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sabato 29 dicembre 2007

MORIRE DIVERTENDOSI


Notte fonda. Ore 1:30.
Da un piccolo pub escono tre ragazzi di 18 anni, intenti a ritornare a casa dopo una sfrenata serata di balli, alcolici e sniffate.
Sono completamente ubriachi e strafatti di cocaina.
Camminano a stento. Barcollano.
Uno dei ragazzi apre lo sportello della propria auto, si mette al volante e accende il motore. Poi si volta verso uno dei suoi amici e con la voce impregnata di alcol dice: <<>>.
<<>> rispondono i due ragazzi che salgono in auto e si addormentano con la testa sul finestrino.
Andrea preme il piede sull’acceleratore e con un rombo l’auto parte a tutto gas. Comincia a piovere.
La strada è desolata. Finché non compare un tir. Andrea chiude gli occhi e si addormenta con la testa sul volante. Il conducente del tir non vede l’auto; l’incidente è inevitabile.
I due veicoli si scontrano con un gran fracasso. Il tir si capovolge e l’auto rotola a balzi sulla strada. Andrea e i suoi amici dormono tranquilli, incuranti della loro auto che precipita dentro un burrone.

Oggi andare in discoteca significa fare la stessa brutta fine di Andrea e i suoi amici: morire.
Un bicchiere di troppo e la vita finisce. Per non parlare dell’uso delle droghe. Si inizia con il ballo sfrenato, si continua con una sniffata e si finisce con un coltello conficcato nel cuore.
Questa è la discoteca. In principio un luogo di morte.
Questo succede perché le discoteche rimangono aperte fino a notte inoltrata e perché si danno alcolici ai minorenni.
Per tale motivo i comitati spontanei di cittadini chiedono di porre dei limiti agli orari di apertura delle discoteche. Attuare questa operazione significa prevenire altre morti inutili.

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