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mercoledì 25 giugno 2008

DOMANDA SU UNA SORPRENDENTE INTERROGAZIONE

domande su una SORPRENDENTE INTERROGAZIONE

L’interrogazione parlamentare al Ministro di Grazia e Giustizia con la quale il senatore Saccomanno censura l’operato della locale Procura della Repubblica nell’inchiesta su “Acque Chiare” e chiede quali iniziative detto Ministro intenda adottare per «conoscere la natura dell’atteggiamento messo in atto» ed «evitare che possano ripetersi analoghi atteggiamenti», mi induce a tornare sulla vicenda per rimarcare che la politica nostrana continua a sottovalutare la rilevanza dell’interesse della nostra comunità allo sviluppo del turismo. Un interesse di ordine generale gravemente colpito da un’operazione considerata illegittima non solo dagli atti dei diversi organi della Magistratura che finora sono stati interessati al caso ma anche dagli esiti dell’indagine conoscitiva esperita dall’Amministrazione comunale con l’acquisizione di un qualificato parere tecnico-giuridico secondo il quale, peraltro, le riscontrate violazioni di legge sarebbero sostanzialmente insanabili.

Se la politica deve per sua natura tutelare e promuovere gli interessi generali, sorprende che né da destra né da sinistra vi siano stati, fatta salva qualche rara eccezione, qualificati interventi quando, sotto gli occhi di tutti, prendeva corpo e si sviluppava nel modo ormai noto la tortuosa vicenda di “Acque Chiare”. E sorprende ancor di più che oggi il sen. Saccomanno, politico peraltro sempre attento ai problemi sociali ed ambientali, si rivolga al Ministro di Grazia e Giustizia chiedendogli «iniziative» intese ad evitare che la Procura ripeta atteggiamenti che egli considera non conformi alla legge. E lo faccia con toni aspri, con valutazioni generiche e per di più - a quanto risulta - senza fornire al Guardasigilli un quadro completo ed illuminante della complessa situazione.

Sia allora consentito ad un cittadino che non può ovviamente formulare interrogazioni parlamentari ma che ha il diritto di interpellare la politica su questioni vitali per la città in cui vive, di porre al noto parlamentare alcune domande. Quali misure dovrebbe eventualmente adottare il Ministro di Grazia e Giustizia tenuto conto delle sue competenze e soprattutto del fatto che egli non può intervenire nel merito degli atti giudiziari che sono sempre sottoposti ai diversi controlli specificatamente previsti dalla legge? Non ritiene il sen. Saccomanno che l’interrogazione da lui avanzata possa in questo delicato momento apparire, certo contro le sue effettive intenzioni, come rivolta a condizionare l’operato dei magistrati negli sviluppi della inchiesta in corso?

Ed ancora: non sarebbe stato più giusto e più appropriato “interrogare” il Comune e l’Amministrazione provinciale di Brindisi per conoscere quali misure intendano adottare, sul versante amministrativo, allo scopo di ripristinare la legalità e tutelare l’interesse pubblico anche attraverso azioni risarcitorie? Ed infine, non pensa il senatore Saccomanno che per la nostra martoriata comunità non ci sarà salvezza né futuro fino a quando la politica, pur mossa negli ultimi tempi da promettenti impulsi innovativi, non saprà coralmente mettere al centro delle sue attenzioni l’interesse pubblico come stella polare delle sue scelte e dei suoi comportamenti?

Brindisi, 24 giugno 2008

Michele DI SCHIENA

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