L’estate mesagnese e la carità cristiana
L’estate c’è, e l’estate mesagnese pure. Ad un primo colpo d’occhio mi pare che sia stato allestito un cartellone di eventi molto sobrio, efficace, sufficientemente diversificato. Nelle condizioni date, con le risorse utilizzate, nel tempo avuto credo francamente che non si potesse fare o chiedere di più. L’assessore Magrì ed i suoi colleghi di giunta hanno saputo sfruttare al meglio il bagaglio di esperienza accumulato dalle amministrazioni di centro-sinistra mutuando l’impostazione complessiva dell’iniziativa e valorizzando al massimo la vivacità culturale del tessuto associativo mesagnese che, mi preme ricordare, è la risultante di una perseverante pratica politica della solidarietà e della partecipazione messa in atto sopratutto da chi ha governato Mesagne in questi anni.
Ma l’assessore ha voluto imporre al programma un sigillo personale, una singolare caratterizzazione etica che consiste nel fatto di chiedere l’obolo di 50 centesimi ai cittadini alla fine di ogni spettacolo, gratuitamente offerto, per destinarne il ricavato alla Caritas vicariale.
Un pensiero che ti stringe il cuore, un atto di carità cristiana cui francamente non ci si può sottrarre. Con questo piccolo gesto l’Amministrazione pubblica evoca a se una funzione educativa quasi pastorale e cioè “ricordare ai suoi cittadini che nel mentre loro se la godono c’è qualcuno più sfortunato che soffre”.
E’ una inclinazione al pietismo, all’elemosina di stato, all’offertorio pubblico francamente disgustosa. Esattamente nel solco segnato dal governo del “sultano” Berlusconi che con l’introduzione della la Robin-Tax, della tessera del pane, con l’una tantum ai pensionati sociali sta perpetrando lo smantellamento dello stato sociale in favore dello stato assistenziale.
E perché poi destinatario delle risorse raccolte è un ente ecclesiale e non un ente laico o una iniziativa propria del comune in favore dei suoi cittadini più sfortunati? Voglio sperare che l’iniziativa non muova dal senso di gratitudine che il governo cittadino deve al mondo (al voto?) cattolico perché questo introdurrebbe una turbativa grave nei rapporti fra il Comune e la Chiesa locale rapporti fin qui improntati al reciproco rispetto nel riconoscimento del valore universale della Chiesa e del valore della laicità dello Stato.
Io non ho niente contro l’elemosina, meno che mai contro la Caritas vicariale ma credo che la carità sia un atto talmente nobile che deve rimanere nello stretto riserbo della propria coscienza, quando viene esibita o addirittura statalizzata diventa un atto imbarazzante tanto quanto lo è il sepolcro in S.Apollinare di Renatino De Pedis benefattore senza pari della banda della Magliama.
Mesagne. 7 luglio 2008
Pompeo Molfetta
Capogruppo Consiliare
“Sinistra-Arcobaleno”
lunedì 7 luglio 2008
L'ESTATE MESAGNESE E LA CARITA' CRISTIANA
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1 commento:
Ma cosa c---o dici! Ah il caldo!
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