IL PORTO DI BRINDISI. IL SUO RILANCIO E LA REVISIONE DELLE TARIFFE
Il traffico di carbone è da anni il fattore di massimo condizionamento per la crescita del porto di Brindisi come scalo commerciale e più in generale come leva per lo sviluppo sostenibile del territorio.
La banchina di Diga di Costa Morena è da tempo in concessione esclusiva a ENEL, e da fine 2005 pure la nuova banchina di Costa Morena Est è asservita al carbone di Edipower, assolvendo addirittura la funzione di carbonile con carboniera ormeggiata non per i normali tempi di scarico del carbone ma per i più lunghi tempi di combustione dello stesso in assenza di un parco carbone utilizzabile.
Al di là delle corrette iniziative dell’Amministrazione Provinciale volte alla riduzione dei quantitativi di carbone da bruciare a Brindisi, è ormai indifferibile l’avvio di una gestione del porto che finalmente stabilisca tariffe che siano leva per penalizzare il traffico di carbone e per incentivare altri traffici.
Se, come tutti sanno, per il carbone quello di Brindisi è un porto obbligato mentre per i passeggeri è un porto in concorrenza con altri scali, bisogna agire radicalmente sulle tariffe perché quelle sul carbone crescano in maniera sensibile mentre quelle sui passeggeri diminuiscano.
E’ noto del resto che negli altri porti i passeggeri trovino servizi a Brindisi assenti. A Brindisi chi va o arriva dall’Albania è trattato come un animale attraverso un percorso tra inferriate da violazione dei diritti umani, e chi va o viene dalla Grecia è costretto in una landa desolata in cui impazzire per capire dove fare un banale check-in.
Questa situazione ha evidentemente un grave peso nei negativi trend del porto di Brindisi, oltre alla vigenza di folli regolamenti in base ai quali la stessa nave nello strettissimo e non riparato porto di Otranto non deve fare ricorso ai rimorchiatori, mentre nell’ampio e ripartissimo porto di Brindisi si, con forte aggravio di costi.
Di fronte a tanto, nelle more dell’attivazione di servizi all’altezza, le tariffe sui passeggeri devono essere ridotte.
E nessun impedimento l’Autorità Portuale ha all’innalzamento delle tariffe sul carbone, in teoria elevabile all’infinito sino ad intervento dell’Autorità Antitrust, peraltro auspicabile nel porto di Brindisi per un esame dei monopoli in essere, quale quello dei rimorchiatori determinato non da evoluzioni del mercato ma da regolamenti vigenti.
La Sinistra Arcobaleno di Brindisi chiede il forte intervento delle Istituzioni Brindisine sull’Autorità Portuale perché provveda rapidamente a rimodulare le tariffe portuali con pesante inasprimento di quelle sul carbone, e sulla Capitaneria di Porto perché adegui i regolamenti vigenti alle liberalizzazioni avviate dal Governo di CentroSinistra e perché ponga fine ai monopoli nel porto di Brindisi.
Nessun programma di opere annunciato dall’Autorità Portuale è credibile come strumento di rilancio del porto se non preceduto da corrette e limpide scelte di gestione del porto stesso.
Brindisi, 21 novembre 2008
LA SINISTRA ARCOBALENO DELLA PROVINCIA DI BRINDISI
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