Notte fonda. Ore 1:30.
Da un piccolo pub escono tre ragazzi di 18 anni, intenti a ritornare a casa dopo una sfrenata serata di balli, alcolici e sniffate.
Sono completamente ubriachi e strafatti di cocaina.
Camminano a stento. Barcollano.
Uno dei ragazzi apre lo sportello della propria auto, si mette al volante e accende il motore. Poi si volta verso uno dei suoi amici e con la voce impregnata di alcol dice: <<>>.
<<>> rispondono i due ragazzi che salgono in auto e si addormentano con la testa sul finestrino.
Andrea preme il piede sull’acceleratore e con un rombo l’auto parte a tutto gas. Comincia a piovere.
La strada è desolata. Finché non compare un tir. Andrea chiude gli occhi e si addormenta con la testa sul volante. Il conducente del tir non vede l’auto; l’incidente è inevitabile.
I due veicoli si scontrano con un gran fracasso. Il tir si capovolge e l’auto rotola a balzi sulla strada. Andrea e i suoi amici dormono tranquilli, incuranti della loro auto che precipita dentro un burrone.
Oggi andare in discoteca significa fare la stessa brutta fine di Andrea e i suoi amici: morire.
Un bicchiere di troppo e la vita finisce. Per non parlare dell’uso delle droghe. Si inizia con il ballo sfrenato, si continua con una sniffata e si finisce con un coltello conficcato nel cuore.
Questa è la discoteca. In principio un luogo di morte.
Questo succede perché le discoteche rimangono aperte fino a notte inoltrata e perché si danno alcolici ai minorenni.
Per tale motivo i comitati spontanei di cittadini chiedono di porre dei limiti agli orari di apertura delle discoteche. Attuare questa operazione significa prevenire altre morti inutili.
Da un piccolo pub escono tre ragazzi di 18 anni, intenti a ritornare a casa dopo una sfrenata serata di balli, alcolici e sniffate.
Sono completamente ubriachi e strafatti di cocaina.
Camminano a stento. Barcollano.
Uno dei ragazzi apre lo sportello della propria auto, si mette al volante e accende il motore. Poi si volta verso uno dei suoi amici e con la voce impregnata di alcol dice: <<>>.
<<>> rispondono i due ragazzi che salgono in auto e si addormentano con la testa sul finestrino.
Andrea preme il piede sull’acceleratore e con un rombo l’auto parte a tutto gas. Comincia a piovere.
La strada è desolata. Finché non compare un tir. Andrea chiude gli occhi e si addormenta con la testa sul volante. Il conducente del tir non vede l’auto; l’incidente è inevitabile.
I due veicoli si scontrano con un gran fracasso. Il tir si capovolge e l’auto rotola a balzi sulla strada. Andrea e i suoi amici dormono tranquilli, incuranti della loro auto che precipita dentro un burrone.
Oggi andare in discoteca significa fare la stessa brutta fine di Andrea e i suoi amici: morire.
Un bicchiere di troppo e la vita finisce. Per non parlare dell’uso delle droghe. Si inizia con il ballo sfrenato, si continua con una sniffata e si finisce con un coltello conficcato nel cuore.
Questa è la discoteca. In principio un luogo di morte.
Questo succede perché le discoteche rimangono aperte fino a notte inoltrata e perché si danno alcolici ai minorenni.
Per tale motivo i comitati spontanei di cittadini chiedono di porre dei limiti agli orari di apertura delle discoteche. Attuare questa operazione significa prevenire altre morti inutili.
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