SABBIA: UNA QUESTIONE DA AFFRONTARE CON PONDERAZIONE E SENSO DI RESPONSABILITA’
A seguito di una recente pronuncia del Consiglio di Stato è tornata alla ribalta la vicenda della sabbia che è utile ripercorrere nei suoi momenti essenziali per affrontare il problema con realismo e senso di responsabilità. Con provvedimento del 04.05.06 il Dirigente del Settore Demanio e Patrimonio dell’Assessorato alla Trasparenza della Regione Puglia autorizzava il prelievo di sabbia marina dalla località “Punta Penne”, al largo della costa di Brindisi, per il ripascimento di alcuni tratti di costa del litorale leccese (S. Cataldo, Torre Rinalda, Spiaggia Bella, Torre Chianca e Frigole). A seguito di vivaci proteste brindisine e segnatamente dei rilievi dell’Amministrazione provinciale, la stessa Regione, per decisione degli Assessori ai Lavori Pubblici nonchè all’Ecologia ed alla Trasparenza e Cittadinanza Attiva, con verbale in data 09.05.2006, sospendeva la predetta autorizzazione in attesa dell’esito della perizia tecnica che si era impegnata a presentare la Provincia di Brindisi. Tale sospensione veniva poi impugnata con due ricorsi dinanzi al Tar di Lecce dall’Amministrazione comunale di tale capoluogo e l’adito Tribunale amministrativo con sentenze n. 1392/2007 e 1450/2007 rimuoveva il citato provvedimento di sospensione.
Le due sentenze del TAR leccese divenivano definitive per la mancata impugnazione della Provincia di Brindisi e della Regione Puglia sicché il predetto dirigente regionale di settore adottava il provvedimento n. 388 del 08/07/07 con il quale veniva confermata la precedente decisione e si autorizzava il Comune di Lecce ad operare un” prelievo pari a mc. 200.000 (250.000 mq x 0.80 m.), di sabbia marina da effettuare in località Punta Penne». Per esigenze di natura precauzionale, con tale autorizzazione, si disponeva poi che l’estrazione della sabbia dovesse essere eseguita per strati successivi dello spessore massimo di 20 cm, che gli effetti del dragaggio dovessero essere monitorati ad ogni rateo di prelievo e che dovesse essere preliminarmente presentato, per l’approvazione, alla Struttura Tecnica periferica del Settore regionale ai Lavori Pubblici di Brindisi un «Piano di monitoraggio che indichi modalità operative e tempi di osservazione con l’obiettivo di verificare l’entità degli effetti cumulati sull’ambiente e la tendenza al ripristino delle condizioni ambientali dopo ogni rateo di prelievo”. Contro il citato provvedimento ricorreva l’Amministrazione provinciale di Brindisi al Tar di Lecce che accoglieva il ricorso. Ma l’efficacia di tale pronuncia è stata in questi giorni sospesa , in sede di appello, dal Consiglio di Stato con un provvedimento di natura cutelare .
Le accennate fasi amministrative e giudiziarie della vicenda mettono in evidenza come la questione della sabbia sia stata impostata e gestita da più parti senza privilegiare sulle altre vie quella di una appropriata iniziativa politica rivolta a risolvere il problema alla luce di qualificati studi tecnici per superare così pregiudizievoli tensioni e contrasti.
Una situazione che oggi, a fronte dell’esito (sia pure non definitivo) della vertenza giudiziaria, ha provocato nella cittadinanza diffusa delusione e comprensibile amarezza. Stati d’animo questi che devono essere presi in seria considerazione dalla politica rifuggendo dalle tentazioni di utilizzarli strumentalmente per finalità elettorali, di offenderli inneggiando scompostamente a presunte vittorie o di guardarli con sufficienza osservando un inammissibile silenzio.
Ciò che in questo momento occorre fare, a giudizio del Forum, è operare contestualmente in due precise direzioni:
- chiedere al Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola di convocare i rappresentanti delle istituzioni locali interessate con l’intento di pervenire ad una soluzione concordata della questione intesa in primo luogo ad individuare aree di prelievo alternative anche alla luce delle recenti indicazioni del CNR per addivenire al superamento di una assurda vertenza che rischia di assumere risvolti campanilistici davvero deprimenti;
- istituire un organismo composto da qualificate professionalità col compito di dimostrare la sostanziale inconciliabilità del prelievo della sabbia come autorizzato con la salvaguardia della già precaria costa brindisina e di vigilare , in caso di avvio dell’operazione, sulla scrupolosa ed effettiva applicazione delle previste prescrizioni. Applicazione in mancanza della quale la Regione , come si legge nel provvedimento autorizzativo, dovrà prendere i necessari provvedimenti compreso quello di «sospendere le attività di escavazione in corso d’opera, qualora i valori dei parametri monitorati dovessero risultare diversi o superiori a quelli previsti nella ipotesi di impatto riportate nel progetto approvato».
Brindisi, 16 ottobre 2008
FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO
venerdì 17 ottobre 2008
SABBIA: UNA QUESTIONE DA AFFRONTARE CON PONDERAZIONE E SENSO DI RESPONSABILITA'
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