per il riutilizzo dei rifiuti che giacciono da anni pronti e fermi a Brindisi. Si tratta precisamente del Centro materiali raccolta differenziata, dell'Impianto di produzione CDR (che comporta enormi costi correnti di manutenzione), dell' Impianto di compostaggio, dell'Impianto di selezione e biostabilizzazione e dell'Impianto di frantumazione inerti. Strutture queste costruite e custodite con denaro pubblico che, oltre ad offrire decine di posti di lavoro, potrebbero ridurre notevolmente, e questa volta sì, rapidamente i rifiuti per i quali le discariche in uso risulteranno presto insufficienti.
La scelta di costruire un termovalorizzatore è poi contraddittoria rispetto alla intenzione, espressa nella riunione, di dare l’avvio all’«esercizio degli impianti esistenti a Brindisi che riguardano la selezione e la stabilizzazione del cdr unitamente alla messa in esercizio dell’impianto di compostaggio». Come si alimenterebbe il termovalorizzatore se i citati impianti, insieme alla raccolta differenziata, riducono al minimo la materia (CDR) da incenerire? L’invocata “sostenibilità” della realizzazione del termovalorizzatore verrebbe così vanificata dalla mancanza di materia prima. Senza dimenticare che il residuo dell’incenerimento, circa il 30% della massa bruciata, deve essere raccolto in discariche per rifiuti speciali, a meno che non si vogliano bruciare rifiuti “tal quali” con gravi danni alla salute e all’ambiente.
Non vorremmo che l’inerzia con cui si è finora affrontata l’attivazione degli impianti già esistenti per il riutilizzo dei rifiuti venga nascosta, magari con l’ausilio della suggestione mediatica provocata dalle immagini di montagne di rifiuti nelle strade campane, con un attivismo favorevole all’incenerimento dei rifiuti che non è soluzione «rapida», né ecocompatibile e neppure economicamente vantaggiosa. Ed a riguardo si deve ricordare che a Brindisi insiste già un inceneritore di rifiuti speciali per il cui funzionamento giungono nel capoluogo rifiuti del genere da tutta Italia sicché è davvero improponibile aggravare ulteriormente la situazione della nostra area con l’ipotizzato impianto. C’è insomma per il termovalorizzatore una incompatibilità ambientale che non può assolutamente sfuggire e che certe frettolose inversioni di marcia, più istintive che ragionate e più umorali che progettuali, non possono in alcuno modo nascondere.
Sorprende allora la sfiducia che Provincia e Comuni esprimono, con la scelta inefficace e non risolutiva di costruire un termovalorizzatore, nei riguardi della raccolta differenziata che pure nel capoluogo sta dando risultati di tutto rispetto e che potrebbe essere estesa rapidamente ed utilmente a tutti gli altri centri della provincia. Una scelta antieconomica e non in linea con una cultura capace di apprezzare il valore del rifiuto considerandolo materiale pregiato per il suo contenuto energetico riutilizzabile.
Brindisi, 14 gennaio 2008

Medicina Democratica - Forum Ambiente Salute e Sviluppo

sabato 5 gennaio 2008

APPELLO ALLE UNIVERSITA’, AGLI ORDINI PROFESSIONALI E ALLA CULTURA

AIUTATECI A DIFENDERE IL NOSTRO E IL VOSTRO TERRITORIO DALLA MINACCIA-RIGASSIFICATORE
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
Tra pochi giorni la Brindisi LNG presenterà lo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.) sul rigassificatore per avviare la procedura di V. I. A. imposta dalla vigente normativa anche comunitaria ed elusa sino ad oggi, prima, attraverso comportamenti penalmente rilevanti e, poi, con arrampicamenti giuridici miseramente crollati. Sappiamo di tale imminenza non solo perché sta per scadere il termine di 90 giorni concesso dal Decreto interministeriale del 20.9.2007 (notificato alle parti a metà ottobre) ma anche perché sappiamo di professionisti e docenti ai quali la bozza del S.I.A., elaborata dalla solita D’Appolonia, è stata sottoposta per un consulto.
Le nostre associazioni, in sintonia con gli Enti Locali, continuano a chiedere l’annullamento del decreto autorizzativo del 2003, non ottenuto sino a questo momento per la contrarietà del Ministero dello Sviluppo Economico e per alcuni comportamenti contraddittori del Ministero dell’Ambiente e della Regione Puglia. Un decreto autorizzativo insanabilmente viziato non solo da eclatanti violazioni di legge ma anche da eccesso di potere che ha provocato lo sviamento della volontà della Pubblica Amministrazione. Un decreto allo stato insanabile pure rispetto alla consultazione della popolazione circa i rischi di incidente rilevante ad oggi non ancora regolamentata dalla normativa nazionale nonostante le previsioni di quella comunitaria. Aspetto questo da noi già evidenziato e dall’Amministrazione Provinciale di Brindisi opportunamente esposto alla Commissione Europea proprio nei giorni scorsi.
Ma comunque ci prepariamo ad affrontare la procedura di V.I.A.!
Ed in quest’ottica intendiamo non solo esercitare il diritto di accesso all’informazione e di partecipazione a tutte le fasi della vicenda, come abbiamo già fatto con l’audizione presso il Ministero dello Sviluppo Economico non appena ci è stata concessa (nel marzo 2007), ma vogliamo operare affinché tutto il territorio e le più autorevoli espressioni scientifiche e tecniche dello stesso scendano in campo per appoggiare la battaglia di civiltà condotta dalla comunità brindisina e dalle sue istituzioni nonchè sposata dall’intera comunità salentina e pugliese, con delibere dei Consigli Comunali e Provinciali e di quello Regionale.
Chiediamo innanzitutto all’Università del Salento e all’Università di Bari, che sono saldamente insediate a Brindisi grazie anche all’importante investimento di denaro pubblico da parte delle istituzioni locali, di studiare e dimostrare scientificamente l’insostenibilità ambientale del rigassificatore e di “smontare” il certamente ben supportato S.I.A. di parte, costruito sull’arbitrario assunto che un rigassificatore nel porto e a ridosso del centro abitato in un’area “affollata” di insediamenti industriali pericolosi possa solo fare bene alla nostra città e al territorio. Brindisi ha spesso risentito purtroppo delle posizioni di docenti universitari lontani, quelli - per intenderci - che hanno certificato caratterizzazioni pulite poi dimostrate inesatte dall’ARPA, “inallagabilità” di discariche poi allagatesi, e integrità di fondali marini ritenuti successivamente non idonei (in quanto inquinati) per il ripascimento delle spiagge.
Ma oggi Brindisi conta sull’Università e sulla ricerca scientifica insediate sul territorio come parte inscindibile di esso e si aspetta da queste realtà un validissimo contributo alla battaglia per un nuovo sviluppo che il rigassificatore renderebbe impossibile. Per rappresentare queste ragioni le nostre associazioni chiederanno di essere ricevute dai Magnifici Rettori delle due Università confidando che questa iniziativa riceva il sostegno delle istituzioni locali. Analogo il discorso relativo agli ordini professionali della provincia, con i quali peraltro è già da tempo in piedi una forte comunione d’intenti, testimoniata dall’adesione di alcuni di essi alle manifestazioni contro il rigassificatore, nonché all’ASL con il dipartimento di prevenzione e con l'unità di epidemiologia e statistica. L’appello si estende anche ovviamente a tutti gli ingegneri, gli architetti, gli urbanisti, i paesaggisti, i medici, i biologi, i chimici, i geologi, i giuristi, gli studiosi dell’ambiente, i professionisti e in generale i cittadini della provincia e del Salento perché tutti diano il proprio contributo all’impegno rivolto a respingere il grave e inammissibile attacco alla nostra terra e al nostro porto.
Le associazioni ambientaliste terranno la cittadinanza informata sui tempi e le scadenze della vicenda. Esse chiedono sin da ora alle Amministrazioni Locali la pronta pubblicazione sui rispettivi siti internet dello Studio di Impatto Ambientale in questione in tutte le sue parti, per rendere effettivo il diritto all’informazione ambientale sancito dalla Convenzione ONU di Aarhus.




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