LA BRITISH GAS E L’INCREDIBILE
Dallo studio della documentazione depositata dalla Brindisi LNG rileviamo in questi giorni l’incredibile: lo Studio di Impatto Ambientale tutto ha trattato, tranne che l’impatto principale del rigassificatore e cioè il rischio di incidente industriale. Ancora una volta la British Gas è reticente, con l’aggravante che espressamente il decreto di sospensione dell’autorizzazione ha previsto la VIA come strumento di coinvolgimento della popolazione proprio sui rischi di incidente rilevante.
Posto che comunque, come la scorsa estate ha rilevato in una memoria la stessa Brindisi LNG sancendo l’impossibilità amministrativa di portare a termine il proprio iter, non esistono allo stato le norme che per legge (art. 23 D.Lgs 334/99) devono fissare le modalità di consultazione della popolazione sui rischi di incidente rilevante, c’è da chiedersi come potrebbe la popolazione esprimersi su tali rischi sulla base di uno studio di parte che parla di rumori ed emissioni ma non di rischi industriali, non di vicinanza ad altri impianti a rischio, non di movimentazione delle navi gasiere. Uno studio che parla persino del vicino sito protostorico di Punta delle Terrare ma assolutamente nulla dice del confinante molo petrolchimico, della straordinaria concentrazione di rischi di incidenti rilevanti entro un raggio tanto breve da impressionare e della possibilità di un catastrofico effetto domino.
Nello Studio d’Impatto Ambientale, come è normale che sia, c’è un quadro sulla vigente pianificazione del territorio, con menzione del Piano di Risanamento del territorio di Brindisi di cui al DPR 23/4/98, evidentemente tralasciando che proprio quel DPR indica la strada della delocalizzazione dei rischi industriali troppo concentrati in quell’area. Capiamo la scelta politica di Brindisi LNG (provare a farla franca rispetto agli obblighi di legge sottraendosene) così come capiamo il tentativo della stessa di far passare per esaustivo il Nulla Osta di Fattibilità (N.O.F.) dei Vigili del Fuoco del 18 ottobre 2002, che nulla ha a che fare con la VIA. Ma ce ne scandalizziamo e denunciamo tale approccio come l’ennesima offesa alla comunità brindisina, ad ulteriore conferma di certe mentalità colonialistiche che la nostra città continuerà sempre a respingere.
Segnaliamo il tutto alla Magistratura - che secondo la stampa locale - sta ricostruendo intorno a quel N.O.F. 2002 vicende poco chiare e di possibile rilevanza penale. Resta il fatto che alla comunità brindisina risulta intollerabile che il Presidente del Comitato Tecnico Regionale (il quale ha rilasciato il NOF) - sempre secondo quanto riferisce la stampa locale - abbia potuto godere per motivi personali a Roma della ospitalità in albergo della British Gas.
Rileviamo intanto come invece nella VIA del rigassificatore di Taranto proprio il rischio di incidente rilevante e l’effetto domino sono stati oggetto di specifici studi successivi al NOF. Chiediamo che il Comitato Tecnico Regionale provveda a rivedere quel NOF sulla base dell’attuale progetto e delle situazioni di rischio di incidente rilevante come oggi note, in particolare con riferimento ai moli petrolchimico ed LNG, al realizzando accosto per la nuova area carburanti per le navi militari programmata a Capo Bianco ben prima del rigassificatore e alla programmazione portuale che vede sul molo petrolchimico la concentrazione pure delle gasiere per la Ipem, azienda che nel frattempo sta dando corso alla triplicazione del proprio deposito, in barba alla determinazione regionale di assoggettamento di tale ampliamento a procedura di VIA.
Ci aspettiamo del resto che, in sede di Conferenza di Servizi per la VIA del rigassificatore, tutte le Amministrazioni che hanno rilasciato un parere siano chiamate e renderlo nuovamente sulla base dell’attuale situazione e programmazione portuale e industriale. Rileviamo al momento, ben servito su un piatto d’argento al Ministero dell’Ambiente, il motivo per cui negare il parere favorevole di compatibilità ambientale dell’opera senza ulteriori perdite di tempo.
Brindisi, 11 febbraio 2008
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.
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